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Impugnazione estratto di ruolo: quando è possibile?

Una contribuente ha impugnato un estratto di ruolo relativo a cartelle di pagamento che sosteneva non le fossero mai state notificate. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei gradi precedenti, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La sentenza ribadisce che l’impugnazione estratto di ruolo è consentita solo se il contribuente dimostra un pregiudizio concreto e attuale, come l’impossibilità di partecipare a gare d’appalto o di riscuotere crediti dalla P.A., come previsto dalla normativa vigente. In assenza di tale prova, l’azione legale non è ammissibile.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Impugnazione Estratto di Ruolo: La Cassazione Stabilisce i Limiti

L’impugnazione estratto di ruolo è un tema di grande attualità nel contenzioso tributario. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito i confini, molto stringenti, entro cui un contribuente può agire in giudizio contro questo documento. La decisione chiarisce che, senza la prova di un pregiudizio specifico, l’azione è destinata all’inammissibilità, confermando un orientamento volto a ridurre le liti pretestuose.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dall’iniziativa di una contribuente che ha impugnato un estratto di ruolo relativo a due cartelle di pagamento. La ricorrente sosteneva di non aver mai ricevuto la notifica di tali cartelle e, pertanto, chiedeva al giudice di accertarne la nullità.

La Commissione Tributaria Provinciale (CTP) di primo grado ha dichiarato il ricorso inammissibile, sostenendo che l’estratto di ruolo non fosse un atto autonomamente impugnabile. Successivamente, anche la Commissione Tributaria Regionale (CTR), in appello, ha respinto il gravame. I giudici di secondo grado hanno basato la loro decisione su un’importante sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione (n. 26283/2022), la quale ha stabilito che l’impugnazione di un ruolo o di una cartella non notificata è possibile solo se il contribuente dimostra di subire un pregiudizio specifico, come previsto dalla legge. Nel caso di specie, la contribuente non aveva fornito alcuna prova in tal senso.

L’Impugnazione Estratto di Ruolo Davanti alla Cassazione

Contro la sentenza d’appello, la contribuente ha proposto ricorso per Cassazione, sollevando due motivi principali:
1. Violazione di legge e incostituzionalità: La ricorrente ha sostenuto che dichiarare inammissibile l’impugnazione estratto di ruolo per mancata prova del pregiudizio violasse il suo diritto di agire in giudizio (interesse ad agire) e altre norme costituzionali e convenzionali. A suo avviso, una tale decisione avrebbe reso definitiva la sentenza di primo grado che, implicitamente, aveva convalidato la notifica delle cartelle.
2. Omessa pronuncia: La ricorrente ha lamentato che i giudici d’appello non si fossero pronunciati sulla sua richiesta di riformare la sentenza di primo grado riguardo alla nullità delle notifiche.

L’Agenzia delle Entrate-Riscossione si è costituita in giudizio, chiedendo il rigetto del ricorso.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, assorbendo il secondo motivo nel primo. Le motivazioni della Corte si fondano su principi ormai consolidati nella giurisprudenza tributaria.

I giudici hanno richiamato l’art. 3-bis del D.L. n. 146/2021, che ha modificato l’art. 12 del d.P.R. n. 602/1973. Questa norma stabilisce chiaramente che l’estratto di ruolo non è impugnabile. Tuttavia, la stessa norma prevede un’eccezione: il ruolo e la cartella di pagamento asseritamente non notificati possono essere impugnati direttamente solo se il debitore dimostra che dall’iscrizione a ruolo possa derivargli un pregiudizio specifico. Tali pregiudizi sono tassativamente elencati e includono:

* L’impedimento alla partecipazione a una procedura di appalto pubblico.
* L’impossibilità di riscuotere somme dovute da soggetti pubblici.
* La perdita di un beneficio nei rapporti con una pubblica amministrazione.

La Corte ha sottolineato che, nel caso in esame, la ricorrente non ha allegato né tantomeno provato l’esistenza di uno di questi pregiudizi. La semplice conoscenza del debito tramite l’estratto di ruolo non è sufficiente a fondare l’interesse ad agire.

La Cassazione ha inoltre respinto le questioni di legittimità costituzionale, facendo proprie le argomentazioni delle Sezioni Unite. La limitazione dell’impugnabilità non comprime il diritto di difesa, ma lo regola, evitando un abuso del processo. Il contribuente, infatti, potrà sempre far valere i suoi diritti impugnando il primo atto di riscossione successivo che gli verrà notificato (es. un’intimazione di pagamento o un pignoramento).

Infine, la Corte ha chiarito un punto cruciale: la declaratoria di inammissibilità del ricorso per carenza originaria dell’interesse ad agire non crea un giudicato sulla validità della notifica. Questo significa che la questione della notifica delle cartelle resta aperta e potrà essere sollevata in un futuro giudizio.

Le Conclusioni

Questa ordinanza conferma un indirizzo giurisprudenziale rigoroso in materia di impugnazione estratto di ruolo. I contribuenti devono essere consapevoli che non è possibile utilizzare questo strumento per contestare preventivamente una pretesa tributaria, a meno che non si dimostri un danno concreto e attuale rientrante nelle specifiche categorie previste dalla legge. La decisione serve a deflazionare il contenzioso, impedendo azioni legali esplorative. La condanna della ricorrente al pagamento di un’ulteriore somma per lite temeraria, in conformità con le nuove disposizioni del codice di procedura civile, rappresenta un forte monito contro l’abuso dello strumento processuale. Pertanto, prima di avviare un’azione legale, è fondamentale una valutazione attenta della sussistenza dei presupposti richiesti dalla normativa.

È sempre possibile impugnare un estratto di ruolo?
No. L’ordinanza chiarisce che l’estratto di ruolo non è un atto autonomamente impugnabile. L’impugnazione è ammessa solo in via eccezionale e a condizioni specifiche.

Cosa deve dimostrare il contribuente per poter impugnare un ruolo o una cartella che ritiene non notificata?
Il contribuente deve dimostrare che l’iscrizione a ruolo gli causa un pregiudizio concreto e attuale, come l’impossibilità di partecipare a gare d’appalto, di riscuotere crediti da enti pubblici o la perdita di benefici con la pubblica amministrazione. La semplice conoscenza del debito non è sufficiente.

Se il mio ricorso contro l’estratto di ruolo viene dichiarato inammissibile, la validità della notifica della cartella diventa definitiva?
No. La Corte di Cassazione specifica che una pronuncia di inammissibilità per carenza di interesse ad agire non crea un giudicato sulla validità della notifica. Il contribuente potrà quindi contestare la mancata notifica della cartella in un momento successivo, qualora riceva un atto esecutivo (es. pignoramento).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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