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Inerenza costi IVA: sì alla detrazione per start-up

Una società operante nel settore delle sponsorizzazioni veliche si è vista negare un rimborso IVA a causa di costi iniziali elevati e perdite costanti. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che l’inerenza costi IVA per le start-up va valutata in modo qualitativo, basandosi sul potenziale del progetto imprenditoriale e non solo sui risultati economici immediati.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Inerenza Costi IVA: La Cassazione Apre alla Detrazione per le Start-up in Perdita

Una start-up che investe molto ma è ancora in perdita può detrarre l’IVA sui costi sostenuti? Questa è una domanda cruciale per molti nuovi imprenditori. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sul principio di inerenza costi IVA, stabilendo che la valutazione non può basarsi solo sul risultato economico negativo, ma deve considerare il progetto imprenditoriale nel suo complesso. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Una Start-up nel Mondo della Vela

Una società a responsabilità limitata, costituita con l’obiettivo di organizzare campagne di sponsorizzazione attraverso la partecipazione a competizioni veliche, richiedeva all’Agenzia delle Entrate il rimborso di un cospicuo credito IVA. Tali costi derivavano da ingenti spese sostenute per l’allestimento e la gestione di un’imbarcazione da regata ad alte prestazioni.

L’Agenzia delle Entrate negava il rimborso, sostenendo la mancanza di inerenza di tali costi. Secondo l’amministrazione finanziaria, l’attività della società appariva più come una passione sportiva che una vera e propria iniziativa economica, a causa di diversi fattori:

* Spese elevate: a fronte di costi superiori a mezzo milione di euro in un anno, le sponsorizzazioni raccolte erano state solo di 45.000 euro.
* Perdite costanti: tutti i bilanci della società si erano chiusi in perdita.
* Capitale sociale esiguo: la società era stata costituita con soli 10.000 euro di capitale, peraltro non interamente versati.

Le commissioni tributarie di primo e secondo grado avevano confermato la posizione del fisco, ritenendo che l’evidente antieconomicità della gestione dimostrasse che le spese non erano finalizzate a un’attività d’impresa.

Inerenza Costi IVA e la Visione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha ribaltato le decisioni precedenti, accogliendo il ricorso della società. I giudici supremi hanno criticato l’approccio dei giudici di merito, definendolo eccessivamente quantitativo e basato unicamente sull’esito “infausto” dell’iniziativa imprenditoriale.

Il punto centrale della decisione è la corretta interpretazione del principio di inerenza costi IVA. La Corte ha affermato che, soprattutto per le start-up, l’inerenza non può essere giudicata solo confrontando i costi sostenuti con gli utili conseguiti. Al contrario, è necessario un giudizio di carattere qualitativo.

Questo significa che bisogna valutare se i costi sono coerenti con il progetto economico che l’impresa intende perseguire. Nel caso specifico, la società mirava a entrare nel competitivo mondo delle sponsorizzazioni sportive. Per farlo, era indispensabile partecipare a eventi di alto livello con un’imbarcazione competitiva, al fine di acquisire visibilità e “reputazione” per attrarre grandi marchi. Questo modello di business, simile a quello dei team di Formula 1 o Moto GP, richiede per sua natura enormi investimenti iniziali che non possono generare un ritorno economico immediato.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha chiarito che il principio di inerenza esprime una correlazione tra costi e attività d’impresa in concreto esercitata (o anche solo programmata). Le perdite iniziali e l’apparente sproporzione tra costi e ricavi non sono sufficienti, da sole, a negare la detraibilità dell’IVA.

I giudici hanno sottolineato che l’antieconomicità e l’incongruità della spesa possono essere “indici rivelativi” della mancanza di inerenza, ma non si identificano con essa. Spetta all’Amministrazione finanziaria dimostrare una “macroscopica antieconomicità” che possa essere un chiaro indizio di assenza di connessione tra costo e attività d’impresa.

Di fronte a tale contestazione, è onere del contribuente dimostrare la regolarità delle operazioni e la loro coerenza con le scelte imprenditoriali. Nel caso di una start-up, questo significa provare che gli investimenti iniziali, per quanto onerosi, erano strumentali a un progetto imprenditoriale credibile, anche se poi questo progetto è fallito (per esempio, come sostenuto dalla società, a causa di fattori esterni come la pandemia).

Conclusioni: Implicazioni per le Start-up

Questa ordinanza rappresenta un principio fondamentale per la tutela delle nuove iniziative imprenditoriali. La Corte di Cassazione riconosce che il percorso di una start-up non è lineare e spesso comporta una fase iniziale di forti investimenti e perdite programmate. Negare la detraibilità dell’IVA in questa fase significherebbe soffocare l’innovazione e penalizzare il rischio d’impresa.

In conclusione, per stabilire l’inerenza dei costi non basta guardare al bilancio finale; è necessario analizzare la strategia e il potenziale del progetto imprenditoriale. Le spese sostenute per avviare e sviluppare un’attività, anche se eccessive o temporaneamente infruttuose, sono legittimamente detraibili se si inseriscono in un disegno aziendale coerente e finalizzato, anche solo in prospettiva, alla produzione di reddito.

Un’impresa in perdita può detrarre l’IVA sui costi sostenuti?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, operare in perdita, specialmente nella fase iniziale tipica di una start-up, non esclude automaticamente il diritto a detrarre l’IVA, purché i costi siano collegati a un progetto imprenditoriale concreto.

Come si valuta l’inerenza di un costo ai fini IVA?
L’inerenza deve essere valutata con un giudizio qualitativo, che verifichi la coerenza tra la spesa e l’attività d’impresa, anche solo programmata. Non è sufficiente un’analisi meramente quantitativa che si limiti a confrontare costi e ricavi immediati.

Cosa deve dimostrare una start-up per giustificare la detrazione IVA su costi elevati?
Deve dimostrare l’esistenza e la natura dei costi, documentandoli e provando la loro concreta destinazione all’attività d’impresa. È necessario dimostrare che le spese, sebbene elevate, sono strumentali a un piano aziendale finalizzato a generare reddito futuro, anche se il progetto dovesse poi fallire.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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