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Investimenti ambientali: la Cassazione e l’ammortamento

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 28645/2025, si è pronunciata sul calcolo del beneficio fiscale per gli investimenti ambientali (c.d. “Tremonti Ambiente”). Ha stabilito che, in base alla normativa europea applicabile, dal calcolo del ‘sovraccosto’ agevolabile vanno esclusi i vantaggi e i costi operativi. Tuttavia, ha accolto il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria su un punto cruciale: la deduzione delle quote di ammortamento dell’impianto, oltre all’agevolazione principale, costituisce una duplicazione del beneficio non consentita, in quanto il costo dell’investimento è già interamente considerato nel calcolo dell’incentivo.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Investimenti ambientali: la Cassazione frena sul doppio beneficio fiscale

L’incentivazione degli investimenti ambientali è un pilastro delle politiche economiche moderne, ma la sua applicazione pratica può generare complesse questioni fiscali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 28645 del 2025, interviene su un caso emblematico relativo alla cosiddetta “Tremonti Ambiente”, fornendo chiarimenti cruciali sul calcolo dell’agevolazione e ponendo un freno alla possibilità di una doppia deduzione.

I fatti del caso

Una società operante nel settore energetico realizzava un impianto fotovoltaico, accedendo ai benefici del “secondo conto energia”. Successivamente, in sede di dichiarazione dei redditi, richiedeva anche l’applicazione della detassazione per investimenti ambientali prevista dalla legge n. 388/2000 (la “Tremonti Ambiente”).

L’Amministrazione Finanziaria rettificava la dichiarazione, non contestando la possibilità di cumulare i due benefici, ma il metodo di calcolo dell’importo agevolabile. Ne nasceva un contenzioso che, dopo due gradi di giudizio favorevoli alla società contribuente, giungeva all’attenzione della Corte di Cassazione.

Le questioni principali sollevate dall’Amministrazione Finanziaria erano due: la corretta determinazione della base di calcolo dell’agevolazione e l’indebita deduzione, da parte della società, delle quote di ammortamento dell’impianto in aggiunta al beneficio fiscale già goduto.

La decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha analizzato distintamente le due censure, arrivando a una decisione che accoglie solo parzialmente le ragioni dell’ente impositore.

Il calcolo del beneficio per gli investimenti ambientali

Il primo punto controverso riguardava l’inclusione, nel calcolo del cosiddetto “sovraccosto” agevolabile, dei costi e dei vantaggi operativi derivanti dall’investimento. L’Amministrazione Finanziaria sosteneva che questi elementi dovessero essere considerati.

La Cassazione, tuttavia, ha dato ragione alla società. I giudici hanno chiarito che la normativa di riferimento, per il periodo d’imposta in questione, è il Regolamento europeo n. 800/2008. Tale regolamento, a differenza della precedente disciplina, ha esplicitamente escluso i vantaggi e i costi operativi dal calcolo del costo ammissibile per gli investimenti ambientali. Di conseguenza, la tesi della società, e delle corti di merito che l’avevano accolta, è stata ritenuta corretta. Il calcolo si basa unicamente sul costo supplementare sostenuto per la tecnologia ambientale, senza dover sottrarre i futuri profitti o aggiungere i costi di gestione.

Il divieto di doppia agevolazione: ammortamento e investimenti ambientali

Sul secondo punto, invece, la Corte ha accolto pienamente la tesi dell’Amministrazione Finanziaria. La società, oltre a beneficiare della detassazione sull’intero costo dell’investimento, aveva anche dedotto le quote di ammortamento annuali dell’impianto fotovoltaico.

La Cassazione ha bollato questa pratica come una “illegittima e non prevista duplicazione agevolativa”. Il ragionamento è lineare: l’agevolazione “Tremonti Ambiente” consiste nell’escludere dal reddito imponibile un importo pari al costo dell’investimento. Questo costo, per sua natura, già include il valore del bene che verrà progressivamente perso nel tempo attraverso l’ammortamento. Consentire anche la deduzione delle quote di ammortamento significherebbe concedere un doppio beneficio fiscale sullo stesso costo, cosa non prevista dalla legge.

Le motivazioni

La Corte fonda la sua decisione su un’attenta ricostruzione della normativa nazionale ed europea e su principi fiscali consolidati. Sulla prima questione, la motivazione è prettamente normativa: il Regolamento (CE) n. 800/2008, applicabile ratione temporis, ha modificato le regole di calcolo rispetto alle precedenti Comunicazioni della Commissione Europea, espungendo i costi e i benefici operativi dal computo del sovraccosto. La Corte si allinea quindi a questa evoluzione del diritto comunitario.

Sulla seconda e più importante questione, quella dell’ammortamento, la motivazione si basa su un principio fondamentale del diritto tributario: il divieto di doppia deduzione. La deduzione integrale del costo d’acquisto dell’impianto tramite il meccanismo della “Tremonti Ambiente” esaurisce il beneficio fiscale legato a quel bene. L’ammortamento è il processo contabile che permette di dedurre il costo di un bene nel corso della sua vita utile; se il costo è già stato “neutralizzato” fiscalmente in un’unica soluzione tramite l’agevolazione, non può essere dedotto una seconda volta, seppur ratealmente. Accettare il contrario creerebbe un’indebita distorsione e un vantaggio non voluto dal legislatore.

Le conclusioni

L’ordinanza ha implicazioni pratiche significative per le imprese che realizzano investimenti ambientali. In primo luogo, conferma che per i periodi d’imposta sotto la vigenza del Regolamento 800/2008, il calcolo dell’agevolazione è più semplice e potenzialmente più vantaggioso, non dovendo essere decurtato dei benefici operativi. In secondo luogo, e soprattutto, lancia un monito inequivocabile: beneficiare della detassazione per un investimento preclude la possibilità di dedurre anche le relative quote di ammortamento. Le imprese devono quindi prestare massima attenzione alla corretta gestione contabile e fiscale di tali beni per non incorrere in contestazioni che, come dimostra questo caso, possono essere ritenute fondate dalla Suprema Corte.

Come si calcola il beneficio fiscale per gli investimenti ambientali secondo questa ordinanza?
La Corte ha stabilito che, per il periodo di imposta in esame e in applicazione del Regolamento CE n. 800/2008, il calcolo del beneficio (il ‘sovraccosto’) non deve tenere conto dei vantaggi e dei costi operativi. L’agevolazione si calcola solo sul costo supplementare dell’investimento ambientale rispetto a uno tradizionale.

È possibile dedurre le quote di ammortamento di un bene se si è già usufruito della detassazione ‘Tremonti Ambiente’ sul suo costo?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che ciò costituirebbe un’illegittima duplicazione del beneficio fiscale. L’agevolazione che permette di ‘sterilizzare’ fiscalmente il costo dell’investimento assorbe e sostituisce la deduzione periodica delle quote di ammortamento.

I benefici del ‘Conto Energia’ sono cumulabili con l’agevolazione ‘Tremonti Ambiente’?
Sì. Nel caso di specie, la possibilità di cumulare i due benefici non è stata negata dall’Amministrazione Finanziaria e la Corte, citando un proprio precedente, conferma che per gli impianti fotovoltaici la cumulabilità è possibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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