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Litisconsorzio necessario eredi: no in riscossione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 25451/2024, ha stabilito che non sussiste il litisconsorzio necessario tra gli eredi di un socio defunto quando l’atto impugnato è una cartella di pagamento. Trattandosi di un atto di riscossione e non di accertamento, si pone solo una questione di solidarietà passiva tra gli eredi, escludendo la necessità di integrare il contraddittorio. Il ricorso della contribuente è stato dichiarato inammissibile.

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Pubblicato il 19 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Litisconsorzio Necessario Eredi: Escluso per le Cartelle di Pagamento

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un importante chiarimento sulla portata del litisconsorzio necessario eredi in ambito tributario. La questione centrale riguarda la necessità di coinvolgere tutti gli eredi di un socio defunto in un giudizio avente ad oggetto una cartella di pagamento. La Corte ha stabilito un principio netto: quando l’atto impugnato è di mera riscossione, non è richiesta la partecipazione di tutti i coeredi.

I Fatti del Caso

Una contribuente, erede di un socio accomandatario di una società in accomandita semplice, impugnava una comunicazione di preventiva iscrizione ipotecaria e la relativa cartella di pagamento sottostante. La ricorrente sosteneva, tra le altre cose, la nullità della notifica della cartella e la conseguente prescrizione del credito tributario.

Nei primi due gradi di giudizio, le decisioni erano state contrastanti. La Commissione Tributaria Provinciale aveva accolto il ricorso della contribuente. Successivamente, la Commissione Tributaria Regionale aveva riformato la decisione, dando ragione agli Uffici finanziari.

La contribuente decideva quindi di ricorrere in Cassazione, sollevando due motivi principali: la violazione del principio del litisconsorzio necessario, per non aver coinvolto nel giudizio gli altri coeredi, e la violazione di legge relativa alla notificazione della cartella.

Il Litisconsorzio Necessario tra Eredi e la Natura dell’Atto Impugnato

Il cuore della decisione della Cassazione ruota attorno al primo motivo di ricorso. La ricorrente invocava l’omessa integrazione del contraddittorio con gli altri eredi del socio defunto, ritenendo che la causa dovesse necessariamente coinvolgerli tutti.

La Suprema Corte ha respinto questa tesi, operando una distinzione fondamentale tra atti di accertamento e atti di riscossione.

Un avviso di accertamento che rettifica il reddito di una società di persone ha un effetto inscindibile su tutti i soci, i quali vedono modificata la propria posizione reddituale per trasparenza. In tal caso, sussiste un litisconsorzio necessario tra la società e tutti i soci.

Al contrario, una cartella di pagamento, come nel caso di specie, è un atto puramente riscossivo. Non accerta né modifica il reddito, ma si limita a richiedere il pagamento di un debito già definito. Di conseguenza, non si configura un’ipotesi di causa inscindibile, bensì una questione di solidarietà passiva tra i coeredi, come previsto dall’art. 2313 del codice civile.

Le motivazioni della decisione

La Corte ha motivato la sua decisione richiamando la propria giurisprudenza consolidata. I giudici hanno spiegato che, a seguito del decesso di un socio, non sorge un litisconsorzio necessario tra gli eredi e la società per debiti tributari quando l’atto impugnato è una cartella. L’atto non comporta alcuna rettifica dei redditi della società né, di conseguenza, di quelli dei soci (o dei loro eredi). La questione si sposta sul piano della responsabilità solidale per il debito. In regime di solidarietà passiva, l’ente creditore può legittimamente richiedere l’intero importo a uno solo dei coobbligati, senza dover necessariamente agire contro tutti.

Per quanto riguarda il secondo motivo, relativo alla nullità della notifica, la Corte lo ha dichiarato inammissibile per novità. La ricorrente non ha dimostrato di aver sollevato la specifica questione nei precedenti gradi di giudizio, e non è possibile introdurre nuove censure per la prima volta dinanzi alla Corte di Cassazione.

Le conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso, condannando la contribuente al pagamento delle spese processuali e di ulteriori somme a titolo sanzionatorio. La decisione ribadisce un principio fondamentale: il litisconsorzio necessario tra eredi in materia tributaria è circoscritto ai casi in cui l’atto impugnato ha natura di accertamento e produce effetti inscindibili su tutti i soggetti. Nel caso di atti di mera riscossione, come le cartelle di pagamento, prevale il principio della solidarietà passiva, che consente all’Amministrazione Finanziaria di agire nei confronti di un singolo erede per l’intero debito.

È sempre necessario citare in giudizio tutti gli eredi di un socio defunto per una cartella di pagamento?
No. Secondo la Corte di Cassazione, quando l’atto impugnato è una cartella di pagamento, non sussiste un litisconsorzio necessario tra gli eredi. Si tratta di un’obbligazione solidale, quindi l’ente creditore può agire contro un solo erede per l’intero importo.

Qual è la differenza tra un atto di accertamento e un atto di riscossione ai fini del litisconsorzio?
Un atto di accertamento (es. avviso di accertamento) modifica la posizione reddituale di una società e, per trasparenza, dei suoi soci, creando una situazione inscindibile che richiede il litisconsorzio. Un atto di riscossione (es. cartella di pagamento) si limita a richiedere un debito già definito e non modifica la base imponibile, dando luogo solo a una questione di solidarietà passiva tra i debitori.

Cosa succede se un motivo di ricorso viene sollevato per la prima volta in Cassazione?
Il motivo di ricorso viene dichiarato inammissibile per novità. Il giudizio di Cassazione è un giudizio di legittimità e non può esaminare questioni di fatto o eccezioni procedurali che non siano state specificamente sollevate e discusse nei precedenti gradi di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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