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IMU e vincolo paesaggistico: quando il terreno è tassabile

Un comune ha emesso un avviso di accertamento IMU su terreni considerati edificabili. Il contribuente ha contestato l’imposta, sostenendo che un vincolo paesaggistico impedisse l’edificazione. La Corte di Cassazione, intervenendo sulla questione dell’IMU e vincolo paesaggistico, ha cassato la decisione di secondo grado. Ha stabilito che la mera presenza di un vincolo non esclude automaticamente la tassabilità. È necessario che il giudice di merito verifichi la natura dei diritti edificatori residui (se perequativi, compensativi o derivanti da cessione di cubatura) per determinare se il terreno possieda ancora un valore economico tassabile ai fini IMU.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

IMU e vincolo paesaggistico: la Cassazione fa chiarezza sulla tassabilità

L’interazione tra pianificazione urbanistica e tutela del paesaggio è una fonte costante di dibattito legale, specialmente in materia fiscale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale: la tassabilità ai fini IMU di un terreno soggetto a vincoli. La questione centrale riguarda l’IMU e vincolo paesaggistico, e se la presenza di tale limite sia sufficiente a escludere l’imponibilità di un’area che, secondo gli strumenti urbanistici comunali, sarebbe edificabile.

Il caso: un avviso di accertamento IMU su un’area vincolata

La controversia nasce da un avviso di accertamento con cui un Comune richiedeva a un contribuente il pagamento dell’IMU per l’anno 2018, considerando i suoi terreni come aree edificabili. Il contribuente si opponeva, sostenendo che su tali terreni gravava un vincolo paesaggistico assoluto, derivante sia dal Codice dei beni culturali sia dal piano paesistico regionale. Questo vincolo, a suo dire, rendeva di fatto i terreni inedificabili, annullando il presupposto stesso dell’imposta.

La Commissione Tributaria di secondo grado aveva dato ragione al contribuente, annullando l’avviso di accertamento e affermando che le limitate possibilità di intervento, incompatibili con la destinazione urbanistica, escludevano l’imponibilità. Il Comune, non soddisfatto della decisione, ha proposto ricorso in Cassazione.

La decisione della Corte di Cassazione e l’impatto sull’IMU e vincolo paesaggistico

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Comune, cassando la sentenza di secondo grado e rinviando la causa a un nuovo esame. Il punto nodale della decisione non è negare la prevalenza del piano paesaggistico su quello comunale, principio ormai consolidato. Piuttosto, la Corte ha ritenuto che il giudice di merito abbia condotto un’analisi incompleta.

Non è sufficiente affermare che esiste un vincolo per concludere che il terreno non sia tassabile. È necessario, invece, compiere un’indagine più approfondita sulla natura degli eventuali diritti edificatori residui che, pur non essendo esercitabili direttamente sul terreno vincolato, possono avere un valore economico autonomo.

Le motivazioni: distinguere la natura dei diritti edificatori

La Corte ha chiarito che esistono diverse tipologie di diritti edificatori, e la loro natura determina la tassabilità o meno dell’area di provenienza. Il giudice del rinvio dovrà quindi verificare in quale categoria rientrino i diritti del caso specifico:

1. Perequazione Urbanistica: In questo scenario, al terreno viene attribuito un valore edificatorio che può essere ‘sganciato’ dal suolo e trasferito su altre aree. Poiché il proprietario acquisisce un diritto con un valore economico negoziabile, il terreno originario è considerato tassabile ai fini IMU, in quanto fonte di tale ricchezza.

2. Compensazione Urbanistica: Si verifica quando un terreno, già edificabile, viene sottoposto a un vincolo di inedificabilità. Il diritto edificatorio concesso al proprietario ha una funzione di ‘risarcimento’. Secondo le Sezioni Unite, questo diritto non ha natura reale (non è legato al terreno), è trasferibile separatamente e, pertanto, il terreno di origine non è più soggetto a imposta.

3. Cessione di Cubatura: Si tratta di un accordo privato per trasferire volume edificabile tra fondi vicini. Anche in questo caso, il diritto trasferito ha natura obbligatoria e non reale, e non costituisce presupposto per l’imposizione sull’area cedente.

La sentenza di secondo grado è stata cassata proprio perché non ha effettuato questa indagine cruciale. Ha concluso per l’inedificabilità assoluta senza verificare se, in realtà, fossero residuati diritti di natura perequativa, che avrebbero invece giustificato l’imposizione fiscale.

Le conclusioni: cosa cambia per i proprietari di terreni

Questa ordinanza della Cassazione rappresenta un’importante guida per i contribuenti e gli enti locali. La semplice esistenza di un IMU e vincolo paesaggistico su un terreno non è un lasciapassare automatico per l’esenzione dall’IMU. È fondamentale analizzare nel dettaglio gli strumenti urbanistici per comprendere se al proprietario siano stati attribuiti diritti edificatori trasferibili. Se tali diritti hanno natura perequativa, e quindi rappresentano un indice di capacità contributiva, il terreno sarà soggetto a IMU, anche se materialmente inedificabile. La decisione finale dipenderà dall’accertamento, caso per caso, della reale natura e del valore economico dei diritti edificatori residui.

Un terreno con un vincolo paesaggistico è sempre esente da IMU?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la sola presenza di un vincolo paesaggistico non è sufficiente a escludere automaticamente la tassabilità ai fini IMU. È necessario verificare se, nonostante il vincolo, al terreno siano associati diritti edificatori con un valore economico, come quelli derivanti da meccanismi di perequazione urbanistica.

Che differenza c’è tra un diritto edificatorio ‘perequativo’ e uno ‘compensativo’ ai fini IMU?
Un diritto ‘perequativo’ è un valore edificatorio attribuito a un’area nell’ambito di una pianificazione urbanistica e che può essere trasferito altrove. Il terreno da cui origina tale diritto è soggetto a IMU. Un diritto ‘compensativo’ è un risarcimento per la perdita di edificabilità dovuta a un nuovo vincolo; non ha natura reale e il terreno di origine non è più assoggettabile a imposta.

Cosa deve fare il giudice per decidere sulla tassabilità di un’area con vincoli?
Il giudice non può limitarsi a constatare l’esistenza di un vincolo di inedificabilità. Deve condurre un’indagine approfondita sulla natura degli eventuali diritti edificatori residui, accertando se si tratti di diritti perequativi (che implicano tassabilità), compensativi o derivanti da cessione di cubatura (che escludono la tassabilità del terreno originario).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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