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Inagibilità immobile: quando spetta la riduzione IMU?

Un contribuente ha richiesto la riduzione dell’IMU per un’inagibilità immobile, presentando un’autodichiarazione e una perizia di parte. Il Comune, dopo un sopralluogo, ha concesso l’agevolazione solo parzialmente, avendo riscontrato l’effettivo utilizzo di una porzione del complesso immobiliare. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del contribuente, stabilendo che per ottenere la riduzione l’immobile deve essere non solo inagibile, ma anche di fatto non utilizzato. La Corte ha inoltre chiarito che l’autodichiarazione del privato non vincola l’ente impositore, il quale mantiene il potere di accertare la reale situazione attraverso i propri uffici tecnici.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Inagibilità Immobile e Riduzione IMU: La Cassazione Chiarisce i Limiti dell’Autodichiarazione

Ottenere la riduzione del 50% dell’IMU per un’ inagibilità immobile è un diritto del contribuente, ma a quali condizioni? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito importanti chiarimenti sul valore probatorio dell’autodichiarazione e della perizia di parte rispetto agli accertamenti dell’ufficio tecnico comunale. La decisione sottolinea un principio fondamentale: per beneficiare dell’agevolazione, non basta che l’immobile sia inagibile, ma è necessario che sia anche effettivamente non utilizzato.

I Fatti del Caso: Una Richiesta di Inagibilità Contesa

Un contribuente presentava al proprio Comune una dichiarazione di inagibilità per un complesso immobiliare, allegando la relazione tecnica di un architetto che attestava lo stato di degrado di diverse porzioni dell’edificio. Trascorsi tre anni, l’ufficio tecnico comunale effettuava un sopralluogo e riconosceva l’inagibilità solo per una parte limitata dell’immobile (un rustico al primo piano e sottotetto), negandola per le altre unità.

Di conseguenza, il Comune notificava al contribuente degli avvisi di accertamento per IMU e TASI relativi a diverse annualità, contestando il mancato pagamento integrale delle imposte. Il contribuente impugnava tali avvisi, ottenendo inizialmente ragione dalla Commissione Tributaria Provinciale. Il Comune, tuttavia, proponeva appello.

La Decisione della Corte d’Appello e l’Inagibilità Immobile

Il Giudice di secondo grado ribaltava parzialmente la decisione iniziale. La Corte territoriale accoglieva l’appello del Comune, basando la propria valutazione sulle risultanze dei verbali di sopralluogo. Da tali verbali emergeva chiaramente che una parte significativa del compendio immobiliare era pienamente utilizzata: il contribuente vi aveva la propria residenza e svolgeva la propria attività commerciale di vendita di formaggi, utilizzando alcune unità come abitazione, altre come negozio con celle frigorifere e altre ancora come magazzino.

L’unica porzione effettivamente non utilizzata e inagibile era un’unità immobiliare rustica. Secondo la Corte d’Appello, l’utilizzo concreto del resto del complesso era un fatto “indiscusso” che precludeva il diritto alla riduzione generalizzata dell’imposta, confermando così la legittimità degli accertamenti comunali.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Il contribuente ricorreva in Cassazione, lamentando principalmente due aspetti:

1. Violazione di legge: Sosteneva che la normativa sull’IMU prevede la riduzione del 50% per i fabbricati dichiarati inagibili, e che l’inagibilità può essere attestata tramite una dichiarazione sostitutiva corredata da perizia. A suo avviso, tale autodichiarazione avrebbe dovuto prevalere sull’accertamento del Comune, eseguito senza un adeguato contraddittorio.
2. Omesso esame di un fatto decisivo: Contestava la valutazione dei giudici d’appello, affermando che avessero trascurato la sua perizia tecnica, la quale dimostrava l’inagibilità, e che le conclusioni tratte dai verbali di sopralluogo del Comune fossero errate.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo in parte inammissibile e in parte infondato. Le motivazioni della Corte offrono una guida chiara sui requisiti per l’agevolazione fiscale.

In primo luogo, i giudici hanno ribadito che la norma subordina la riduzione a una duplice condizione: l’immobile deve essere dichiarato inagibile o inabitabile e, allo stesso tempo, deve essere di fatto non utilizzato. L’utilizzo effettivo di una parte del compendio per scopi abitativi e commerciali è un fatto che, da solo, è sufficiente a escludere il beneficio fiscale.

In secondo luogo, la Corte ha precisato il valore dell’autodichiarazione del contribuente. Sebbene la legge consenta di presentare una dichiarazione sostitutiva, questa non è vincolante per l’ente impositore. Il Comune conserva pienamente il potere di accertare la veridicità di quanto dichiarato, attraverso i propri uffici tecnici. L’autodichiarazione, quindi, non sostituisce l’accertamento comunale, ma è semplicemente uno strumento a disposizione del contribuente. L’onere della prova finale sulla sussistenza delle condizioni per l’agevolazione spetta al contribuente stesso.

Infine, la Cassazione ha chiarito che la perizia di parte non ha valore di prova legale, ma costituisce una semplice allegazione difensiva. Il giudice di merito è libero di valutarla, ma può legittimamente fondare la propria decisione su altre prove, come i verbali di sopralluogo redatti da un pubblico ufficiale, ritenendoli più attendibili.

Le Conclusioni

La Corte Suprema ha concluso rigettando il ricorso e condannando il contribuente al pagamento delle spese legali. La pronuncia consolida un principio fondamentale in materia di tributi locali: per ottenere la riduzione IMU per inagibilità immobile, non è sufficiente certificare un degrado strutturale. È indispensabile dimostrare anche il completo mancato utilizzo del bene. L’autocertificazione e le perizie di parte sono strumenti utili, ma non possono superare le risultanze di un accertamento tecnico condotto dall’ente impositore, che rimane il titolare del potere di verifica e imposizione.

È sufficiente una autodichiarazione per ottenere la riduzione IMU per inagibilità immobile?
No. L’autodichiarazione è uno strumento valido per avviare la richiesta, ma non è vincolante per l’ente impositore. Il Comune ha il potere di verificare lo stato effettivo dell’immobile e la sua decisione, basata su un sopralluogo, prevale se non contestata con prove adeguate.

Un immobile parzialmente utilizzato può beneficiare della riduzione IMU per inagibilità?
No. La norma richiede che l’immobile sia dichiarato inagibile o inabitabile e di fatto non utilizzato. L’utilizzo anche solo parziale del compendio immobiliare per fini abitativi o commerciali, come nel caso di specie, è sufficiente a escludere il diritto all’agevolazione.

Che valore ha una perizia di parte in un contenzioso tributario sull’inagibilità?
Una perizia di parte ha il valore di un’allegazione difensiva a contenuto tecnico. Non ha efficacia di prova piena, ma è un elemento indiziario che il giudice può valutare liberamente insieme a tutte le altre prove, come i verbali di sopralluogo dell’ufficio tecnico comunale, che spesso hanno un peso maggiore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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