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IMU leasing risoluzione: chi paga dopo il contratto?

Una società finanziaria ha impugnato un avviso di accertamento IMU relativo a immobili in leasing. Il contratto era stato risolto per inadempimento, ma l’utilizzatore non aveva restituito i beni. La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di IMU e leasing con risoluzione contrattuale, la soggettività passiva del tributo torna in capo al locatore dal momento della risoluzione stessa, indipendentemente dalla mancata riconsegna fisica dell’immobile. La decisione si fonda sul principio che il presupposto dell’imposta per l’utilizzatore è l’esistenza del contratto, non la mera detenzione materiale del bene.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

IMU e leasing con risoluzione: la Cassazione chiarisce chi paga

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale per le società di leasing e gli utilizzatori di immobili: chi è tenuto a pagare l’IMU dopo la IMU leasing risoluzione del contratto, se l’utilizzatore non ha ancora restituito il bene? La risposta della Suprema Corte è netta e si fonda sulla prevalenza del vincolo contrattuale rispetto alla detenzione materiale del bene, ribaltando la decisione dei giudici di merito.

I fatti del caso: una controversia milionaria sull’IMU

Una società di cartolarizzazione, in qualità di incorporante di una società di leasing immobiliare, si è vista notificare un avviso di accertamento da parte di un grande Comune italiano per il mancato pagamento dell’IMU relativa all’anno 2012, per un importo superiore ai 2 milioni di euro. L’accertamento riguardava immobili detenuti in locazione finanziaria per i quali la società concedente aveva comunicato la risoluzione dei contratti per inadempimento degli utilizzatori, senza però aver ancora ottenuto la restituzione fisica degli immobili. La società ha impugnato l’atto, sostenendo di non essere il soggetto passivo dell’imposta, ma sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale le hanno dato torto, ritenendo che l’obbligo di pagamento gravasse sull’utilizzatore fino alla effettiva riconsegna del bene.

La responsabilità sull’IMU leasing risoluzione secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della società, cassando la sentenza impugnata e annullando l’atto impositivo. Il principio di diritto affermato è chiaro: nel leasing finanziario, il soggetto passivo ai fini IMU è il locatario (l’utilizzatore) solo per la durata del contratto. Una volta che il contratto viene risolto, la soggettività passiva si trasferisce nuovamente in capo al locatore (la società di leasing), anche se quest’ultimo non ha ancora riacquistato la disponibilità materiale del bene a causa della mancata riconsegna da parte dell’utilizzatore.

Le motivazioni: il contratto prevale sulla detenzione materiale

La Corte ha basato la sua decisione sull’interpretazione dell’art. 9, comma 1, del d.lgs. 14 marzo 2011, n. 23. Questa norma individua il soggetto passivo dell’IMU nel locatario “a decorrere dalla data della stipula e per tutta la durata del contratto”.

Secondo i giudici, il legislatore ha dato rilevanza non alla detenzione materiale del bene, ma all’esistenza di un vincolo contrattuale che legittima una “detenzione qualificata”. Di conseguenza, con la risoluzione del contratto, viene meno il presupposto giuridico che pone l’obbligo tributario in capo all’utilizzatore. La sua permanenza nell’immobile si trasforma in una detenzione senza titolo, irrilevante ai fini della soggettività passiva IMU.

La Corte ha inoltre precisato che la disciplina prevista per la TASI (che legava l’obbligo alla riconsegna) non può essere estesa all’IMU, data l’eterogeneità dei presupposti applicativi delle due imposte: l’IMU è un’imposta patrimoniale legata al possesso, mentre la TASI era legata all’erogazione di servizi comunali.

Le conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza pratica. Per le società di leasing, significa che dal momento della risoluzione contrattuale, anche in caso di contenzioso per la restituzione dell’immobile, l’onere del pagamento dell’IMU ricade su di loro. Diventa quindi fondamentale per queste società attivarsi tempestivamente non solo per la risoluzione, ma anche per rientrare in possesso del bene al fine di limitare gli oneri fiscali. Per gli enti impositori, la sentenza chiarisce che l’atto di accertamento per l’IMU post-risoluzione deve essere notificato alla società di leasing e non più all’ex utilizzatore, pena l’illegittimità dell’atto stesso.

In caso di risoluzione di un contratto di leasing per inadempimento, chi deve pagare l’IMU se l’immobile non viene restituito?
Secondo la Corte di Cassazione, l’IMU deve essere pagata dal locatore (la società di leasing) a partire dal momento in cui il contratto è risolto, anche se l’utilizzatore non ha ancora riconsegnato materialmente l’immobile.

Ai fini del pagamento dell’IMU, è più importante la detenzione fisica dell’immobile o l’esistenza di un contratto valido?
È più importante l’esistenza di un contratto valido. La soggettività passiva dell’utilizzatore si fonda sul vincolo contrattuale che ne legittima la detenzione. Una volta cessato il contratto, cessa anche il suo obbligo di pagare l’IMU, indipendentemente dal fatto che continui a occupare l’immobile.

La normativa prevista per la TASI in caso di leasing si applica anche all’IMU?
No. La Corte ha chiarito che la norma sulla TASI, che legava l’obbligo di pagamento alla data di riconsegna del bene, non può essere estesa per analogia all’IMU, a causa della diversa natura e dei diversi presupposti impositivi dei due tributi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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