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Interessi rimborso IRES: decorrenza dal versamento

Una società creditizia ha richiesto un rimborso IRES a seguito della sopravvenuta deducibilità parziale dell’IRAP. La controversia riguardava la data di decorrenza degli interessi su tale rimborso. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha stabilito che gli interessi decorrono dalla data dell’originario versamento e non dalla data di entrata in vigore della legge che ha introdotto la deducibilità. La Corte ha chiarito che la normativa tributaria sui rimborsi è speciale e prevale su quella civilistica dell’indebito, affermando la natura compensativa degli interessi, volti a reintegrare il patrimonio del contribuente dal momento in cui ha effettuato il pagamento non dovuto, a prescindere dalla buona fede dell’Amministrazione Finanziaria. La sentenza ha quindi cassato la decisione di secondo grado, che aveva fissato una decorrenza successiva, e ha accolto il ricorso incidentale dell’Amministrazione Finanziaria su un altro punto processuale.

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Pubblicato il 3 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Interessi su Rimborso IRES: La Cassazione Sceglie la Data del Versamento

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema di grande rilevanza per i contribuenti: la corretta determinazione della data di decorrenza per il calcolo degli interessi su un rimborso IRES. La questione nasce quando il diritto al rimborso sorge a seguito di una modifica normativa con effetto retroattivo. La Corte ha stabilito un principio chiaro: gli interessi maturano dalla data dell’originario versamento, non da quella di entrata in vigore della nuova legge. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le motivazioni di questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Una società creditizia, in qualità di consolidante, aveva richiesto la restituzione di una cospicua somma versata a titolo di IRES. La richiesta si basava sulla sopravvenuta deducibilità parziale dell’IRAP, introdotta con una norma successiva (art. 6 del D.L. n. 185/2008). L’Amministrazione Finanziaria riconosceva solo parzialmente il rimborso, e la società adiva le vie legali per ottenere la differenza e gli interessi maturati.

Mentre la Commissione Tributaria Provinciale accoglieva il ricorso della società, la Commissione Tributaria Regionale riformava parzialmente la decisione. In particolare, i giudici di secondo grado stabilivano che gli interessi dovessero decorrere non dalla data del pagamento, ma dalla data di entrata in vigore della legge che aveva introdotto la deducibilità. La motivazione si fondava sull’applicazione dei principi civilistici della ripetizione dell’indebito (art. 2033 c.c.), secondo cui, se il ricevente è in buona fede, gli interessi sono dovuti solo dalla data della domanda. L’Amministrazione, avendo incassato le somme sulla base di una legge all’epoca vigente, era considerata in buona fede.

La decisione della Corte di Cassazione e gli interessi su rimborso IRES

La società contribuente ha impugnato la sentenza regionale dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando la violazione delle norme specifiche in materia tributaria. La Corte Suprema ha accolto il motivo di ricorso principale, ribaltando la decisione di secondo grado.

I giudici hanno affermato che la disciplina del rimborso delle imposte sui redditi, contenuta nel D.P.R. n. 602/1973 (artt. 38 e 44), costituisce una normativa speciale che prevale sulle regole generali del codice civile. Questa disciplina non dà alcuna rilevanza allo stato di buona o mala fede dell’Amministrazione finanziaria (l’ accipiens).

Le motivazioni

La Corte ha chiarito che gli interessi previsti dall’art. 44 del D.P.R. n. 602/1973 non hanno una funzione moratoria (cioè di risarcimento per il ritardo), ma una funzione compensativa. Il loro scopo è reintegrare la diminuzione patrimoniale subita dal contribuente per non aver potuto disporre della somma di denaro versata al Fisco e poi risultata non dovuta.

Di conseguenza, il punto di riferimento temporale per la decorrenza degli interessi (il dies a quo) è unico e inequivocabile: la ‘data del versamento’, come testualmente previsto dalla norma. La retroattività della legge che ha generato il diritto al rimborso (il jus superveniens) rende il pagamento originario indebito ex tunc (cioè, fin dall’inizio), e da quel momento deve essere ripristinata la situazione patrimoniale del contribuente. Posticipare la decorrenza degli interessi all’entrata in vigore della nuova legge significherebbe lasciare una parte del pregiudizio economico a carico del contribuente, in contrasto con la ratio della norma tributaria.

La Corte ha anche affrontato il ricorso incidentale dell’Amministrazione Finanziaria, che lamentava l’inammissibilità del suo appello su un’altra questione. Su questo punto, la Cassazione ha dato ragione all’Amministrazione, ritenendo l’appello originario sufficientemente specifico e quindi meritevole di esame nel merito.

Conclusioni

La Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado per un nuovo esame, che dovrà attenersi al principio di diritto enunciato. La decisione rafforza la tutela del contribuente, garantendo che il ristoro per un pagamento di imposte non dovute sia completo e inizi dal momento esatto in cui il suo patrimonio è stato intaccato. Questo principio si applica anche quando il diritto al rimborso emerge a causa di una modifica legislativa retroattiva, confermando la specialità e l’autonomia del diritto tributario rispetto alle norme civilistiche generali.

Da quando iniziano a decorrere gli interessi su un rimborso di imposte sui redditi come l’IRES?
Gli interessi decorrono dalla data in cui il contribuente ha effettuato il versamento dell’imposta che si è poi rivelata non dovuta, e non dalla data della domanda di rimborso o dall’entrata in vigore di una legge che ha generato tale diritto.

La buona fede dell’Amministrazione Finanziaria nell’incassare le imposte influisce sul calcolo degli interessi dovuti al contribuente?
No. La normativa specifica sui rimborsi fiscali (art. 44 del d.P.R. n. 602/1973) non attribuisce alcuna rilevanza allo stato soggettivo di buona o mala fede dell’ente impositore. La funzione degli interessi è puramente compensativa del mancato godimento della somma da parte del contribuente.

Le regole del codice civile sulla restituzione dei pagamenti non dovuti (art. 2033 c.c.) si applicano ai rimborsi fiscali?
No, in materia di rimborso delle imposte sui redditi vige un regime speciale dettato dalla normativa tributaria, che prevale sulla disciplina generale prevista dal codice civile. Pertanto, si applica l’art. 44 del d.P.R. n. 602/1973 e non l’art. 2033 del codice civile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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