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IMU ordine di demolizione: quale base imponibile?

Una società ha impugnato un avviso di accertamento IMU relativo a immobili abusivi oggetto di un ordine di demolizione, sostenendo che l’imposta dovesse basarsi sul valore dell’area edificabile e non sulla rendita catastale degli edifici. I giudici di merito hanno respinto questa tesi. La Corte di Cassazione, riconoscendo l’importanza della questione giuridica legata all’IMU con ordine di demolizione, ha emesso un’ordinanza interlocutoria, rinviando il caso a una pubblica udienza per una decisione definitiva sulla corretta base imponibile da applicare.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

IMU ordine di demolizione: la Cassazione cerca una risposta definitiva

L’obbligo di pagare l’IMU su un immobile abusivo per cui è stato emesso un IMU ordine di demolizione è una questione complessa che crea notevoli incertezze per i contribuenti. La domanda centrale è: la tassa si calcola sul valore catastale di un edificio che, di fatto, è destinato a scomparire, oppure sul valore dell’area su cui sorge? Con una recente ordinanza interlocutoria, la Corte di Cassazione ha riconosciuto l’importanza di questa domanda, rinviando la decisione a una pubblica udienza per fare chiarezza una volta per tutte.

Il caso: IMU su immobili da demolire

Una società si è vista recapitare un avviso di accertamento da parte di un grande Comune italiano per il pagamento dell’IMU relativa all’anno 2015. L’imposta riguardava diverse unità immobiliari che, tuttavia, non erano semplici proprietà. Si trattava di fabbricati abusivi, per i quali il Comune stesso aveva emesso provvedimenti di sequestro, ordini di demolizione e aveva avviato procedure di acquisizione gratuita al patrimonio comunale a seguito del mancato ripristino dei luoghi da parte della società.

Le posizioni delle parti e dei giudici di merito

La vicenda giudiziaria ha visto contrapporsi due interpretazioni opposte della normativa fiscale.

La tesi del contribuente: la demolizione cambia tutto

La società proprietaria ha sostenuto che, a seguito dei provvedimenti repressivi del Comune, gli immobili fossero di fatto inutilizzabili e non più nella sua piena disponibilità. In particolare, ha argomentato che un IMU ordine di demolizione trasforma la natura del bene tassabile: non più un edificio con una sua rendita, ma un’area edificabile. Di conseguenza, la base imponibile dell’imposta avrebbe dovuto essere calcolata sul valore venale dell’area, come previsto dalla legge in caso di demolizione, e non sulla rendita catastale di fabbricati destinati a scomparire. Inoltre, la società ha lamentato l’incertezza normativa, chiedendo l’annullamento delle sanzioni.

La decisione dei giudici: conta il catasto

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale hanno dato torto al contribuente. Secondo i giudici di merito, finché gli immobili risultano iscritti al catasto con una specifica categoria e una rendita attribuita, è su questo valore che l’imposta deve essere legittimamente calcolata. L’esistenza di un ordine di demolizione o di provvedimenti di sequestro non incide, secondo questa interpretazione, sul possesso rilevante ai fini fiscali, che rimane in capo al proprietario fino all’effettiva acquisizione del bene da parte del Comune.

L’impatto fiscale dell’IMU ordine di demolizione

La questione approdata in Cassazione ha una portata che va ben oltre il singolo caso. La Corte ha riconosciuto che il problema ha una rilevanza “nomofilattica”, ovvero necessita di un’interpretazione uniforme per garantire la certezza del diritto. Il dubbio da sciogliere è cruciale: l’emissione di un ordine di demolizione, che prelude alla perdita del bene e ne certifica l’illegalità, è un evento sufficiente a modificare la base imponibile dell’IMU, passando dalla rendita catastale del fabbricato al valore dell’area?

Le motivazioni della Corte di Cassazione

Nell’ordinanza, i giudici supremi non hanno fornito una risposta, ma hanno delineato la complessità del problema. Hanno preso atto delle argomentazioni del ricorrente, che ha invocato la violazione di diverse norme, tra cui quelle che regolano la determinazione della base imponibile in caso di demolizione e quelle costituzionali sulla capacità contributiva. La Corte ha ritenuto che la questione meritasse un approfondimento maggiore di quello consentito in una camera di consiglio. La rilevanza dell’effetto acquisitivo “di diritto” al patrimonio comunale in caso di inottemperanza all’ordine di demolizione è un punto centrale che necessita di essere chiarito in modo definitivo. Per questa ragione, il Collegio ha deciso di rinviare la causa a una pubblica udienza, dove il dibattito potrà essere più ampio e la decisione finale potrà costituire un precedente vincolante.

Conclusioni: in attesa della decisione finale

L’ordinanza interlocutoria della Cassazione lascia aperta la questione, ma segnala l’importanza di trovare una soluzione equa e coerente. La futura sentenza chiarirà se, ai fini fiscali, un immobile abusivo destinato alla demolizione debba essere considerato fino all’ultimo un “edificio” o se, giuridicamente, la sua natura sia già mutata in quella di “area edificabile”. Questa decisione avrà importanti implicazioni pratiche per tutti i proprietari di immobili che si trovano in una situazione analoga, definendo con chiarezza i loro obblighi tributari in una fase così delicata della vita del bene.

Un immobile abusivo per cui è stato emesso un ordine di demolizione è soggetto a IMU?
Sì, secondo quanto emerge dalle decisioni dei giudici di merito riportate nell’ordinanza, l’immobile resta soggetto a IMU finché il contribuente ne risulta proprietario. La questione controversa, che la Cassazione dovrà decidere, non è se l’imposta sia dovuta, ma come debba essere calcolata.

Come si calcola la base imponibile IMU dopo un ordine di demolizione?
Questa è la questione centrale del caso. I giudici di merito hanno stabilito che si calcola sulla base della rendita catastale dell’edificio finché questo è accatastato. Il contribuente sostiene invece che dovrebbe essere calcolata sul valore dell’area edificabile. La Corte di Cassazione dovrà fornire la risposta definitiva a questa domanda.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione in questo caso specifico?
La Corte di Cassazione non ha preso una decisione definitiva sul merito della questione. Con un’ordinanza interlocutoria, ha riconosciuto l’elevata importanza e complessità giuridica del problema e ha rinviato il ricorso a una pubblica udienza per una trattazione più approfondita, al termine della quale verrà emessa la sentenza finale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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