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IMU immobile occupato: esenzione per il proprietario

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18940/2025, ha stabilito che non è dovuto il pagamento dell’IMU su un immobile occupato abusivamente qualora il proprietario abbia sporto denuncia. La decisione si basa su una precedente pronuncia della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittima la norma che non prevedeva tale esenzione, in quanto la mera titolarità del bene, senza la sua disponibilità, non costituisce un indice di capacità contributiva. La Cassazione ha quindi annullato la sentenza di appello che condannava la contribuente al pagamento, rinviando la causa per un nuovo esame.

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Pubblicato il 25 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

IMU immobile occupato: la Cassazione conferma l’esenzione

Il pagamento dell’IMU su un immobile occupato abusivamente rappresenta un problema annoso per molti proprietari, che oltre al danno di non poter disporre del proprio bene, si vedono beffati dalla richiesta di pagamento di un’imposta su un ‘possesso’ solo formale. Con la sentenza n. 18940 del 2025, la Corte di Cassazione ha messo un punto fermo sulla questione, accogliendo il ricorso di una contribuente e stabilendo un principio di giustizia sostanziale: chi è privato del proprio immobile non deve pagare l’IMU.

I Fatti di Causa: una Proprietà Inaccessibile

Il caso riguarda una proprietaria di un terreno che per lungo tempo è stato occupato abusivamente e persino recintato da due confinanti. Nonostante la proprietaria avesse intrapreso un’azione legale di revindica per rientrare in possesso del suo bene, il Comune le ha notificato un avviso di accertamento per l’IMU relativa all’anno 2014.

La Commissione tributaria di primo grado aveva inizialmente dato ragione alla contribuente, annullando la pretesa del Comune. Tuttavia, la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado del Lazio aveva ribaltato la decisione, accogliendo l’appello del Comune. Secondo i giudici d’appello, ai fini IMU rileva la titolarità del diritto di proprietà, a prescindere dalla disponibilità materiale del bene. Di fronte a questa decisione, la proprietaria ha presentato ricorso in Cassazione.

La Svolta della Corte Costituzionale sull’IMU per un immobile occupato

L’elemento decisivo che ha cambiato le sorti del giudizio è stato un jus superveniens, ovvero una nuova pronuncia con efficacia di legge: la sentenza n. 60 del 18 aprile 2024 della Corte Costituzionale.

Con questa storica decisione, la Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della normativa IMU (art. 9, comma 1, del D.Lgs. n. 23/2011) nella parte in cui non prevedeva l’esenzione dal pagamento dell’imposta per gli immobili non utilizzabili né disponibili, per i quali fosse stata presentata regolare denuncia all’autorità giudiziaria.

Il principio cardine affermato dalla Corte Costituzionale è legato alla capacità contributiva (art. 53 della Costituzione): è irragionevole e contrario a questo principio tassare un proprietario che ha subito un’occupazione abusiva, ha prontamente denunciato il fatto e si trova impossibilitato a utilizzare o a trarre alcun reddito dal proprio bene. La proprietà, in questi casi, non è più un indice di ricchezza.

le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, nel decidere il ricorso, ha applicato direttamente la sentenza della Corte Costituzionale. I giudici hanno sottolineato che le decisioni della Consulta hanno efficacia retroattiva e devono essere applicate a tutti i rapporti non ancora ‘esauriti’, cioè non definiti con sentenza passata in giudicato.

Il primo motivo di ricorso della contribuente è stato quindi ritenuto fondato. La Cassazione ha spiegato che la pronuncia di incostituzionalità ha rimosso dall’ordinamento la norma che, implicitamente, obbligava al pagamento dell’IMU anche in caso di occupazione abusiva. Di conseguenza, la fattispecie descritta dalla contribuente (immobile inutilizzabile e indisponibile a causa di occupazione illegale, con denuncia presentata) rientra pienamente nella causa di esclusione dal presupposto impositivo.

La Corte ha affermato che la mancanza di disponibilità materiale del bene, dovuta a un fatto illecito di terzi e debitamente denunciato, fa venir meno la capacità contributiva del proprietario. Pertanto, l’imposta non può essere richiesta per il periodo di occupazione.

le conclusioni: Vittoria per il Proprietario e Rinvio al Giudice di Appello

In conclusione, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della proprietaria, cassando la sentenza impugnata. La causa è stata rinviata alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado del Lazio, in diversa composizione, che dovrà riesaminare il caso attenendosi al principio di diritto stabilito: l’IMU su un immobile occupato non è dovuta se l’occupazione è stata denunciata all’autorità giudiziaria.

Questa sentenza rappresenta una vittoria importante per tutti i proprietari che si trovano nella difficile situazione di essere spogliati dei loro beni, garantendo che il peso fiscale non si aggiunga al danno già subito.

Devo pagare l’IMU su un immobile che è stato occupato abusivamente?
No. Secondo la Corte Costituzionale (sentenza n. 60/2024), recepita dalla Cassazione, non sei tenuto a pagare l’IMU per il periodo in cui l’immobile non è utilizzabile né disponibile, a condizione che tu abbia presentato una denuncia all’autorità giudiziaria per l’occupazione abusiva.

La decisione che esenta dal pagamento dell’IMU su un immobile occupato vale anche per il passato?
Sì. Le sentenze della Corte Costituzionale che dichiarano l’illegittimità di una norma hanno effetto retroattivo. Pertanto, la regola si applica anche a situazioni passate, a meno che non siano già state definite con una sentenza passata in giudicato o da prescrizione.

Cosa si intende per ‘capacità contributiva’ in relazione all’IMU?
La capacità contributiva è il principio costituzionale secondo cui le tasse devono essere commisurate alla ricchezza o al reddito effettivo di una persona. Nel caso di un immobile occupato, la Corte ha stabilito che il proprietario, non potendo disporre del bene, non ha alcuna capacità contributiva derivante da esso e, di conseguenza, non deve essere soggetto all’imposta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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