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Impugnazione estratto di ruolo: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 14438/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un contribuente contro un estratto di ruolo. L’impugnazione dell’estratto di ruolo, basata sulla mancata notifica della cartella esattoriale, è possibile solo se il contribuente dimostra un concreto e attuale ‘interesse ad agire’, come il rischio di non poter partecipare ad appalti pubblici. In assenza di tale prova, il ricorso viene rigettato.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Impugnazione estratto di ruolo: i limiti fissati dalla Cassazione

L’impugnazione estratto di ruolo è un tema di grande attualità nel contenzioso tributario. Molti contribuenti, venendo a conoscenza di un debito solo tramite questo documento, si chiedono se possano contestarlo direttamente. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito i confini precisi entro cui tale azione è ammissibile, consolidando un orientamento ormai granitico. Analizziamo la decisione per capire quando e come è possibile agire.

Il Caso: La Contestazione di una Cartella non Notificata

Un contribuente scopriva, tramite la richiesta di un estratto di ruolo all’Agente della Riscossione, l’esistenza di una cartella esattoriale a suo carico per un importo di circa 164 euro, dovuto a un ente comunale. Sostenendo di non aver mai ricevuto la notifica di tale cartella, decideva di impugnare direttamente l’estratto di ruolo per far valere la prescrizione del credito e l’invalidità della pretesa creditoria.

Il Tribunale di primo grado rigettava la sua domanda. Il contribuente, non soddisfatto, proponeva ricorso per Cassazione, lamentando la violazione di diverse norme procedurali e sostanziali.

La Decisione della Corte Suprema sull’Impugnazione Estratto di Ruolo

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza. Gli Ermellini hanno confermato che l’azione intrapresa dal contribuente non rispettava le condizioni di ammissibilità previste dalla legge, così come interpretate dalla giurisprudenza consolidata, in particolare dalle Sezioni Unite.

Le motivazioni della Corte

La motivazione della Corte si fonda su un principio ormai consolidato e rafforzato da recenti interventi normativi (art. 12, comma 4 bis, d.P.R. n. 602/1973). L’impugnazione estratto di ruolo per vizi relativi alla notifica della cartella sottostante è, di regola, inammissibile.

Il legislatore ha previsto un’eccezione a questa regola, ma molto specifica. Il contribuente può agire solo se dimostra di avere un concreto e attuale ‘interesse ad agire’. Tale interesse sussiste esclusivamente quando l’iscrizione a ruolo gli causa un pregiudizio effettivo, che si manifesta in una delle seguenti situazioni:
1. Impedimento alla partecipazione a procedure di appalto secondo il codice dei contratti pubblici.
2. Blocco della riscossione di somme dovute da pubbliche amministrazioni.
3. Perdita di un beneficio nei rapporti con la pubblica amministrazione.

Nel caso specifico, il ricorrente non ha né allegato né tantomeno provato di trovarsi in una di queste tre condizioni. La sua azione era, quindi, priva di un requisito fondamentale per poter essere esaminata nel merito. La Corte ha sottolineato come, in assenza di una condizione dell’azione, l’impugnazione non può essere accolta. L’approdo nomofilattico è ormai chiaro: senza la prova di un pregiudizio specifico e qualificato, l’azione è destinata all’insuccesso. La tutela del contribuente, in questi casi, è garantita nella successiva fase esecutiva, qualora l’Agente della Riscossione proceda con atti concreti come pignoramenti o fermi amministrativi.

Conclusioni

L’ordinanza in commento ribadisce un punto cruciale per i contribuenti: non è sufficiente lamentare la mancata notifica di una cartella per poter impugnare l’estratto di ruolo. È necessario dimostrare che quella iscrizione a ruolo sta producendo un danno immediato e concreto, riconducibile alle specifiche ipotesi previste dalla legge. Questa decisione rafforza la stabilità delle procedure di riscossione e chiarisce che la tutela del contribuente è differita alla fase esecutiva, a meno che non ricorrano le circostanze eccezionali che legittimano un’azione preventiva. Di conseguenza, il contribuente è stato condannato al pagamento delle spese legali a favore dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.

È possibile impugnare un estratto di ruolo se la cartella esattoriale non è stata notificata?
No, di regola non è ammissibile. L’impugnazione dell’estratto di ruolo per mancata notifica della cartella è possibile solo se il contribuente dimostra di subire un pregiudizio specifico e attuale, come l’impossibilità di partecipare ad appalti pubblici, di riscuotere crediti dalla P.A. o la perdita di benefici.

Cosa si intende per ‘interesse ad agire’ necessario per l’impugnazione dell’estratto di ruolo?
Per ‘interesse ad agire’ si intende la dimostrazione che l’iscrizione a ruolo sta causando un danno concreto e immediato al contribuente, limitatamente alle tre ipotesi previste dalla legge: pregiudizio nella partecipazione ad appalti, nella riscossione di somme dalla P.A. o nella perdita di un beneficio nei rapporti con la P.A.

Quali sono le conseguenze se un ricorso contro l’estratto di ruolo viene dichiarato inammissibile per questi motivi?
Se il ricorso è dichiarato inammissibile, il giudice non esamina il merito della questione (ad esempio, la prescrizione del credito). Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e deve versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, se dovuto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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