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Impugnazione estratto di ruolo: quando è possibile?

Una contribuente ha scoperto di avere debiti tributari per IRAP e IVA tramite un estratto di ruolo, sostenendo di non aver mai ricevuto le cartelle di pagamento. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si basa su una recente normativa che limita l’impugnazione estratto di ruolo ai soli casi in cui il contribuente dimostri un pregiudizio specifico e concreto (es. esclusione da appalti), condizione non provata nel caso di specie.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Impugnazione Estratto di Ruolo: la Cassazione chiarisce i nuovi limiti

Molti contribuenti scoprono l’esistenza di un debito fiscale solo richiedendo un estratto di ruolo all’Agente della riscossione, spesso senza aver mai ricevuto la relativa cartella di pagamento. In passato, questa scoperta apriva la strada a un’azione legale. Tuttavia, una recente ordinanza della Corte di Cassazione, basata su una significativa modifica legislativa, ha ridefinito drasticamente le regole, limitando fortemente la possibilità di procedere con l’impugnazione estratto di ruolo. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I fatti del caso

Una contribuente, dopo aver richiesto un estratto di ruolo, veniva a conoscenza di diverse iscrizioni a ruolo per debiti IRAP e IVA relativi a più annualità. Sostenendo di non aver mai ricevuto la notifica delle cartelle di pagamento sottostanti, decideva di impugnare gli estratti di ruolo dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale. Sia il primo che il secondo grado di giudizio si concludevano con il rigetto delle sue domande, poiché i giudici ritenevano regolarmente effettuate le notifiche. La questione giungeva così all’esame della Corte di Cassazione.

L’Impugnazione Estratto di Ruolo dopo la Riforma

Il cuore della controversia non verte più sulla regolarità della notifica, ma su una questione preliminare: è ammissibile impugnare un semplice estratto di ruolo? Storicamente, la giurisprudenza lo consentiva se rappresentava il primo atto con cui il contribuente veniva a conoscenza del debito. Tuttavia, il legislatore è intervenuto con l’art. 3-bis del D.L. n. 146/2021, introducendo il comma 4-bis all’art. 12 del d.P.R. 602/1973. Questa nuova norma stabilisce una regola chiara: “L’estratto di ruolo non è impugnabile”.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, uniformandosi a precedenti pronunce delle Sezioni Unite, ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno chiarito che l’estratto di ruolo è un atto meramente interno all’amministrazione, non un “atto lesivo” che incide direttamente sui diritti del contribuente. Pertanto, la sua impugnazione è preclusa.

La nuova legge prevede delle eccezioni tassative. Il contribuente può impugnare il ruolo e la cartella che assume non notificata solo se dimostra che dall’iscrizione a ruolo derivi un pregiudizio specifico e attuale, quale:
1. L’impossibilità di partecipare a una procedura di appalto pubblico.
2. Difficoltà nella riscossione di somme dovute da soggetti pubblici.
3. La perdita di un beneficio nei rapporti con la pubblica amministrazione.

Nel caso in esame, la ricorrente non ha allegato né dimostrato l’esistenza di alcun pregiudizio di questo tipo. Di conseguenza, il suo interesse ad agire non è stato riconosciuto, rendendo l’impugnazione estratto di ruolo inammissibile. La Corte ha inoltre sottolineato che questa nuova disciplina si applica anche ai giudizi pendenti al momento della sua entrata in vigore.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento restrittivo che mira a ridurre il contenzioso tributario. Per i contribuenti, le implicazioni sono significative: non è più sufficiente affermare di non aver ricevuto una cartella di pagamento per poter impugnare un estratto di ruolo. È necessario dimostrare un danno concreto e immediato, rientrante in una delle specifiche categorie previste dalla legge. In assenza di tale prova, l’unica via per contestare il debito è attendere la notifica di un successivo atto della riscossione, come un’intimazione di pagamento o un pignoramento, e impugnare quest’ultimo unitamente all’atto presupposto (la cartella) che si assume non notificato.

È sempre possibile impugnare un estratto di ruolo?
No. Secondo la normativa vigente (art. 12, comma 4-bis, d.P.R. 602/1973), l’estratto di ruolo non è impugnabile in quanto considerato un atto interno dell’amministrazione e non un atto lesivo per il contribuente.

Cosa deve dimostrare il contribuente per poter contestare un ruolo o una cartella non notificata di cui è venuto a conoscenza tramite estratto?
Il contribuente deve dimostrare di subire un pregiudizio specifico e concreto a causa dell’iscrizione a ruolo. Le uniche eccezioni ammesse dalla legge riguardano il rischio di esclusione da appalti pubblici, difficoltà nella riscossione di crediti verso la P.A., o la perdita di un beneficio nei rapporti con la pubblica amministrazione.

La nuova normativa sull’impugnazione dell’estratto di ruolo si applica anche ai processi già in corso?
Sì. Come chiarito dalla Corte di Cassazione, le nuove disposizioni che limitano l’impugnabilità dell’estratto di ruolo trovano applicazione anche nei processi che erano già pendenti al momento della loro entrata in vigore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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