LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Iscrizione ONLUS enti religiosi: no al regolamento

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’Agenzia delle Entrate non può negare l’iscrizione ONLUS a enti religiosi per la mancata adozione di un regolamento interno se tale obbligo deriva solo da una circolare ministeriale e non dalla legge. Le circolari, non essendo fonti di diritto, non possono imporre adempimenti aggiuntivi ai contribuenti. La decisione sottolinea il principio di legalità e la gerarchia delle fonti nel diritto tributario, confermando che i requisiti per l’iscrizione ONLUS enti religiosi sono solo quelli tassativamente previsti dalla normativa primaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Iscrizione ONLUS Enti Religiosi: No al Regolamento Imposto da Circolare

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale del nostro ordinamento: le circolari amministrative non sono fonti di diritto e non possono imporre ai contribuenti obblighi non previsti dalla legge. Il caso specifico riguardava la legittimità del diniego di iscrizione ONLUS enti religiosi basato sulla mancata adozione di un regolamento interno, un adempimento richiesto unicamente da una prassi dell’Agenzia delle Entrate. La pronuncia chiarisce i limiti del potere dell’amministrazione finanziaria e tutela il principio di legalità.

I Fatti del Caso: La Richiesta dell’Amministrazione Finanziaria

Una parrocchia aveva presentato istanza per essere iscritta nell’anagrafe delle ONLUS, al fine di beneficiare delle relative agevolazioni fiscali. L’Agenzia delle Entrate rigettava la richiesta, motivando il diniego con la mancata produzione di un apposito regolamento, redatto per scrittura privata autenticata, che recepisse formalmente tutte le clausole e i requisiti previsti dall’articolo 10 del D.Lgs. 460/1997 per la qualifica di ONLUS.

La pretesa dell’Ufficio si fondava su una propria circolare (la n. 168/E del 1998), la quale interpretava la normativa sostenendo che, in assenza di uno statuto o di un atto costitutivo formale tipico delle altre persone giuridiche private, gli enti ecclesiastici dovessero dotarsi di tale documento per attestare il rispetto dei vincoli di legge.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione all’ente religioso, ritenendo illegittima la richiesta dell’Amministrazione poiché basata su un atto interno privo di forza di legge. L’Agenzia delle Entrate decideva quindi di ricorrere in Cassazione.

La Decisione della Cassazione sulla iscrizione ONLUS enti religiosi

La Suprema Corte ha respinto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, confermando la decisione dei giudici di merito. I giudici di legittimità hanno svolto un’attenta ricostruzione del quadro normativo applicabile all’epoca dei fatti (ratione temporis), precedente alla Riforma del Terzo Settore.

La Normativa Applicabile

Secondo il D.Lgs. 460/1997 e i relativi decreti attuativi, per ottenere l’iscrizione all’anagrafe ONLUS, un ente doveva presentare un’apposita comunicazione alla direzione regionale delle entrate, allegando:

1. Una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, attestante le attività svolte e il possesso dei requisiti di legge.
2. In alternativa alla dichiarazione, copia dello statuto o dell’atto costitutivo.

La normativa non prevedeva alcun obbligo di adottare un regolamento specifico, né per gli enti religiosi né per altre tipologie di soggetti. Questo requisito, come correttamente evidenziato dai giudici, era stato introdotto solo dalla prassi amministrativa.

La Natura Giuridica delle Circolari Ministeriali

Il punto centrale della decisione riguarda il valore giuridico delle circolari ministeriali. La Corte ha ribadito con fermezza che tali atti hanno natura meramente interna all’amministrazione. Essi servono a fornire istruzioni e direttive agli uffici subordinati per garantire un’applicazione uniforme delle norme, ma non costituiscono fonte di diritto.

Di conseguenza, una circolare non può:
– Creare nuovi obblighi per i contribuenti.
– Imporre adempimenti non previsti da una norma di legge primaria o secondaria.
– Essere vincolante per i giudici o per i cittadini.

La violazione di una circolare non può quindi costituire motivo di ricorso per cassazione per “violazione di legge”, come invece sostenuto dall’Agenzia.

Le Motivazioni della Corte

Nelle motivazioni, la Corte spiega che la pretesa dell’Agenzia delle Entrate di subordinare l’iscrizione all’adozione di un regolamento era “sganciata da qualsiasi appiglio normativo”. La legge offriva agli enti, inclusi quelli ecclesiastici, la possibilità di attestare i requisiti tramite una semplice dichiarazione sostitutiva. L’imposizione di un onere documentale aggiuntivo, basato unicamente su una circolare, rappresentava una violazione del principio di legalità, secondo cui l’amministrazione può esigere dai cittadini solo ciò che la legge espressamente prevede.

È interessante notare come la Corte specifichi che un obbligo simile a quello richiesto dall’Agenzia è stato introdotto solo successivamente, con la Riforma del Terzo Settore (D.Lgs. 112/2017 e 117/2017). Questo, tuttavia, non fa che confermare che, secondo la normativa previgente applicabile al caso, tale obbligo non esisteva.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame è di grande importanza per tutti gli enti non profit e, in particolare, per quelli religiosi. Essa rafforza la tutela del contribuente di fronte a pretese dell’amministrazione finanziaria non fondate su una chiara base legale. Le conclusioni che possiamo trarre sono le seguenti:

1. Principio di legalità: Nessun adempimento può essere imposto al contribuente se non è espressamente previsto da una fonte normativa primaria (legge, decreto legislativo) o secondaria (regolamento governativo).
2. Inefficacia delle circolari: Le circolari e le prassi amministrative non vincolano il contribuente e non possono essere utilizzate per fondare un diniego o un accertamento.
3. Tutela degli enti: Gli enti hanno il diritto di vedersi applicare unicamente i requisiti previsti dalla legge al momento della richiesta, senza oneri burocratici aggiuntivi introdotti arbitrariamente dall’amministrazione.

In definitiva, la Corte di Cassazione ha riaffermato che il rapporto tra Fisco e contribuente deve essere governato dalla legge e non da interpretazioni o prassi interne, garantendo così certezza del diritto e protezione contro abusi.

Un ente religioso può essere obbligato ad adottare un regolamento specifico per iscriversi all’anagrafe ONLUS?
No. Secondo la normativa applicabile al caso, non sussisteva alcun obbligo di legge per un ente religioso di adottare un regolamento specifico per ottenere l’iscrizione. La richiesta dell’Agenzia delle Entrate, basata su una propria circolare, è stata ritenuta illegittima.

Qual è il valore legale di una circolare dell’Agenzia delle Entrate?
Una circolare ministeriale è un atto amministrativo interno, che serve a dare istruzioni agli uffici, ma non ha forza di legge. Non può creare obblighi per i contribuenti né essere vincolante per i giudici, i quali devono applicare solo le norme di legge.

Cosa doveva fare un ente ecclesiastico per ottenere la qualifica di ONLUS secondo la normativa analizzata dalla sentenza?
Per ottenere l’iscrizione, l’ente doveva inviare alla competente direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate una comunicazione, allegando una dichiarazione sostitutiva che attestasse il possesso dei requisiti previsti dall’art. 10 del D.Lgs. n. 460/1997. Non erano richiesti altri documenti come un regolamento ad hoc.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati