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Interpello e conoscenza formale: Cassazione chiarisce

Una società ha presentato un’istanza di interpello su questioni IVA, pur essendo a conoscenza di una verifica fiscale su una sua controllata per problematiche simili. L’Amministrazione Finanziaria ha dichiarato l’istanza inammissibile per via della “conoscenza formale” della verifica. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, specificando che la conoscenza formale, ai fini della preclusione, deve scaturire da un’attività di controllo rivolta direttamente al soggetto istante e non a terzi, anche se facenti parte dello stesso gruppo societario.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Conoscenza Formale e Interpello: Quando un Accertamento a Terzi Preclude la Domanda?

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 33973 del 2024 offre un chiarimento fondamentale sul concetto di conoscenza formale come causa di inammissibilità dell’istanza di interpello. La Corte ha stabilito che la mera consapevolezza di una verifica fiscale in corso su una società controllata non impedisce alla controllante di presentare un’istanza di interpello su questioni analoghe. Questo principio rafforza la certezza del diritto per le imprese che operano in gruppi societari.

I Fatti di Causa

Una società operante nel settore dei depositi costieri presentava un’istanza di interpello all’Amministrazione Finanziaria per ottenere delucidazioni sul corretto regime IVA applicabile ad alcune sue operazioni portuali. All’interno della stessa istanza, la società menzionava di essere a conoscenza di una verifica, condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, nei confronti di un’altra società del gruppo (una sua controllata) che svolgeva attività simili. Tale verifica aveva messo in discussione la non imponibilità IVA di tali servizi.

L’Amministrazione Finanziaria, basandosi su questa ammissione, dichiarava inammissibile l’istanza. La motivazione risiedeva nell’articolo 5 del D.Lgs. 156/2015, che vieta l’interpello su questioni per le quali siano già state avviate attività di controllo di cui il contribuente abbia “formale conoscenza”. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella di secondo grado confermavano questa interpretazione, ritenendo che il legame di controllo tra le due società e l’identità del legale rappresentante fossero sufficienti a integrare il requisito della conoscenza formale.

La Questione Giuridica: I Limiti della Conoscenza Formale

Il nodo cruciale della controversia era definire l’esatta portata della locuzione “formale conoscenza”. Ci si chiedeva se tale concetto potesse estendersi fino a includere la conoscenza di un’attività di accertamento non rivolta direttamente al soggetto istante, ma a un’entità giuridica distinta, sebbene collegata. In sostanza, la conoscenza indiretta di una verifica su una controllata equivale a una conoscenza formale che preclude l’accesso all’interpello per la controllante? La società ricorrente sosteneva di no, argomentando che la conoscenza, per essere “formale”, deve derivare da un atto o provvedimento di cui l’istante sia il destinatario diretto.

Le Motivazioni della Cassazione sulla Nozione di Conoscenza Formale

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della società, ribaltando le decisioni dei gradi precedenti e fornendo un’interpretazione rigorosa del requisito.

Distinzione tra Conoscenza Formale e Semplice Notizia

I giudici hanno chiarito che, sebbene la “formale conoscenza” sia un concetto più ampio della “formale notifica”, essa richiede pur sempre un coinvolgimento diretto e personale del contribuente in un’attività procedimentale. Non è sufficiente una conoscenza acquisita “per altra via” o indirettamente. Il contribuente deve essere stato destinatario di un atto o aver partecipato a un’attività di controllo che lo riguarda personalmente (es. contraddittorio, ispezione, risposta a un questionario).

L’Autonomia Giuridica dei Soggetti

La Corte ha sottolineato che l’attività di controllo era stata avviata nei confronti della società controllata, un soggetto giuridico pienamente autonomo rispetto alla controllante. Anche in presenza di un gruppo societario, l’azione dell’Amministrazione Finanziaria diretta a un’entità non può automaticamente produrre effetti preclusivi nei confronti di un’altra. La conoscenza formale resta legata al soggetto destinatario dell’azione di controllo.

La Ratio della Norma

La finalità della norma che preclude l’interpello è quella di evitare che il contribuente utilizzi questo strumento per interferire con un’attività di accertamento già in corso nei suoi confronti, ottenendo una sorta di “revisione” anticipata degli esiti. Questo rischio, secondo la Corte, non sussiste quando l’accertamento riguarda un terzo, poiché l’esito dell’interpello vincolerà l’Amministrazione solo nei confronti del richiedente e non influenzerà procedimenti relativi ad altri soggetti.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha affermato che l’istanza di interpello era pienamente ammissibile. La sentenza stabilisce un principio di diritto chiaro: la preclusione all’interpello per conoscenza formale di un’attività di controllo scatta solo se tale attività è diretta nei confronti del soggetto istante. La conoscenza di verifiche a carico di altre società, anche se appartenenti allo stesso gruppo, non è sufficiente a integrare tale requisito. La decisione cassa la sentenza impugnata e, decidendo nel merito, accoglie il ricorso originario del contribuente, condannando l’Amministrazione Finanziaria al pagamento delle spese processuali.

La conoscenza di una verifica fiscale su una società controllata impedisce alla società controllante di presentare un interpello su materie simili?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la “conoscenza formale” che preclude l’interpello deve derivare da un’attività di controllo diretta nei confronti del soggetto che presenta l’istanza, non di un’altra entità giuridica, anche se facente parte dello stesso gruppo.

Che differenza c’è tra “formale conoscenza” e “formale notifica” secondo la sentenza?
La “formale notifica” è legata a uno specifico procedimento di notificazione di un atto. La “formale conoscenza” è un concetto più ampio, che richiede comunque un coinvolgimento diretto del contribuente in un atto procedimentale (es. partecipazione a un contraddittorio, presenza durante un’ispezione), non una semplice conoscenza indiretta dei fatti.

Perché il controricorso dell’Amministrazione Finanziaria è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché è stato depositato in ritardo. La legge prevede un termine di 40 giorni dalla notifica del ricorso per il deposito del controricorso, e in questo caso tale termine non è stato rispettato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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