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Liquidazione spese processuali: i compensi sono dovuti

Una società, vittoriosa in un contenzioso tributario, ha contestato l’importo delle spese legali liquidate. La Corte di Cassazione ha accolto in parte il ricorso, stabilendo che i giudici di merito avevano errato nel non riconoscere i compensi per la fase cautelare e per quella istruttoria/trattazione. La sentenza sottolinea che la corretta liquidazione spese processuali deve includere tutte le fasi effettivamente svolte, anche quelle senza attività probatoria specifica.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Liquidazione Spese Processuali: La Cassazione Chiarisce i Compensi per le Fasi Cautelare e Istruttoria

La corretta liquidazione spese processuali rappresenta un momento cruciale alla fine di ogni contenzioso. Non si tratta solo di una questione economica, ma del giusto riconoscimento del lavoro svolto dal difensore. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti su come calcolare i compensi, soffermandosi in particolare sulla fase cautelare e su quella istruttoria/trattazione nel processo tributario. Vediamo nel dettaglio la vicenda e i principi affermati dai giudici.

I Fatti del Caso: Un Ricorso Contro il Calcolo delle Spese

Una società, dopo aver ottenuto l’annullamento di un avviso di accertamento da parte della Commissione Tributaria Provinciale, si è vista liquidare le spese di lite per un importo di 7.350,00 euro. Ritenendo tale somma insufficiente e calcolata in modo errato, la società ha proposto appello alla Commissione Tributaria Regionale.

Le doglianze erano precise: i giudici di primo grado non avevano liquidato alcun compenso né per la fase cautelare (durante la quale era stata richiesta e ottenuta la sospensione dell’atto) né per la fase istruttoria. La Commissione Regionale, tuttavia, ha respinto l’appello, confermando la decisione iniziale. A suo avviso, il compenso per la fase cautelare doveva ritenersi ‘compensato’ in assenza di una specifica condanna nell’ordinanza di sospensione, e quello per la fase istruttoria non era dovuto in assenza di specifiche attività probatorie. Di qui, il ricorso della società alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte e la corretta Liquidazione Spese Processuali

La Suprema Corte ha accolto in parte le ragioni della società contribuente, cassando con rinvio la sentenza d’appello. I giudici di legittimità hanno analizzato punto per punto gli errori commessi nella liquidazione spese processuali, stabilendo principi chiari per il futuro.

La Fase Cautelare: Un Compenso da Riconoscere Sempre

Il primo punto affrontato riguarda il mancato compenso per la fase cautelare. La Corte ha richiamato l’art. 15, comma 2-quater, del D.Lgs. 546/92, il quale prevede che la commissione tributaria provveda sulle spese della fase cautelare con l’ordinanza che decide sull’istanza. La Cassazione ha chiarito che questa norma impone al giudice di pronunciarsi. Se, come nel caso di specie, il giudice non liquida le spese nell’ordinanza cautelare, non significa che queste siano state implicitamente compensate. Al contrario, il giudice del merito, con la sentenza finale, ha il dovere di regolarle, tenendo conto dell’esito complessivo del giudizio. L’esclusione di tale compenso da parte della CTR è stata quindi ritenuta un errore di diritto.

La Fase Istruttoria e di Trattazione: Un Compenso Unitario

Ancor più significativo è il chiarimento sulla fase istruttoria. La CTR aveva negato il compenso sostenendo che la mera produzione di documenti non equivale allo svolgimento di una vera e propria fase istruttoria. La Cassazione ha ribaltato questa interpretazione, affermando un principio fondamentale: il D.M. 55/2014 prevede un compenso unitario per la ‘fase istruttoria e di trattazione’.

Questo significa che il compenso spetta al procuratore della parte vittoriosa a prescindere dall’effettivo svolgimento di attività a contenuto strettamente istruttorio (come l’escussione di testimoni o consulenze tecniche). È sufficiente la ‘semplice trattazione della causa’ per far scattare il diritto al compenso. Escluderlo, come fatto dai giudici d’appello, costituisce una violazione delle norme tariffarie.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su un’interpretazione rigorosa delle norme che regolano i compensi professionali. Per quanto riguarda la fase cautelare, il legislatore ha voluto che le spese di questo procedimento incidentale fossero liquidate, rafforzando così l’efficacia deterrente della condanna alle spese e promuovendo un esercizio più ragionato del diritto di azione. Ignorare tale liquidazione significa vanificare la ratio della norma.

Per la fase istruttoria/trattazione, la Corte riconosce che l’attività dell’avvocato non si limita alla raccolta di prove, ma include lo studio degli atti, la redazione di memorie e la partecipazione all’udienza di trattazione. Queste attività, che rientrano a pieno titolo nella ‘trattazione’, meritano un compenso autonomo e non possono essere assorbite in altre fasi processuali. Il compenso è quindi unitario e dovuto per il solo fatto che la causa sia stata trattata, anche in assenza di specifiche attività probatorie.

Le conclusioni

In conclusione, l’ordinanza in esame riafferma un principio di equità e di correttezza nella liquidazione spese processuali. I compensi legali devono rispecchiare tutta l’attività svolta dal difensore. La decisione della Cassazione costituisce un importante precedente per tutti i professionisti, garantendo che il lavoro svolto nelle fasi cautelare e di trattazione del processo tributario riceva il giusto e dovuto riconoscimento economico, anche quando non si compiono attività istruttorie complesse.

Il compenso per la fase cautelare nel processo tributario deve essere sempre liquidato?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che, ai sensi dell’art. 15, comma 2-quater, del d.lgs. n. 546/92, il giudice deve provvedere sulle spese di tale fase. Se non lo fa con l’ordinanza che decide l’istanza cautelare, deve farlo con la sentenza che definisce il merito del giudizio, senza poterle considerare implicitamente compensate.

Per ottenere il compenso per la ‘fase istruttoria’, è necessario svolgere attività di raccolta prove?
No. Secondo la Corte, il compenso previsto dal D.M. n. 55 del 2014 per la ‘fase istruttoria e di trattazione’ è unitario. Spetta al difensore della parte vittoriosa anche se si è svolta solo la semplice trattazione della causa, senza che siano state compiute specifiche attività di raccolta prove.

Il giudice può liquidare le spese legali vicino ai minimi tariffari senza una motivazione specifica?
Sì. La Corte ha ribadito che l’esercizio del potere discrezionale del giudice nella liquidazione delle spese, purché l’importo si mantenga tra il minimo e il massimo dello scaglione di riferimento, non richiede una specifica motivazione. La motivazione diventa obbligatoria solo se il giudice decide di discostarsi da tali limiti, aumentando o diminuendo ulteriormente gli importi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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