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IMU su immobili sequestrati: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1898/2024, ha stabilito principi fondamentali in materia di IMU su immobili sequestrati e validità delle notifiche. Una società aveva impugnato un avviso di accertamento IMU per il 2012, lamentando l’irregolarità della notifica via PEC e la non debenza del tributo a causa di un sequestro preventivo sull’immobile. La Corte ha rigettato il ricorso, affermando che la notifica, sebbene irregolare, è sanata dalla conoscenza dell’atto da parte del destinatario che lo impugna. Sul punto cruciale, ha chiarito che il regime speciale di sospensione del pagamento per gli immobili sequestrati non era in vigore nel 2012, pertanto l’IMU restava dovuta, poiché il sequestro non estingue la titolarità del bene.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

IMU su Immobili Sequestrati: La Cassazione Fa Chiarezza

L’ordinanza n. 1898/2024 della Corte di Cassazione affronta questioni cruciali per i contribuenti, in particolare riguardo la debenza dell’IMU su immobili sequestrati e la validità degli avvisi di accertamento notificati tramite Posta Elettronica Certificata (PEC). Questa decisione offre importanti spunti interpretativi sulla normativa fiscale e processuale, delineando i confini tra irregolarità sanabili e vizi insanabili degli atti impositivi.

I Fatti di Causa

Una società contribuente impugnava un avviso di accertamento per il pagamento dell’IMU relativa all’anno 2012, emesso da una società di riscossione per conto di un Comune. Il ricorso era stato respinto sia dalla Commissione Tributaria Provinciale che da quella Regionale. La società decideva quindi di ricorrere in Cassazione, sollevando diverse questioni, tra cui la presunta nullità della notifica dell’atto via PEC e, soprattutto, la non debenza dell’imposta a causa di un sequestro preventivo penale che gravava sull’immobile a partire da settembre 2012.

I Motivi del Ricorso e l’Analisi della Corte sull’IMU su Immobili Sequestrati

La società ricorrente ha basato la sua difesa su quattro motivi principali:
1. Nullità della notifica via PEC: Si contestava la mancanza di forma, sottoscrizione e autenticità dell’atto notificato, ritenendo la notifica inesistente e non sanabile.
2. Illegittimità dell’affidamento del servizio: Si denunciava l’omessa indicazione nell’avviso dell’atto amministrativo che legittimava la società di riscossione a procedere, sostenendo inoltre che tale società fosse stata esclusa dalla gara d’appalto per il servizio.
3. Non debenza dell’IMU: Il motivo centrale era che, a seguito del sequestro preventivo penale, il versamento delle imposte sugli immobili doveva considerarsi sospeso.
4. Omesso esame di un fatto decisivo: Si lamentava che il giudice d’appello non avesse considerato la documentazione che provava il sequestro sull’immobile oggetto di tassazione.

La Validità della Notifica e dell’Affidamento

La Corte di Cassazione ha rapidamente disatteso i primi due motivi. Riguardo alla notifica via PEC, ha ribadito il consolidato principio della sanatoria per raggiungimento dello scopo. Se il contribuente ha ricevuto l’atto e lo ha impugnato, dimostra di averne avuto piena conoscenza, sanando così qualsiasi vizio di notifica. L’obiettivo della comunicazione è stato raggiunto. Allo stesso modo, per quanto riguarda l’affidamento del servizio di riscossione, la Corte ha specificato che gli atti di affidamento sono pubblici e consultabili, e non devono essere necessariamente allegati all’avviso di accertamento. La loro legittimità può essere valutata dal giudice tributario in via incidentale.

Le Motivazioni

Il cuore della decisione risiede nell’analisi della questione dell’IMU su immobili sequestrati. La Corte ha operato una distinzione temporale fondamentale. Ha chiarito che l’art. 51, comma 3-bis, del D.Lgs. 159/2011, che ha introdotto un regime fiscale speciale di sospensione del pagamento (e non di esenzione) per i beni sotto sequestro, è entrato in vigore solo a partire dal 1° gennaio 2014.

L’annualità d’imposta in contestazione era il 2012. Per tale periodo, la normativa speciale non era ancora applicabile. Di conseguenza, valeva il principio generale secondo cui il presupposto impositivo dell’IMU è la titolarità del diritto di proprietà o di altro diritto reale. Il sequestro preventivo penale, a differenza della confisca, non determina la perdita della titolarità del bene, ma solo della sua disponibilità materiale. Pertanto, il proprietario rimaneva il soggetto passivo d’imposta.

La Corte ha inoltre precisato che, anche nel caso specifico, l’imposta era dovuta per i primi nove mesi del 2012, ovvero per il periodo antecedente al sequestro, avvenuto a settembre. Infine, il motivo relativo all’omesso esame della documentazione sul sequestro è stato dichiarato inammissibile per il principio della “doppia conforme”, essendo le decisioni di primo e secondo grado giunte alla medesima conclusione sui fatti.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione stabilisce con fermezza che il sequestro preventivo di un immobile non comporta un’automatica esenzione dal pagamento dell’IMU. È essenziale verificare la normativa vigente nell’anno d’imposta di riferimento. Per il 2012, non esisteva alcuna sospensione del pagamento, e il proprietario restava obbligato al versamento del tributo. Questa sentenza ribadisce l’importanza di una corretta applicazione temporale delle norme fiscali e conferma che i vizi procedurali, come una notifica irregolare, non sono sufficienti ad annullare un atto se questo ha comunque raggiunto il suo scopo informativo.

Una notifica di un atto fiscale via PEC, anche se irregolare, è sempre valida?
No, non sempre, ma la sua irregolarità viene sanata se il destinatario dimostra di averne avuto conoscenza impugnando l’atto. Secondo il principio del ‘raggiungimento dello scopo’, se l’atto ha prodotto i suoi effetti informativi, il vizio di notifica viene superato.

L’atto di accertamento deve sempre allegare il provvedimento che affida il servizio di riscossione a una società esterna?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che gli atti di affidamento del servizio di accertamento e riscossione a soggetti terzi sono atti pubblici, consultabili (ad esempio, online sull’Albo pretorio) e quindi non devono essere obbligatoriamente allegati all’avviso di accertamento.

Il proprietario di un immobile sottoposto a sequestro preventivo penale deve pagare l’IMU?
Dipende dall’anno d’imposta. Per l’anno 2012, come stabilito in questa ordinanza, l’IMU era dovuta perché il regime speciale di sospensione del pagamento è entrato in vigore solo dal 1° gennaio 2014. Il sequestro non elimina la titolarità del bene, che è il presupposto dell’imposta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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