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IVA forfetizzata: legittima la cartella senza avviso

La Corte di Cassazione ha stabilito che per l’IVA forfetizzata legata all’imposta sugli intrattenimenti, l’Amministrazione finanziaria può legittimamente procedere con la notifica di una cartella di pagamento senza emettere un preventivo avviso di accertamento. Questa procedura semplificata, basata sull’iscrizione a ruolo, è un’alternativa all’accertamento ordinario e non viola il principio del contraddittorio. Il ricorso di una società del settore è stato quindi rigettato.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

IVA Forfetizzata: la Cassazione Conferma la Legittimità della Cartella di Pagamento Senza Accertamento Preventivo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale per le imprese che operano nel settore degli intrattenimenti e applicano il regime dell’IVA forfetizzata. La Suprema Corte ha stabilito che l’Agenzia delle Entrate può legittimamente procedere alla riscossione di maggiori imposte attraverso la notifica di una semplice cartella di pagamento, senza la necessità di emettere un preventivo avviso di accertamento e senza che ciò costituisca una violazione del principio del contraddittorio.

Il Caso: Dalla Liquidazione Ordinaria alla Riscossione Forfettaria

Una società operante nel settore dell’intrattenimento si è vista recapitare una cartella di pagamento per oltre 100.000 euro a titolo di IVA per l’anno d’imposta 2006. L’Amministrazione finanziaria, a seguito di un controllo automatizzato, aveva revocato il regime di liquidazione ordinaria dell’IVA scelto dalla società, applicando d’ufficio il regime dell’IVA forfetizzata, tipico del settore degli intrattenimenti.

La contribuente ha impugnato la cartella, lamentando principalmente due vizi procedurali:
1. La mancata instaurazione di un contraddittorio preventivo prima dell’emissione della cartella.
2. L’illegittimità della procedura, sostenendo che l’Agenzia avrebbe dovuto emettere un formale avviso di accertamento per modificare il regime IVA, e non una semplice cartella di pagamento.

Mentre in primo grado i giudici avevano dato ragione alla società, la Commissione Tributaria Regionale aveva ribaltato la decisione, ritenendo legittimo l’operato dell’Agenzia. La questione è quindi giunta all’esame della Corte di Cassazione.

La Procedura Speciale per l’IVA Forfetizzata

La Corte Suprema, nel rigettare il ricorso della società, ha delineato con precisione il quadro normativo applicabile. Il punto centrale della controversia ruota attorno alla procedura di riscossione dell’IVA connessa all’Imposta sugli Intrattenimenti (ISI).

Secondo la Cassazione, per il recupero dell’IVA forfetizzata si applica una procedura speciale, disciplinata dagli articoli 14-ter e 14-quater del d.P.R. n. 640/1972. Questa normativa prevede un meccanismo semplificato e accelerato che si articola in due passaggi:

1. Iscrizione a ruolo: L’importo dovuto viene iscritto direttamente in un elenco esecutivo.
2. Notifica della cartella di pagamento: Successivamente, viene notificata la cartella per la riscossione delle somme.

Questa procedura speciale, sottolinea la Corte, non richiede l’emissione di un preventivo avviso di accertamento.

Contraddittorio e Avviso di Accertamento: Un’Alternativa, non un Obbligo

I giudici hanno chiarito che l’adozione di un accertamento formale, con il relativo contraddittorio procedimentale, non è un passaggio obbligato in questi casi. Si tratta, piuttosto, di una modalità alternativa a disposizione dell’Amministrazione finanziaria.

La scelta di procedere con la via più rapida dell’iscrizione a ruolo e della cartella è una facoltà discrezionale dell’Ufficio, pienamente legittima secondo le norme specifiche del settore. La Corte ha formulato il seguente principio di diritto:

> «In tema di IVA determinata in via forfetizzata, connessa all’imposta sugli intrattenimenti, gli artt. 14 ter, 14 quater e 14 quinquies d.P.R. n. 640 del 1972 […] devono essere interpretati nel senso che di per sé non impongono che l’accertamento sia preceduto dal contraddittorio con il contribuente […] e consentono all’Amministrazione di procedere, in alternativa, attraverso iscrizione a ruolo e notifica della cartella di pagamento.»

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Corte si fonda sulla specificità della normativa che regola l’imposta sugli intrattenimenti e la relativa IVA. Il legislatore ha previsto un percorso di riscossione più snello, giustificato dalla natura particolare del tributo. Il ricorso alla procedura ordinaria, con l’avviso di accertamento, è limitato solo alle ipotesi non coperte da questa disciplina speciale, come ad esempio quando il contribuente abbia validamente e correttamente optato per il regime ordinario e l’Amministrazione non contesti tale scelta. Nel caso di specie, invece, l’Agenzia contestava proprio il regime applicato dal contribuente, ritenendo corretto quello forfettario. Pertanto, l’utilizzo della procedura semplificata è stato ritenuto corretto e rispettoso della legge.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza per le aziende del settore intrattenimento. La sentenza chiarisce che l’Amministrazione finanziaria ha il potere discrezionale di scegliere la via più rapida per la riscossione dell’IVA forfetizzata, senza essere obbligata a seguire il più complesso iter dell’accertamento con contraddittorio. Se da un lato questo garantisce efficienza all’azione amministrativa, dall’altro riduce le garanzie procedurali preliminari per il contribuente, che dovrà difendere le proprie ragioni direttamente impugnando la cartella di pagamento davanti al giudice tributario.

Per recuperare l’IVA forfetizzata sugli intrattenimenti, l’Agenzia delle Entrate deve sempre emettere un avviso di accertamento prima della cartella di pagamento?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la normativa speciale del settore consente all’Amministrazione di procedere, in alternativa, direttamente con l’iscrizione a ruolo e la successiva notifica della cartella di pagamento, senza un preventivo avviso di accertamento.

La procedura semplificata di iscrizione a ruolo e cartella viola il diritto al contraddittorio del contribuente?
No. Secondo la Suprema Corte, questa procedura è una modalità alternativa prevista dalla legge e non impone di per sé un contraddittorio preventivo. Il diritto di difesa del contribuente viene comunque garantito attraverso la possibilità di impugnare la cartella di pagamento davanti al giudice tributario.

L’Amministrazione finanziaria ha discrezionalità nello scegliere quale procedura adottare?
Sì. La sentenza afferma che l’adozione di un accertamento formale con contraddittorio è una mera facoltà e non un obbligo. L’Agenzia può scegliere la procedura semplificata (iscrizione a ruolo e cartella) in base a una valutazione discrezionale, ritenendola più idonea al caso specifico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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