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Irreperibilità assoluta: notifica nulla senza ricerche

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di merito, stabilendo che la notifica di una cartella di pagamento per irreperibilità assoluta è illegittima se non preceduta da adeguate e documentate ricerche del messo notificatore nel Comune di domicilio fiscale del contribuente. Il caso riguardava una contribuente che aveva impugnato una cartella esattoriale, e la Corte ha accolto le sue ragioni, sottolineando che non si può ricorrere alla procedura semplificata senza aver prima verificato l’effettivo trasferimento del destinatario in luogo sconosciuto. La causa è stata rinviata per un nuovo esame.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Irreperibilità Assoluta: Notifica Nulla Senza Ricerche Adeguate

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi sulla delicata questione della notifica degli atti impositivi, fissando paletti rigorosi per l’utilizzo della procedura di irreperibilità assoluta. La Suprema Corte ha chiarito che, per ritenere valida tale notifica, non basta la semplice impossibilità di consegnare l’atto, ma è necessario che l’agente notificatore dimostri di aver svolto ricerche concrete e approfondite per rintracciare il contribuente nel suo comune di domicilio fiscale. Vediamo nel dettaglio la vicenda e i principi affermati.

I Fatti del Caso: Una Lunga Vicenda Giudiziaria

Una contribuente impugnava una cartella di pagamento notificatale nel 2011, relativa a imposte e contributi per l’anno 1994. Tra i vari motivi, la ricorrente eccepiva la prescrizione del credito e la decadenza dell’amministrazione dal potere di riscossione. I giudici di primo e secondo grado rigettavano le sue domande, ritenendo che una precedente notifica, avvenuta nel 2003 con il rito degli irreperibili assoluti, avesse reso definitiva la pretesa tributaria, interrompendo la prescrizione.

In particolare, la Commissione Tributaria Regionale aveva considerato legittima la procedura di notifica per irreperibilità assoluta effettuata nel 2003, nonostante la contribuente contestasse l’assenza dei presupposti di legge. La questione è così giunta all’esame della Corte di Cassazione.

La Notifica per Irreperibilità Assoluta Sotto la Lente della Cassazione

La contribuente, con uno dei motivi di ricorso accolti dalla Corte, ha lamentato l’errata applicazione dell’art. 60, lett. e), del D.P.R. n. 600/1973. Sosteneva che i giudici di merito avessero validato una notifica per irreperibilità assoluta in assenza degli elementi necessari a giustificarla, confondendola con la diversa ipotesi dell’irreperibilità relativa.

La Cassazione ha colto l’occasione per ribadire la netta distinzione tra le due fattispecie:
* Irreperibilità relativa: si verifica quando il destinatario, pur avendo un indirizzo conosciuto, non viene trovato al momento della consegna (ad esempio, per assenza temporanea).
* Irreperibilità assoluta: ricorre quando il notificatore non reperisce il destinatario perché quest’ultimo si è trasferito in un luogo sconosciuto e non ha più né abitazione, né ufficio, né azienda nel Comune dove la notifica deve essere eseguita.

Quest’ultima procedura, essendo meno garantista per il contribuente, può essere attivata solo a condizioni rigorose.

La Decisione della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della contribuente, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado. Sono stati accolti due motivi principali: l’omessa pronuncia sull’eccezione di decadenza e, soprattutto, l’illegittimità della notifica effettuata nel 2003.

Le Motivazioni

Nelle motivazioni, la Corte ha spiegato che il messo notificatore, prima di poter legittimamente ricorrere alla procedura per irreperibilità assoluta, ha l’onere di svolgere ricerche effettive per verificare che il contribuente si sia effettivamente trasferito in luogo sconosciuto. Queste ricerche non possono essere generiche o limitarsi a prendere atto di una dichiarazione verbale (ad esempio, del portiere dello stabile), ma devono essere approfondite e svolte all’interno del Comune di domicilio fiscale del contribuente.

La Suprema Corte ha sottolineato che, pur non essendo prescritte specifiche formalità, dalle attestazioni del messo deve emergere chiaramente che tali ricerche sono state effettuate. L’agente notificatore deve accertare, ad esempio tramite i registri anagrafici, che il soggetto non abbia più alcuna sede (abitazione, ufficio o azienda) in quel Comune. In assenza di tale prova, la notifica è da considerarsi invalida.

Nel caso di specie, la CTR aveva errato nel ritenere legittima la procedura senza che risultasse da alcun atto l’effettuazione di queste indispensabili attività di ricerca preliminare.

Le Conclusioni

Questa pronuncia rafforza le tutele del contribuente, impedendo all’Amministrazione Finanziaria di utilizzare la procedura di notifica per irreperibilità assoluta come una scorciatoia. Per poter considerare un contribuente “assolutamente irreperibile”, non è sufficiente non trovarlo all’indirizzo noto, ma è obbligatorio dimostrare di aver compiuto ogni ragionevole sforzo per localizzarlo all’interno del suo comune. Gli atti notificati in violazione di questo principio sono invalidi, con tutte le conseguenze del caso in termini di decadenza e prescrizione della pretesa tributaria. La decisione impone quindi un maggior rigore agli agenti della riscossione e offre uno strumento di difesa in più ai cittadini.

Quando è valida una notifica per irreperibilità assoluta?
La notifica per irreperibilità assoluta è valida solo se il messo notificatore, prima di procedere, ha svolto e documentato ricerche approfondite nel Comune del domicilio fiscale del contribuente, volte a verificare l’effettivo trasferimento di quest’ultimo in un luogo sconosciuto e l’assenza di qualsiasi altra sua abitazione, ufficio o azienda in quel territorio.

Qual è la differenza tra irreperibilità assoluta e relativa?
L’irreperibilità relativa si verifica quando il destinatario è solo temporaneamente assente dall’indirizzo conosciuto, che rimane il suo punto di riferimento. L’irreperibilità assoluta, invece, si configura quando il destinatario non ha più alcun recapito noto (né abitazione, né ufficio, né azienda) nel Comune e si presume si sia trasferito in un luogo sconosciuto.

Cosa deve fare il messo notificatore prima di dichiarare l’irreperibilità assoluta?
Deve svolgere ricerche concrete e fattive per accertare la situazione, non limitandosi a una constatazione momentanea. La giurisprudenza indica come necessarie, ad esempio, le verifiche presso i registri anagrafici del Comune. La semplice dichiarazione di un terzo (come un portiere) che il destinatario si è “trasferito altrove” non è, da sola, sufficiente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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