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IMU immobile abusivo: la Cassazione fa il punto

Una società ha contestato un avviso di accertamento IMU per un immobile edificato abusivamente, colpito da un ordine di demolizione e destinato all’acquisizione da parte del patrimonio comunale. I giudici di merito avevano confermato la tassabilità basandosi sulla semplice iscrizione catastale. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha riconosciuto la complessità e la rilevanza della questione, in particolare riguardo alla persistenza del presupposto impositivo (il possesso) dopo l’ordine di demolizione. Di fronte alla necessità di stabilire un principio di diritto chiaro sull’argomento dell’IMU immobile abusivo, ha rinviato la causa a una pubblica udienza per una trattazione approfondita.

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Pubblicato il 23 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

IMU immobile abusivo: la Cassazione rimette la questione alla pubblica udienza

La tassabilità ai fini IMU di un immobile abusivo, specialmente quando è colpito da un ordine di demolizione, rappresenta una delle questioni più dibattute nel diritto tributario. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha messo in luce la complessità del tema, decidendo di rinviare la decisione a una pubblica udienza per la sua particolare rilevanza. L’ordinanza interlocutoria analizza la posizione di un contribuente chiamato a versare l’IMU su un bene che, di fatto, è destinato a scomparire e a essere acquisito dal patrimonio comunale.

I Fatti del Caso: L’IMU su un Immobile Destinato alla Demolizione

Una società si è opposta a un avviso di accertamento IMU emesso da un Comune per l’anno 2013. L’imposta riguardava unità immobiliari edificate abusivamente. La società sosteneva che tali beni non avrebbero dovuto essere tassati per diverse ragioni. In primo luogo, il Comune aveva emesso provvedimenti di sequestro, un ordine di demolizione e aveva avviato il processo per l’acquisizione gratuita delle aree. Inoltre, la domanda di condono edilizio presentata dalla società era stata respinta.

Secondo la tesi difensiva, questi provvedimenti rendevano gli immobili extra commercium, ovvero non più disponibili per il proprietario e, di fatto, già acquisiti al patrimonio dell’ente pubblico. Di conseguenza, veniva a mancare il presupposto stesso dell’imposta: il possesso. In subordine, la società chiedeva almeno la riduzione del 50% dell’imposta, prevista per gli immobili inagibili o inabitabili.

La Commissione Tributaria Regionale, confermando la decisione di primo grado, aveva respinto l’appello. I giudici di merito avevano ritenuto che il presupposto impositivo fosse semplicemente l’iscrizione del fabbricato al catasto, a prescindere dalla sua condizione di abusività o dalla sua capacità di produrre reddito.

La Questione Giuridica sull’IMU per un immobile abusivo

La controversia approda in Cassazione, dove la società ripropone le sue argomentazioni articolandole in quattro motivi di ricorso. Il cuore della questione è se il proprietario formale di un immobile abusivo, colpito da un ordine di demolizione non eseguito, sia ancora da considerarsi ‘possessore’ ai fini IMU.

Il punto cruciale ruota attorno all’effetto dell’art. 31 del D.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico dell’Edilizia). Questa norma prevede che, in caso di inottemperanza all’ordine di demolizione, il bene e l’area di sedime siano acquisiti di diritto e gratuitamente al patrimonio del Comune. La società ricorrente sostiene che questa acquisizione ‘di diritto’ fa venir meno il possesso in capo al privato, estinguendo così il suo obbligo tributario.

Si pone quindi un conflitto interpretativo: prevale la situazione giuridica formale (l’intestazione catastale) o la situazione di fatto e di diritto sostanziale (la perdita di disponibilità del bene e la sua acquisizione da parte del Comune)?

Le Motivazioni della Cassazione: Un Rinvio Necessario

La Suprema Corte, nell’ordinanza interlocutoria, non fornisce una risposta definitiva, ma riconosce la fondamentale importanza della questione. I giudici evidenziano come il concetto di ‘possesso’, rilevante ai fini ICI e IMU, non si identifichi con la mera disponibilità materiale, ma con ‘situazioni giuridiche soggettive aventi carattere reale’. Il soggetto passivo è il proprietario o il titolare di un altro diritto reale di godimento.

La Corte sottolinea che la questione centrale, di ‘portata nomofilattica’, riguarda proprio l’impatto dell’ordine di demolizione e del conseguente effetto acquisitivo ‘di diritto’ sul regime impositivo dell’IMU. Si tratta di stabilire se, e da quale momento, il precedente proprietario perda la soggettività passiva del tributo a seguito della sanzione urbanistica.

Considerata la particolare rilevanza della questione, che richiede un’analisi approfondita per assicurare un’interpretazione uniforme della legge su tutto il territorio nazionale, la Corte ha ritenuto opportuno non decidere il caso in camera di consiglio, ma di rinviarlo a una pubblica udienza. Questa scelta procedurale è riservata ai casi di maggiore importanza, le cui decisioni sono destinate a diventare principi guida per la giurisprudenza futura.

Le Conclusioni: In Attesa di un Principio di Diritto

L’ordinanza della Cassazione lascia la questione aperta, ma fa emergere chiaramente il dilemma giuridico. La futura sentenza a seguito della pubblica udienza dovrà chiarire in modo definitivo se l’obbligo di versare l’IMU su un immobile abusivo cessi con l’inottemperanza all’ordine di demolizione, momento in cui la legge prevede l’acquisizione automatica del bene da parte del Comune.

Questa decisione avrà implicazioni significative per molti contribuenti e amministrazioni comunali, definendo con precisione i confini della soggettività passiva IMU in uno dei contesti più complessi del diritto immobiliare e tributario. Si attende quindi un principio di diritto che possa bilanciare le ragioni del fisco con la situazione giuridica di chi, pur essendo ancora formalmente proprietario, ha di fatto perso ogni facoltà di godimento e disposizione del bene.

Un immobile registrato al catasto è sempre soggetto a IMU, anche se abusivo e oggetto di un ordine di demolizione?
Secondo i giudici di merito che hanno trattato il caso, il presupposto impositivo è costituito dalla semplice iscrizione del fabbricato al catasto. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha ritenuto la questione più complessa, tanto da rinviarla a una pubblica udienza per un esame approfondito, segnalando che la sola registrazione potrebbe non essere sufficiente.

L’ordine di demolizione e l’acquisizione automatica del bene da parte del Comune eliminano l’obbligo di pagare l’IMU per il precedente proprietario?
Questa è la domanda centrale a cui la Corte di Cassazione dovrà rispondere. L’ordinanza interlocutoria non fornisce una soluzione, ma evidenzia che questo è il punto di ‘portata nomofilattica’ da risolvere. La questione è se l’effetto acquisitivo ‘di diritto’ previsto dalla legge urbanistica sia sufficiente a trasferire la soggettività passiva del tributo dal privato al Comune, anche prima della trascrizione formale.

È possibile ottenere una riduzione dell’IMU al 50% per un immobile abusivo in quanto ‘inagibile’?
Nel caso specifico esaminato, i giudici di merito hanno respinto la richiesta subordinata della società di beneficiare della riduzione del 50% dell’imposta per inagibilità. La motivazione è stata che non ricorrevano le condizioni per applicare tale beneficio, suggerendo che la condizione di abusività non comporta automaticamente il riconoscimento dell’inagibilità ai fini fiscali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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