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Impugnazione estratto di ruolo: quando è possibile?

Una società impugnava un estratto di ruolo relativo a cartelle di pagamento mai notificate. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile applicando una nuova legge (jus superveniens) che limita l’impugnazione estratto di ruolo ai soli casi in cui il contribuente dimostri un pregiudizio concreto e attuale, condizione non provata nel caso di specie. La decisione chiarisce che la nuova normativa si applica anche ai processi in corso.

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Pubblicato il 4 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Impugnazione Estratto di Ruolo: La Cassazione e l’Interesse ad Agire

L’impugnazione estratto di ruolo rappresenta da tempo un tema dibattuto nel diritto tributario. Un contribuente che scopre un debito fiscale tramite questo documento, senza aver mai ricevuto la relativa cartella di pagamento, può sempre rivolgersi al giudice? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali, applicando un’importante novità legislativa che ridefinisce le condizioni per agire in giudizio.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dall’azione di una società a responsabilità limitata contro l’Agenzia delle Entrate-Riscossione. La società aveva impugnato un estratto di ruolo dal quale risultavano nove cartelle di pagamento che, a suo dire, non le erano mai state notificate. La Commissione tributaria regionale aveva respinto l’appello della società, confermando la decisione di primo grado che aveva accolto solo parzialmente il ricorso (annullando tre delle nove cartelle). La questione è quindi giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

L’Impatto del Jus Superveniens sull’Impugnazione Estratto di Ruolo

Il punto focale della decisione della Cassazione è l’applicazione del cosiddetto jus superveniens, ovvero una nuova legge intervenuta nel corso del processo. Nello specifico, si tratta dell’art. 12, comma 4-bis, del d.P.R. n. 602/1973, introdotto nel 2021. Questa norma ha cambiato le regole del gioco per l’impugnazione estratto di ruolo.

In passato, la giurisprudenza ammetteva l’impugnazione basata sulla semplice affermazione di non aver ricevuto notifica della cartella. La nuova legge, invece, ha “plasmato” l’interesse ad agire del contribuente, richiedendo qualcosa di più. Non basta più la mera assenza di notifica; il contribuente deve dimostrare di subire un pregiudizio concreto e attuale a causa di quell’iscrizione a ruolo per poterla contestare.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha disatteso il ricorso della società proprio sulla base di questi nuovi principi. I giudici hanno stabilito che la nuova normativa si applica anche ai processi già pendenti, in quanto va a incidere sulla condizione stessa dell’azione, ovvero l’interesse ad agire. Questo interesse, per sua natura “dinamica”, deve sussistere fino al momento della decisione finale.

Nel caso specifico, la società ricorrente non aveva allegato né dimostrato, nel corso del giudizio di legittimità, di avere un interesse specifico e qualificato che giustificasse l’impugnazione. Mancava, ad esempio, la prova che l’iscrizione a ruolo le stesse impedendo di partecipare a gare pubbliche o di accedere al credito. Senza la dimostrazione di un tale pregiudizio, l’azione è stata ritenuta inammissibile.

La Corte ha inoltre precisato che non si era formato un “giudicato interno” sulla sussistenza di tale condizione nei gradi di merito, lasciando quindi al giudice di legittimità il potere di valutarne la presenza alla luce della nuova legge.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento fondamentale per tutti i contribuenti. L’impugnazione estratto di ruolo per omessa notifica della cartella non è più un’azione esperibile in automatico. È indispensabile che il contribuente dimostri attivamente di subire un danno effettivo e immediato a causa del debito iscritto a ruolo. Questa evoluzione normativa mira a prevenire ricorsi meramente esplorativi, concentrando la tutela giurisdizionale sui casi in cui esiste una lesione concreta dei diritti del contribuente. Di conseguenza, prima di avviare un contenzioso, è fondamentale valutare attentamente non solo la fondatezza della mancata notifica, ma anche e soprattutto la capacità di provare il pregiudizio che ne deriva.

È sempre possibile impugnare un estratto di ruolo se la cartella di pagamento non è stata notificata?
No. A seguito di un intervento normativo, non è più sufficiente la sola mancata notifica della cartella. Il contribuente deve dimostrare di avere un interesse ad agire concreto e attuale, ovvero di subire un pregiudizio specifico dall’iscrizione a ruolo per poterla contestare validamente in giudizio.

La nuova legge sull’impugnazione dell’estratto di ruolo si applica anche ai processi già in corso?
Sì. La Corte di Cassazione, nella sentenza in esame, ha confermato che la nuova disposizione, definendo i contorni dell’interesse ad agire, incide sulla pronuncia finale e si applica anche ai processi pendenti al momento della sua entrata in vigore.

Cosa deve fare un contribuente per dimostrare il proprio ‘interesse ad agire’ in questi casi?
Il contribuente deve allegare e provare che l’iscrizione a ruolo, pur in assenza di atti esecutivi, gli sta causando un danno specifico e attuale. Come chiarito dalle Sezioni Unite, ciò può avvenire, ad esempio, dimostrando che l’esistenza del debito iscritto a ruolo impedisce la partecipazione a una gara d’appalto o l’accesso a finanziamenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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