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IMU immobili abusivi: la Cassazione fa il punto

Una società ha impugnato un avviso di accertamento IMU relativo a immobili abusivi, oggetto di ordine di demolizione e acquisizione da parte del Comune. I giudici di merito hanno confermato la tassazione, ritenendo decisiva l’iscrizione al catasto. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha riconosciuto la particolare rilevanza della questione su IMU e immobili abusivi, rinviando il caso a una pubblica udienza per una trattazione approfondita, senza ancora decidere nel merito.

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Pubblicato il 21 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

IMU immobili abusivi: si paga anche se c’è un ordine di demolizione?

La questione del pagamento dell’IMU su immobili abusivi è un tema complesso che tocca le fondamenta del diritto tributario e urbanistico. Un’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ha recentemente riacceso i riflettori su un caso emblematico, scegliendo di non decidere immediatamente ma di rinviare la questione a una pubblica udienza per la sua eccezionale rilevanza. Analizziamo i dettagli di questa vicenda per capire le implicazioni per i contribuenti.

I fatti del caso: la tassazione di un immobile non commerciabile

Una società immobiliare si è vista recapitare un avviso di accertamento dal Comune di Roma per il mancato pagamento dell’IMU relativa all’anno 2012. La particolarità del caso risiede nella natura degli immobili oggetto di tassazione: si trattava di unità immobiliari edificate abusivamente.

Per tali immobili, il Comune aveva già emesso provvedimenti di sequestro, un ordine di demolizione e aveva avviato il procedimento per l’acquisizione gratuita al proprio patrimonio, respingendo le istanze di condono presentate dalla società. Secondo la contribuente, questi immobili dovevano considerarsi extra commercium, ovvero non commerciabili e indisponibili, e di fatto già trasferiti al patrimonio dell’ente pubblico. Di conseguenza, non sussisteva più il presupposto impositivo, cioè il possesso tassabile.

I giudici di primo e secondo grado, tuttavia, avevano respinto le ragioni della società, confermando la legittimità dell’accertamento fiscale. La Commissione tributaria regionale, in particolare, aveva stabilito che il presupposto per l’applicazione dell’IMU era la semplice iscrizione degli immobili al catasto e che l’inagibilità o la condizione giuridica di abusività non erano sufficienti a escludere la tassazione in assenza di una specifica comunicazione all’amministrazione.

La questione giuridica: quando si paga l’IMU su immobili abusivi?

Il cuore della controversia ruota attorno a una domanda fondamentale: il proprietario di un immobile abusivo, colpito da un ordine di demolizione e destinato all’acquisizione da parte del Comune, è ancora tenuto a pagare l’IMU?

La società ricorrente ha basato la sua difesa in Cassazione su quattro motivi principali:
1. Omesso esame di un fatto decisivo: i giudici di merito non avrebbero considerato che i beni erano ormai extra commercium e acquisiti al patrimonio comunale.
2. Violazione di legge: un immobile abusivo, senza certificato di agibilità e con domanda di condono respinta, non può essere considerato ‘suscettibile di produrre reddito’.
3. Errata base imponibile: in caso di demolizione, l’imposta andava calcolata sul valore dell’area edificabile e non sul fabbricato.
4. Incertezza normativa: l’esistenza di interpretazioni contrastanti avrebbe dovuto giustificare la non applicazione delle sanzioni.

La questione coinvolge principi costituzionali come la capacità contributiva (art. 53 Cost.) e il buon andamento della pubblica amministrazione (art. 97 Cost.), intrecciandosi con la complessa normativa urbanistica sull’acquisizione di diritto dei beni abusivi al patrimonio comunale in caso di inottemperanza all’ordine di demolizione.

La decisione della Corte di Cassazione: rinvio a pubblica udienza

La Quinta Sezione Civile della Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, non ha fornito una risposta definitiva, ma ha compiuto un passo processuale di grande importanza. Riconoscendo la ‘portata nomofilattica’ della questione, ovvero la sua importanza per assicurare un’interpretazione uniforme della legge a livello nazionale, ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo per la trattazione in pubblica udienza.

Questa scelta indica che i giudici ritengono il tema troppo delicato e complesso per essere risolto con il rito camerale, più snello. La pubblica udienza consentirà un dibattito più approfondito tra le parti e un esame più ponderato da parte di un collegio allargato, al fine di giungere a una sentenza che possa fungere da principio di diritto per tutti i casi futuri.

Le motivazioni

La Corte ha evidenziato come il fulcro del problema sia la rilevanza dell’ordine di demolizione e dell’effetto acquisitivo ‘di diritto’ al patrimonio comunale nel regime impositivo dell’IMU. Il concetto di ‘possesso’, che costituisce il presupposto dell’imposta, non può essere ridotto alla mera disponibilità materiale del bene, ma deve essere inteso come una ‘situazione giuridica soggettiva avente carattere reale’. Il proprietario di un immobile abusivo, che ha ricevuto un ordine di demolizione e non vi ha ottemperato, perde effettivamente la titolarità del diritto reale in modo tale da non essere più considerato ‘soggetto passivo’ ai fini IMU? È questa la domanda di portata nomofilattica a cui la Corte sarà chiamata a rispondere.

Le conclusioni

L’ordinanza interlocutoria lascia aperta la questione cruciale del trattamento fiscale degli immobili abusivi. La decisione finale, che arriverà dopo la pubblica udienza, avrà un impatto significativo sia per i proprietari di tali immobili sia per le amministrazioni comunali. Se la Cassazione dovesse sposare la tesi del contribuente, si affermerebbe il principio che, a seguito dell’inottemperanza all’ordine di demolizione, il proprietario originario cessa di essere soggetto passivo IMU, poiché il bene è legalmente trasferito al patrimonio comunale. In caso contrario, verrebbe confermato l’orientamento più rigoroso, che lega la tassazione alla formale iscrizione catastale, indipendentemente dalla condizione di abusività e dalle vicende amministrative dell’immobile.

Un immobile è soggetto a IMU anche se è abusivo e destinatario di un ordine di demolizione?
Secondo i giudici di merito che si sono pronunciati sul caso, sì. Hanno ritenuto che il presupposto impositivo fosse l’iscrizione dell’immobile al catasto. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha considerato la questione talmente complessa e di principio da non poterla decidere immediatamente, rinviandola a una pubblica udienza per un esame più approfondito.

Cosa significa che la Cassazione ha rinviato la causa a pubblica udienza?
Significa che la Corte non ha ancora preso una decisione definitiva sul merito della questione. Ha riconosciuto che il problema ha una ‘portata nomofilattica’, cioè che la sua soluzione servirà a stabilire un principio guida per tutti i casi simili. Pertanto, ha optato per una discussione più formale e approfondita in pubblica udienza prima di emettere la sentenza finale.

L’acquisizione di un immobile abusivo al patrimonio del Comune fa cessare l’obbligo di pagare l’IMU per il precedente proprietario?
Questo è esattamente il punto centrale che la Corte di Cassazione dovrà chiarire. La società ricorrente sostiene che l’acquisizione, anche se non ancora trascritta, estingue il suo possesso e quindi l’obbligo fiscale. L’ordinanza interlocutoria evidenzia questa problematica come la questione di diritto da risolvere, la cui risposta definitiva sarà fornita con la futura sentenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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