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Interessi rimborso fiscale: fino a quando si calcolano?

Una società ottiene un rimborso fiscale ma sorge una controversia sul calcolo degli interessi. I tribunali di merito danno ragione alla società, accordando gli interessi fino alla data dell’effettivo pagamento. La Corte di Cassazione, però, ribalta la decisione, chiarendo che gli interessi su un rimborso fiscale maturano solo fino alla data dell’ordinativo di pagamento, come stabilito dall’art. 44 del d.P.R. 602/1973, e non fino al successivo accredito.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Interessi rimborso fiscale: la Cassazione chiarisce la data finale

Quando un contribuente ha diritto a un rimborso d’imposta, sorge spesso una domanda cruciale: fino a quale momento esatto maturano gli interessi su quella somma? La questione degli interessi su rimborso fiscale è fondamentale, poiché la differenza tra una data e un’altra può tradursi in importi significativi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento decisivo, stabilendo un principio chiaro sul dies ad quem, ovvero il termine finale per il calcolo degli interessi.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Rimborso e il Diniego sugli Interessi

Una nota società aveva versato maggiori imposte (IRES e IVA) per l’anno 2011 e, di conseguenza, aveva presentato un’istanza di rimborso all’Amministrazione Finanziaria. L’ente riconosceva il diritto alla restituzione della sorte capitale, ma rigettava parzialmente la richiesta relativa agli interessi maturati, calcolandoli in modo diverso da quanto preteso dalla società. La contribuente sosteneva che gli interessi dovessero essere calcolati fino alla data dell’effettivo accredito delle somme sul proprio conto.

Il Contenzioso nei Gradi di Merito

La società ha impugnato il diniego parziale dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale, la quale ha accolto il ricorso. Secondo i giudici di primo grado, il riconoscimento del debito principale da parte dell’Amministrazione comportava automaticamente il riconoscimento degli interessi fino al momento del pagamento effettivo.

L’Agenzia delle Entrate ha proposto appello, ma la Commissione Tributaria Regionale ha confermato la decisione di primo grado, rigettando le argomentazioni dell’Ufficio. A questo punto, l’Amministrazione Finanziaria ha deciso di ricorrere in Cassazione, lamentando la violazione e falsa applicazione dell’art. 44 del d.P.R. 602/1973.

La Decisione della Cassazione sugli interessi rimborso fiscale

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ribaltando l’esito dei precedenti gradi di giudizio e stabilendo un principio di diritto fondamentale in materia.

La Funzione Reintegratrice degli Interessi

La Corte ha innanzitutto ribadito la natura degli interessi sui rimborsi d’imposta. Essi non hanno una funzione sanzionatoria per un ritardo (non presuppongono la mora dell’Amministrazione), ma una funzione reintegratrice. Servono, cioè, a compensare il contribuente per la diminuzione patrimoniale subita per non aver potuto disporre della somma versata indebitamente al Fisco.

Il Principio del Dies ad Quem

Il punto centrale della controversia era l’identificazione del dies ad quem, il termine finale del calcolo. Contrariamente a quanto stabilito dai giudici di merito, la Cassazione ha affermato che, secondo la giurisprudenza consolidata, gli interessi maturano non fino alla data dell’effettivo accredito, ma fino alla data dell’ordinativo di pagamento. Questo atto amministrativo è il momento in cui l’Amministrazione si spoglia della somma e la mette a disposizione del creditore, concludendo così il periodo in cui il contribuente ha subito la mancata disponibilità del denaro.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione basandosi su un’interpretazione rigorosa dell’art. 44 del d.P.R. n. 602/1973. La norma disciplina specificamente il calcolo degli interessi per i rimborsi d’imposta, stabilendo che questi decorrono dal versamento e si fermano all’emissione dell’ordinativo di pagamento. La Corte ha chiarito che il periodo successivo, che intercorre tra l’ordinativo e l’effettivo accredito, è una fase puramente esecutiva della procedura di pagamento, non più imputabile alla mancata disponibilità del credito da parte dell’Amministrazione. Pertanto, i giudici di merito avevano errato nel ritenere spettanti gli interessi fino al momento del materiale incasso da parte del contribuente, poiché ciò estendeva il calcolo oltre il limite temporale fissato dalla legge. La Corte ha sottolineato che tale principio si applica indipendentemente dalla buona o mala fede dell’ente impositore (accipiens).

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza pratica. Per i contribuenti e i professionisti del settore, il principio è chiaro: nella richiesta di interessi su rimborso fiscale, il calcolo deve essere effettuato prendendo come riferimento finale la data in cui viene emesso l’ordinativo di pagamento da parte dell’Amministrazione Finanziaria. Qualsiasi pretesa per il periodo successivo è destinata a essere respinta. La sentenza, cassando la decisione d’appello, ha rinviato la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado per un nuovo esame che si attenga a questo principio di diritto, inclusa la regolamentazione delle spese legali.

Fino a quale data si calcolano gli interessi su un rimborso fiscale secondo la Cassazione?
Secondo la Corte di Cassazione, gli interessi sui rimborsi delle imposte sul reddito si calcolano fino alla data dell’ordinativo di pagamento e non fino alla data successiva dell’effettivo accredito della somma al contribuente.

Qual è la funzione degli interessi sui rimborsi d’imposta?
Gli interessi non servono a punire un ritardo dell’Amministrazione Finanziaria (non presuppongono la mora), ma hanno una funzione reintegratrice. Essi compensano il contribuente per la perdita economica subita per non aver avuto la disponibilità del denaro che aveva versato in eccesso al Fisco.

La buona o cattiva fede dell’Amministrazione Finanziaria influisce sul diritto agli interessi?
No. La sentenza chiarisce che il diritto agli interessi e le modalità del loro calcolo maturano indipendentemente dalla buona o mala fede dell’Amministrazione Finanziaria (l’accipiens) che ha ricevuto il pagamento non dovuto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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