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Irreperibilità assoluta: gli oneri di prova del Fisco

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria, confermando che per una notifica con rito di irreperibilità assoluta, l’ente impositore deve dimostrare di aver svolto ricerche approfondite per verificare l’assenza del contribuente dal comune del domicilio fiscale. La semplice mancata consegna di raccomandate non è sufficiente. Di conseguenza, la cartella esattoriale è stata annullata per la mancata valida notifica degli atti presupposti.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Irreperibilità Assoluta: Quando la Notifica Fiscale è Valida?

La notifica degli atti fiscali è un momento cruciale nel rapporto tra Fisco e contribuente. Una notifica errata può invalidare l’intera pretesa tributaria. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sui precisi oneri probatori a carico dell’Amministrazione Finanziaria in caso di irreperibilità assoluta del destinatario, distinguendola nettamente dalla semplice irreperibilità relativa e specificando quali ricerche sono necessarie per legittimare la procedura semplificata.

I fatti del caso

Una società a responsabilità limitata impugnava una cartella esattoriale, sostenendo la sua nullità per mancata notifica degli avvisi di accertamento presupposti. L’Amministrazione Finanziaria si difendeva affermando di aver correttamente seguito la procedura di notifica per irreperibilità assoluta, prevista dall’art. 60, lett. e), del D.P.R. 600/1973.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale accoglievano le ragioni della società, ritenendo che l’Agenzia non avesse fornito prova sufficiente delle ricerche necessarie a giustificare tale procedura semplificata. In sostanza, i giudici di merito ritenevano che si trattasse di un caso di irreperibilità relativa, che avrebbe richiesto l’applicazione delle più garantiste formalità previste dall’art. 140 del codice di procedura civile, come l’invio della raccomandata informativa. L’Amministrazione Finanziaria ricorreva quindi in Cassazione.

La decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria, confermando le decisioni dei gradi precedenti. Gli Ermellini hanno ribadito un principio consolidato: la procedura di notifica semplificata per irreperibilità assoluta è una misura eccezionale e può essere utilizzata solo quando sia stata accertata, tramite adeguate ricerche, la totale assenza del contribuente (inteso come mancanza di abitazione, ufficio o azienda) nel comune del suo domicilio fiscale.

Le motivazioni e l’onere della prova nell’irreperibilità assoluta

La Corte ha chiarito che non è sufficiente, per l’ente impositore, limitarsi a tentare la notifica postale e, di fronte alla mancata consegna, procedere con il rito dell’art. 60, lett. e). È necessario un quid pluris. Il messo notificatore, prima di poter dichiarare l’irreperibilità assoluta, deve svolgere ricerche concrete e verificabili sul territorio del Comune per accertare che il contribuente si sia effettivamente trasferito in luogo sconosciuto e non abbia più alcuna sede o recapito.

Nel caso di specie, l’Amministrazione Finanziaria aveva insistito sull’invio di numerose raccomandate (sia alla società che al suo legale rappresentante) tutte tornate al mittente, ma non aveva documentato le specifiche ricerche svolte dal messo notificatore per accertare la scomparsa del contribuente dal territorio comunale. Questa mancanza probatoria è stata fatale. La Corte ha specificato che, in assenza di tale prova, la situazione va qualificata come irreperibilità relativa (o temporanea), per la quale la legge impone il rispetto delle garanzie dell’art. 140 c.p.c. (deposito dell’atto presso la casa comunale, affissione dell’avviso alla porta e invio di raccomandata informativa). Poiché tali adempimenti non erano stati eseguiti, la notifica degli atti prodromici è stata considerata nulla.

Conclusioni e implicazioni pratiche

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale a tutela del diritto di difesa del contribuente. L’Amministrazione Finanziaria non può abusare della procedura semplificata di notifica per irreperibilità assoluta. Per poterla legittimamente utilizzare, deve essere in grado di dimostrare, e non solo affermare, di aver compiuto tutte le ricerche necessarie a escludere la presenza del contribuente nel comune del domicilio fiscale. La semplice attestazione generica del messo notificatore non è sufficiente. La conseguenza diretta di una notifica irregolare degli avvisi di accertamento è la nullità derivata della successiva cartella di pagamento, che viene così travolta e annullata.

Qual è la differenza tra irreperibilità relativa e assoluta ai fini della notifica fiscale?
L’irreperibilità relativa si ha quando il destinatario (o altra persona abilitata) non viene trovato all’indirizzo conosciuto, ma vi sono ancora la sua abitazione o il suo ufficio; in questo caso si applica l’art. 140 c.p.c. L’irreperibilità assoluta, invece, ricorre quando il contribuente non ha più né abitazione, né ufficio, né azienda nel comune del domicilio fiscale e le ricerche per trovarlo hanno dato esito negativo; in tal caso si applica la procedura semplificata dell’art. 60, lett. e), D.P.R. 600/73.

Cosa deve dimostrare l’Amministrazione Finanziaria per poter usare la procedura di irreperibilità assoluta?
Deve dimostrare che il messo notificatore ha svolto effettive e concrete ricerche nel comune del domicilio fiscale del contribuente, volte a verificare che quest’ultimo non abbia più né un’abitazione, né un ufficio, né un’azienda in quel territorio. La sola prova della mancata consegna di raccomandate è insufficiente.

Qual è la conseguenza di una notifica degli avvisi di accertamento effettuata senza rispettare le regole sull’irreperibilità?
La notificazione è invalida. Di conseguenza, anche la successiva cartella di pagamento, che si fonda su quegli avvisi di accertamento mai validamente portati a conoscenza del contribuente, risulta a sua volta invalida e deve essere annullata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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