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Liquidazione IVA di gruppo: no al rimborso del credito

Una società holding si è vista negare il rimborso di un’eccedenza di credito IVA di gruppo per l’anno 2017. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo che, nel regime di liquidazione IVA di gruppo, i crediti delle società controllate già utilizzati per compensare i debiti infragruppo durante le liquidazioni periodiche non sono più ‘liberi e disponibili’ e, pertanto, non possono essere richiesti a rimborso nella dichiarazione annuale. La Corte ha chiarito che la dichiarazione annuale consolida i risultati periodici, non li azzera, e che i crediti compensati hanno già esaurito la loro funzione.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Liquidazione IVA di gruppo: il credito compensato non è rimborsabile

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato un’importante questione in materia di liquidazione IVA di gruppo, stabilendo un principio chiaro: un credito IVA già utilizzato per compensazioni periodiche all’interno del gruppo non può essere successivamente richiesto a rimborso nella dichiarazione annuale. Questa decisione chiarisce la natura e i limiti del meccanismo di consolidato fiscale per l’IVA, soprattutto con riferimento al regime in vigore prima delle riforme del 2018.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dal ricorso di una società controllante contro il diniego, da parte dell’Amministrazione Finanziaria, del rimborso di un’eccedenza di credito IVA risultante dalla dichiarazione di gruppo per l’anno d’imposta 2017. L’Agenzia delle Entrate aveva motivato il rigetto sostenendo che l’eccedenza richiesta a rimborso non era corretta, in quanto i crediti trasferiti dalle società controllate erano già stati di fatto utilizzati per compensare i debiti di altre società del gruppo durante le liquidazioni periodiche. Di conseguenza, tali importi non erano più ‘liberi e disponibili’ per essere chiesti a rimborso a fine anno.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano respinto i ricorsi della società, confermando la tesi dell’Amministrazione Finanziaria. La contribuente ha quindi proposto ricorso in Cassazione, lamentando una violazione delle norme sulla liquidazione IVA di gruppo e una presunta contraddittorietà nella motivazione dei giudici di merito.

L’Analisi della Cassazione sulla liquidazione IVA di gruppo

La Corte Suprema ha rigettato il ricorso, fornendo un’analisi dettagliata del funzionamento della liquidazione IVA di gruppo disciplinata dall’art. 73 del D.P.R. n. 633/1972. I giudici hanno sottolineato un punto fondamentale: questo regime è una mera procedura liquidatoria e di versamento accentrato. Non crea un nuovo soggetto fiscale unico (come invece avviene nel più recente ‘Gruppo IVA’ introdotto dal 2018), ma permette semplicemente alla capogruppo di gestire in modo aggregato i debiti e i crediti delle singole società, che mantengono la loro distinta soggettività passiva d’imposta.

La non disponibilità del credito già compensato

Il cuore della controversia risiede nel concetto di disponibilità del credito. La Corte ha chiarito che quando una società controllata trasferisce un credito alla capogruppo e questo viene utilizzato per ‘annullare’ un debito di un’altra società del gruppo in una liquidazione periodica, quel credito ha esaurito la sua funzione. Ha avuto l’effetto concreto di ‘sollevare’ la capogruppo da un esborso che altrimenti avrebbe dovuto sostenere. Di conseguenza, tale importo non può essere considerato ancora ‘libero e disponibile’ al momento della dichiarazione annuale per essere richiesto a rimborso.

La dichiarazione annuale di gruppo non è un momento per ricalcolare da capo la posizione, ma rappresenta il compendio finale delle operazioni avvenute durante l’anno, incluse le compensazioni periodiche. L’argomentazione della ricorrente, secondo cui il calcolo finale dovrebbe basarsi solo sulla somma algebrica annuale, è stata quindi respinta in quanto non tiene conto dell’effetto estintivo già prodotto dalle compensazioni periodiche.

Le Motivazioni della Decisione

La Cassazione ha motivato la propria decisione basandosi su una solida interpretazione sistematica delle norme e della giurisprudenza consolidata. Il rigetto del ricorso si fonda sui seguenti principi chiave:

1. Natura Procedurale del Regime: La liquidazione IVA di gruppo è una procedura che facilita il versamento del tributo, ma non altera la responsabilità delle singole società controllate, le quali restano i soggetti passivi d’imposta.
2. Effetto Estintivo della Compensazione: La compensazione periodica infragruppo ha un effetto sostanziale e definitivo. Il credito utilizzato per compensare un debito si estingue e non può ‘rivivere’ ai fini di una successiva richiesta di rimborso.
3. Coerenza del Sistema: La sentenza dei giudici di merito non era contraddittoria. L’affermazione che una parte del credito potesse essere riportata all’esercizio successivo non incideva sulla spettanza del rimborso, ma delineava semplicemente le opzioni residue previste dalla normativa (come il rimborso del minor credito del triennio, non applicabile al caso di specie).
4. Distinzione con il ‘Gruppo IVA’: La Corte ha implicitamente ribadito la differenza tra la vecchia ‘liquidazione IVA di gruppo’ e il nuovo regime del ‘Gruppo IVA’ (artt. 70-bis e ss.), in cui le società perdono la propria soggettività IVA a favore di un unico soggetto fiscale.

Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso sulla gestione dei crediti IVA nel contesto della liquidazione IVA di gruppo. Le imprese che operano con questa modalità devono essere consapevoli che i crediti utilizzati per le compensazioni periodiche infragruppo si considerano definitivamente utilizzati. La dichiarazione annuale serve a riepilogare e conguagliare le posizioni, ma non consente di chiedere a rimborso importi che hanno già prodotto i loro effetti fiscali durante l’anno. Questa pronuncia offre un’importante lezione sulla necessità di una corretta pianificazione e gestione dei flussi IVA all’interno dei gruppi societari, per evitare errate aspettative di rimborso su crediti di fatto già estinti.

Nella liquidazione IVA di gruppo, un credito usato per compensazioni periodiche può essere chiesto a rimborso a fine anno?
No. Secondo la Corte di Cassazione, un credito IVA che è già stato utilizzato durante l’anno per compensare un debito di un’altra società del gruppo (compensazione infragruppo) ha esaurito la sua funzione e non è più ‘libero e disponibile’ per essere richiesto a rimborso nella dichiarazione annuale.

Perché l’eccedenza di credito IVA non è stata considerata ‘libera e disponibile’ per il rimborso?
Perché una parte significativa di tale eccedenza era già stata concretamente impiegata durante le liquidazioni periodiche per estinguere i debiti IVA di altre società controllate. Questo utilizzo in compensazione ha avuto un effetto estintivo immediato, rendendo l’importo non più esistente ai fini di un’ulteriore richiesta di rimborso.

Le società controllate perdono la loro soggettività fiscale nel regime di liquidazione IVA di gruppo?
No. La Corte ha ribadito che, nel regime di liquidazione IVA di gruppo applicabile prima del 2018, le società controllate non perdono la loro soggettività ai fini fiscali e restano responsabili come singoli soggetti passivi d’imposta. Il regime è una mera procedura di liquidazione e versamento centralizzato gestita dalla capogruppo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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