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Irreperibilità assoluta: quando la notifica è valida

Una società contesta una cartella di pagamento sostenendo la mancata notifica dell’atto presupposto. La Cassazione ha respinto il ricorso, ritenendo valida la notifica per irreperibilità assoluta (art. 60, lett. e, DPR 600/73). La Corte ha ribadito che tale procedura è legittima quando il messo notificatore, dopo adeguate ricerche nel comune, attesta che il contribuente non ha più né abitazione, né ufficio, né azienda. La certificazione del messo gode di fede privilegiata.

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Pubblicato il 26 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Irreperibilità Assoluta: la Cassazione Conferma la Validità della Notifica

La corretta notifica degli atti fiscali è un pilastro fondamentale per la validità della pretesa tributaria. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione torna sul tema delicato della irreperibilità assoluta del contribuente, definendo i confini di una procedura che, sebbene eccezionale, è pienamente legittima se eseguita correttamente. Il caso analizzato offre spunti cruciali per comprendere i doveri del messo notificatore e gli oneri probatori a carico del contribuente che contesta la notifica.

Il Caso: Notifica di un Avviso di Accertamento

Una società a responsabilità limitata in liquidazione impugnava una cartella di pagamento relativa a IRES, IRAP e IVA. Il motivo della contestazione non era il merito della pretesa, ma un vizio procedurale a monte: secondo la società, l’avviso di accertamento, ovvero l’atto presupposto della cartella, non le era mai stato notificato regolarmente.

La Commissione Tributaria Regionale, tuttavia, aveva dato ragione all’Amministrazione Finanziaria, ritenendo rituale la notifica dell’avviso di accertamento, avvenuta ai sensi dell’art. 60, comma 1, lett. e) del D.P.R. 600/73, ovvero tramite la procedura per irreperibilità assoluta. La notifica si era perfezionata con il deposito dell’atto presso la casa comunale e l’affissione all’albo pretorio.

La società ricorreva in Cassazione, sostenendo che, prima di dichiarare l’irreperibilità assoluta, il messo notificatore avrebbe dovuto effettuare ricerche più approfondite nel Comune per escludere un mero cambio di indirizzo, applicando, in caso, la procedura per irreperibilità relativa (art. 140 c.p.c.).

La Questione della Notifica per Irreperibilità Assoluta

Il cuore della controversia risiede nella distinzione tra irreperibilità relativa e assoluta. La prima si verifica quando il destinatario è temporaneamente assente o quando le persone abilitate a ricevere l’atto mancano o si rifiutano di riceverlo. In questo caso, la procedura prevede il deposito dell’atto in Comune e l’invio di una raccomandata informativa al destinatario (art. 140 c.p.c.).

L’irreperibilità assoluta, disciplinata dall’art. 60, lett. e) del D.P.R. 600/73, è una situazione più radicale: il contribuente non ha più un’abitazione, un ufficio o un’azienda nel comune del proprio domicilio fiscale. La procedura, in questo caso, è semplificata e si conclude con il deposito dell’atto presso la casa comunale.

I Doveri del Messo Notificatore

La giurisprudenza consolidata, richiamata dalla Corte, stabilisce che il messo notificatore, prima di poter procedere con la notifica per irreperibilità assoluta, deve svolgere diligenti ricerche nel Comune del domicilio fiscale del contribuente. Lo scopo è accertare che il trasferimento in un luogo sconosciuto non sia, in realtà, un semplice cambio di indirizzo all’interno dello stesso Comune. Queste ricerche devono essere effettive, anche se la legge non prescrive formule sacramentali per documentarle nella relata di notifica, purché dalla stessa emerga chiaramente che sono state compiute.

La Decisione della Cassazione sulla Irreperibilità Assoluta

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, confermando la decisione dei giudici di merito. La Corte ha ritenuto la decisione della Commissione Tributaria Regionale incensurabile, in quanto basata su un accertamento di fatto ben motivato.

Il Principio di Autosufficienza e l’Onere del Ricorrente

In via preliminare, la Corte ha dichiarato inammissibile parte del motivo di ricorso per violazione del principio di autosufficienza. La società, infatti, non aveva trascritto integralmente nel proprio ricorso la relata di notifica contestata, impedendo alla Corte di valutarne direttamente i presunti vizi. Questo passaggio sottolinea un onere fondamentale per chi ricorre in Cassazione: fornire alla Corte tutti gli elementi necessari per decidere sulla base del solo ricorso.

Le Motivazioni

Nel merito, la Corte ha stabilito che la Commissione Tributaria Regionale aveva correttamente applicato i principi di diritto. Il giudice di merito aveva ritenuto rituale la notifica basandosi sulla certificazione del messo notificatore del Comune. Tale certificazione, assistita da fede privilegiata (valida fino a querela di falso), attestava di aver notificato l’atto ai sensi dell’art. 60, D.P.R. 600/73, a causa dell’assenza di un domicilio o di una sede secondaria, e di aver proceduto alla pubblicazione all’albo comunale. Secondo la Cassazione, la valutazione del giudice di merito circa l’adeguatezza delle ricerche svolte dal messo costituisce un apprezzamento di fatto che non può essere riesaminato in sede di legittimità.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un punto fermo: la notifica per irreperibilità assoluta è una procedura valida, ma non automatica. Richiede che il messo notificatore svolga un’attività di ricerca preliminare nel comune per verificare l’effettiva assenza di qualsiasi recapito del contribuente. L’esito di tali ricerche, attestato nella relata di notifica, assume un valore probatorio rafforzato. Per il contribuente che intende contestare tale procedura, diventa essenziale non solo allegare il vizio, ma anche rispettare i rigorosi oneri processuali, come il principio di autosufficienza, per consentire al giudice di esaminare concretamente la fondatezza della doglianza.

Quando si può procedere con la notifica per irreperibilità assoluta?
Si può procedere quando, nel Comune sede del domicilio fiscale, il contribuente non ha più abitazione, ufficio o azienda e, di conseguenza, mancano dati ed elementi idonei per notificare l’atto in altro modo. Questa condizione deve essere accertata dal messo notificatore attraverso specifiche ricerche.

Quali ricerche deve compiere il messo notificatore prima di dichiarare l’irreperibilità assoluta?
Il messo notificatore deve svolgere ricerche volte a verificare che il contribuente non si sia semplicemente trasferito in un altro luogo all’interno dello stesso Comune. Sebbene la legge non specifichi nel dettaglio quali attività compiere, dalla relazione di notifica deve emergere chiaramente che le ricerche sono state effettuate prima di procedere con il rito dell’art. 60, lett. e), D.P.R. n. 600/73.

Perché il ricorso della società è stato respinto?
Il ricorso è stato respinto per due ragioni principali. In primo luogo, per un vizio procedurale (difetto di autosufficienza), poiché la società non aveva trascritto la relata di notifica nel ricorso. Nel merito, perché la Corte ha ritenuto che la decisione del giudice precedente fosse un corretto apprezzamento dei fatti, basato sulla certificazione del messo notificatore (dotata di fede privilegiata), che attestava l’assenza di un domicilio e la conseguente pubblicazione all’albo comunale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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