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Liquidazione spese legali: separata per ogni grado

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9863/2025, ha stabilito un principio fondamentale sulla liquidazione spese legali. Un giudice non può calcolare le spese di due gradi di giudizio in un’unica somma forfettaria. La Corte ha chiarito che i costi devono essere distinti per ogni grado per garantire trasparenza e permettere alle parti di verificare i criteri di calcolo. La sentenza impugnata, che aveva liquidato cumulativamente le spese, è stata annullata con rinvio alla corte territoriale per una nuova e corretta determinazione.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Liquidazione Spese Legali: La Cassazione Impone la Distinzione per Grado di Giudizio

La corretta liquidazione spese legali è un elemento cruciale per la trasparenza e la giustizia al termine di un contenzioso. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: le spese legali relative a diversi gradi di giudizio devono essere liquidate separatamente, e non in un’unica somma onnicomprensiva. Questa decisione tutela il diritto delle parti a comprendere e verificare i criteri di calcolo adottati dal giudice.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una controversia tributaria tra una contribuente e un’amministrazione regionale. La contribuente aveva ottenuto in primo grado l’annullamento di una cartella esattoriale. La Commissione Tributaria Regionale, in sede di appello, aveva parzialmente riformato la prima sentenza, ma solo per quanto riguarda la statuizione sulle spese, compensandole.

Tuttavia, nel farlo, la Commissione aveva liquidato un importo unico e forfettario di 500,00 Euro per entrambi i gradi di giudizio. La contribuente ha quindi proposto ricorso in Cassazione, lamentando che tale liquidazione cumulativa fosse illegittima perché non distingueva tra le spese del primo e del secondo grado, risultava inferiore ai minimi tariffari e mancava di una motivazione adeguata.

La Decisione della Corte e la corretta liquidazione spese legali

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della contribuente, ritenendo fondata la doglianza sulla liquidazione cumulativa delle spese. Gli Ermellini hanno cassato la sentenza impugnata e rinviato la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado del Lazio, in diversa composizione, affinché proceda a una nuova liquidazione nel rispetto dei principi di diritto enunciati.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte si basa su un orientamento giurisprudenziale consolidato. I giudici hanno affermato che, in tema di spese giudiziali, il giudice ha l’obbligo di liquidare in modo distinto spese e onorari relativi a ciascun grado del giudizio.

Questa specificazione è essenziale per due ragioni principali:

1. Controllo delle Parti: Solo una liquidazione separata consente alle parti di controllare i criteri di calcolo utilizzati dal giudice per ogni fase processuale.
2. Trasparenza della Decisione: Permette di comprendere le ragioni per cui le richieste di pagamento presentate nelle note spese siano state eventualmente ridotte o modificate.

La sentenza impugnata, avendo proceduto a una quantificazione omnicomprensiva e indistinta per i due gradi di merito, si è posta in contrasto con questo principio, rendendo di fatto impossibile per le parti verificare la correttezza del calcolo e la congruità degli importi stabiliti. La Corte ha quindi assorbito ogni altra questione, concentrandosi su questo vizio procedurale determinante.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame rafforza un principio di garanzia fondamentale per le parti processuali. La liquidazione spese legali non può essere un atto arbitrario o sbrigativo, ma deve seguire un percorso logico e trasparente che permetta un controllo effettivo. I giudici di merito sono tenuti a fornire una distinta quantificazione per ogni grado, specificando le voci di costo e gli onorari per ciascuna fase. In caso contrario, come dimostra questa vicenda, la loro decisione è viziata e suscettibile di essere annullata in sede di legittimità. Questa pronuncia serve da monito per assicurare che la determinazione finale delle spese processuali sia sempre giusta, motivata e verificabile.

Un giudice può liquidare le spese legali di primo e secondo grado in un’unica somma forfettaria?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il giudice deve liquidare spese e onorari in modo distinto per ciascun grado del giudizio.

Perché è necessaria una liquidazione separata delle spese per ogni grado di giudizio?
È necessaria per consentire alle parti di controllare i criteri di calcolo adottati dal giudice e di comprendere le ragioni di eventuali riduzioni rispetto alle richieste, garantendo così trasparenza e diritto di difesa.

Cosa accade se una sentenza liquida le spese in modo cumulativo e non distinto?
Una tale sentenza è viziata e può essere impugnata. Come nel caso di specie, la Corte di Cassazione può annullarla (cassarla) e rinviare la causa al giudice del grado precedente affinché provveda a una nuova e corretta liquidazione separata delle spese.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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