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IMU leasing risolto: chi paga? La Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 10421/2025, ha chiarito la responsabilità ai fini IMU in caso di contratto di leasing risolto con immobile occupato abusivamente. Una società di leasing aveva impugnato un avviso di accertamento IMU per un immobile non restituito dopo la risoluzione del contratto. La Corte ha respinto il ricorso, stabilendo che la soggettività passiva del tributo ricade sul proprietario (la società di leasing) e non sull’occupante, a meno che il proprietario non dimostri di aver sporto formale denuncia per l’occupazione abusiva. L’inerzia del proprietario nel tutelare il proprio diritto esclude la possibilità di esenzione dal tributo.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

IMU Leasing Risolto: La Cassazione e l’Onere della Denuncia per Occupazione Abusiva

La questione di chi debba pagare l’IMU in caso di un contratto di IMU leasing risolto, specialmente quando l’immobile non viene restituito e risulta occupato abusivamente, è un tema di grande rilevanza per le società di leasing e i proprietari immobiliari. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali, stabilendo un principio fondamentale: l’esenzione dal tributo per occupazione abusiva è subordinata alla prova di aver intrapreso azioni legali concrete, come una denuncia penale.

I Fatti di Causa: Il Contratto di Leasing e l’Occupazione dell’Immobile

Una società di leasing si è vista notificare dal Comune un avviso di accertamento per il mancato pagamento dell’IMU relativa all’anno 2012. L’imposta riguardava un immobile che era stato oggetto di un contratto di locazione finanziaria. Tale contratto era stato risolto anticipatamente a causa dell’inadempimento dell’utilizzatore.

Tuttavia, dopo la risoluzione, l’immobile non era stato restituito alla società proprietaria, ma era rimasto occupato da un soggetto terzo. La società di leasing sosteneva che, fino all’effettiva riconsegna del bene, la soggettività passiva ai fini IMU dovesse rimanere in capo all’utilizzatore, anche dopo la fine del contratto.

La Questione Giuridica: Chi Paga l’IMU in Caso di Leasing Risolto?

Il cuore della controversia risiede nell’individuazione del soggetto passivo dell’IMU quando un contratto di leasing viene risolto, ma l’utilizzatore (o un terzo) continua a detenere l’immobile. La società ricorrente riteneva ingiusto essere chiamata a pagare l’imposta su un bene di cui non aveva la disponibilità materiale.

La Commissione Tributaria Regionale aveva già respinto le ragioni della società, confermando la sua responsabilità fiscale. La questione è quindi giunta dinanzi alla Corte di Cassazione, che ha dovuto bilanciare il diritto di proprietà con la concreta disponibilità del bene e gli obblighi tributari che ne derivano.

Il Principio della Corte sull’IMU Leasing Risolto e l’Occupazione Abusiva

La Suprema Corte ha respinto il ricorso della società di leasing basando la sua decisione su un principio consolidato e rafforzato da una recente sentenza della Corte Costituzionale (n. 60/2024). Quest’ultima ha stabilito che l’esenzione dall’IMU per gli immobili occupati abusivamente, e quindi non utilizzabili né disponibili, è possibile solo se il proprietario ha presentato una denuncia all’autorità giudiziaria per reati come la violazione di domicilio (art. 614 c.p.) o l’invasione di terreni ed edifici (art. 633 c.p.).

La Tolleranza dell’Occupante e le Sue Conseguenze Fiscali

Nel caso specifico, è emerso un dato cruciale: nonostante l’occupazione si protraesse da anni, la società di leasing non aveva dimostrato di aver intrapreso alcuna azione legale per recuperare il possesso del proprio bene, se non molto tempo dopo l’inizio dell’occupazione. Anzi, sembrava che fosse stato stipulato un nuovo contratto con l’occupante abusivo.

Secondo la Cassazione, questa inerzia non può essere considerata una semplice indisponibilità del bene, ma si traduce in una forma di “tolleranza” che non giustifica l’esenzione dal tributo. L’onere di attivarsi per la tutela della propria proprietà ricade sul titolare del diritto.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha rigettato il ricorso per due ordini di motivi. In primo luogo, ha dichiarato inammissibile il motivo con cui la società sollevava per la prima volta in Cassazione questioni di fatto relative all’occupazione abusiva, in quanto non erano state discusse nei precedenti gradi di giudizio. In secondo luogo, nel merito, ha stabilito che la Commissione Tributaria Regionale aveva correttamente applicato la normativa. Con la risoluzione del contratto di leasing, la soggettività passiva IMU torna in capo al proprietario, ovvero la società concedente. L’eventuale esenzione per occupazione abusiva non poteva essere concessa perché la società non aveva adempiuto all’onere di denunciare penalmente l’accaduto, presupposto indispensabile richiesto dalla legge come interpretata dalla Corte Costituzionale.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un messaggio chiaro per i proprietari di immobili e, in particolare, per le società di leasing: la mera affermazione di un’occupazione abusiva non è sufficiente per esimersi dal pagamento dell’IMU. È necessario dimostrare di aver agito attivamente e tempestivamente per tutelare i propri diritti attraverso gli strumenti legali appropriati, in primis la denuncia penale. In assenza di tale azione, il proprietario rimane l’unico soggetto tenuto al versamento dell’imposta, anche se privato della materiale disponibilità del bene.

In caso di contratto di leasing risolto, chi è tenuto a pagare l’IMU?
Dopo la risoluzione del contratto di leasing, il soggetto passivo ai fini IMU torna ad essere la società di leasing, in quanto proprietaria dell’immobile. L’utilizzatore è soggetto passivo solo per la durata effettiva del contratto.

Il proprietario di un immobile occupato abusivamente può essere esentato dal pagamento dell’IMU?
Sì, ma solo a condizione che abbia presentato una denuncia all’autorità giudiziaria per i reati di violazione di domicilio (art. 614 c.p.) o invasione di terreni o edifici (art. 633 c.p.), o abbia comunque avviato un’azione giudiziaria penale. La semplice occupazione di fatto non è sufficiente per l’esenzione.

Perché il ricorso della società di leasing è stato respinto nonostante l’immobile fosse occupato da terzi?
È stato respinto perché la società, pur essendo a conoscenza dell’occupazione abusiva per un lungo periodo, non ha dimostrato di aver intrapreso tempestivamente azioni legali (come una denuncia penale) per recuperare l’immobile. Questa inerzia è stata interpretata come una forma di tolleranza che non giustifica l’esenzione dal tributo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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