LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Liquidazione spese legali: i criteri della Cassazione

Una società contesta la quantificazione delle spese legali a suo favore in una causa tributaria. La Corte di Cassazione accoglie il ricorso, stabilendo principi chiave sulla liquidazione spese legali: il compenso per la fase istruttoria è sempre dovuto e l’accoglimento parziale di una domanda di liquidazione non configura soccombenza reciproca, impedendo la compensazione delle spese del giudizio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Liquidazione spese legali: la Cassazione detta le regole

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 33642/2024) offre chiarimenti fondamentali sulla corretta liquidazione spese legali nel contenzioso tributario, con principi applicabili anche in altri settori. La pronuncia interviene su due aspetti cruciali: il diritto al compenso per le fasi cautelare e istruttoria, e la corretta interpretazione della soccombenza reciproca. Questa decisione è un vademecum essenziale per avvocati e contribuenti per garantire il giusto riconoscimento dei costi sostenuti per la difesa.

Il caso: una vittoria a metà

Una società, dopo aver vinto una causa contro l’Amministrazione Finanziaria, si è vista liquidare le spese legali dal giudice di primo grado in un importo ritenuto troppo basso. La società ha quindi presentato appello, contestando la mancata applicazione dei valori medi previsti dalle tariffe forensi e la mancata specificazione dei compensi per le singole fasi processuali.

La Commissione Tributaria Regionale (CTR) ha accolto parzialmente l’appello, ricalcolando le spese di primo grado. Tuttavia, ha escluso il compenso per la fase istruttoria/trattazione e per quella cautelare. Inoltre, ha deciso di compensare integralmente le spese del giudizio d’appello, sostenendo che l’accoglimento solo parziale della richiesta della società configurasse una ‘soccombenza reciproca’.

Insoddisfatta, la società ha portato il caso dinanzi alla Corte di Cassazione.

La corretta liquidazione spese legali secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha accolto entrambi i motivi di ricorso della società, cassando la sentenza della CTR e fornendo due principi di diritto di notevole importanza pratica.

1. Il compenso per le fasi istruttoria e cautelare è dovuto

La Cassazione ha chiarito che il giudice d’appello ha errato nel negare il compenso per la fase di trattazione/istruttoria. Secondo la Corte, questo compenso spetta al procuratore della parte vittoriosa a prescindere dall’effettivo svolgimento di attività a contenuto puramente istruttorio. È sufficiente la semplice trattazione della causa per avere diritto al relativo compenso, che peraltro è unitario e ricomprende entrambe le attività. Negarlo richiede motivazioni eccezionali.

Allo stesso modo, è stato ritenuto errato escludere il compenso per la fase cautelare. La Corte ha sottolineato che, anche se il giudice della fase cautelare non si pronuncia sulle spese, queste non si intendono compensate. Devono, invece, essere liquidate nella sentenza che definisce il merito del giudizio.

2. L’accoglimento parziale non è soccombenza reciproca

Il punto più rilevante della decisione riguarda la compensazione delle spese d’appello. La CTR l’aveva giustificata qualificando l’accoglimento parziale della richiesta economica della società (la rideterminazione delle spese) come soccombenza reciproca.

La Cassazione ha smontato questa tesi, richiamando un fondamentale principio espresso dalle Sezioni Unite (sent. n. 32061/2022). Si ha soccombenza reciproca solo quando vi sono più domande contrapposte e il giudice ne accoglie solo alcune. Non si verifica, invece, quando viene accolta un’unica domanda ma in misura ridotta rispetto a quanto richiesto. In questo caso, la parte che ha formulato la richiesta è interamente vittoriosa e ha diritto al rimborso delle spese, seppur in misura proporzionata all’esito.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha motivato la sua decisione basandosi su una lettura rigorosa delle norme processuali e dei decreti ministeriali sulle tariffe forensi. Per quanto riguarda la fase istruttoria, la normativa (D.M. 55/2014) prevede un compenso unitario per la fase di trattazione e quella istruttoria, riconoscendo che la gestione di una causa implica sempre un’attività di studio e preparazione che va oltre la semplice presentazione di atti. Escludere a priori tale compenso snaturerebbe il sistema di remunerazione dell’attività difensiva.

Sul fronte della soccombenza, la Corte ha ribadito che la compensazione delle spese è un’eccezione alla regola generale per cui chi perde paga (‘principio della soccombenza’). Applicarla in caso di mero accoglimento parziale di una domanda quantitativa finirebbe per penalizzare ingiustamente la parte che ha comunque visto riconosciuto il proprio diritto. L’accoglimento parziale, infatti, non rende la parte ‘anche soccombente’, ma semplicemente ‘vittoriosa in misura minore del richiesto’. Pertanto, mancando i presupposti della soccombenza reciproca o altre gravi ed eccezionali ragioni, il giudice non può disporre la compensazione.

Le Conclusioni

L’ordinanza n. 33642/2024 della Corte di Cassazione rafforza le tutele per la parte vittoriosa in un giudizio. Le conclusioni pratiche sono le seguenti:
1. Compenso per tutte le fasi: Gli avvocati devono sempre chiedere, e i giudici riconoscere, il compenso per tutte le fasi processuali effettivamente svolte, inclusa quella istruttoria/trattazione, che si presume sempre compiuta.
2. Spese cautelari: Le spese della fase cautelare, se non liquidate nell’immediato, devono essere regolate nella sentenza finale.
3. No alla compensazione facile: La compensazione delle spese non può essere disposta solo perché la richiesta economica di una parte è stata accolta in misura inferiore. La parte rimane totalmente vittoriosa e ha diritto al rimborso delle spese, che il giudice può graduare ma non azzerare tramite compensazione.

La fase istruttoria deve essere sempre liquidata nelle spese legali?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, il compenso per la fase istruttoria e di trattazione è unitario e spetta al difensore della parte vittoriosa anche se non sono state svolte specifiche attività di raccolta prove, essendo sufficiente la trattazione della causa.

Cosa succede se il giudice non liquida le spese della fase cautelare con l’ordinanza che la definisce?
Le spese non si considerano compensate. Devono essere regolate e liquidate dal giudice con la sentenza che decide l’intero merito della causa.

Se chiedo 10.000 euro di spese e il giudice ne liquida 8.000, si verifica una soccombenza reciproca che giustifica la compensazione delle spese?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito, richiamando le Sezioni Unite, che l’accoglimento di una domanda in misura ridotta non costituisce soccombenza reciproca. La parte che ha fatto la richiesta è considerata totalmente vittoriosa e ha diritto al rimborso delle spese, non alla loro compensazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati