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Impugnazione estratto di ruolo: quando è ammessa?

Una società di costruzioni ha tentato l’impugnazione estratto di ruolo sostenendo di non aver ricevuto la cartella di pagamento. La Cassazione, applicando una normativa sopravvenuta, ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che l’estratto non è un atto impugnabile autonomamente, salvo eccezioni specifiche non dimostrate nel caso di specie.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Impugnazione Estratto di Ruolo: La Cassazione Fa Chiarezza sui Limiti

Molti contribuenti scoprono di avere un debito con il Fisco solo richiedendo un estratto di ruolo. Ma è possibile agire in giudizio contro questo documento? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i confini dell’impugnazione estratto di ruolo, applicando una normativa sopravvenuta e i principi stabiliti dalle Sezioni Unite. Vediamo nel dettaglio la decisione e le sue conseguenze pratiche.

La Vicenda Processuale: Dal Ricorso Iniziale alla Cassazione

Una società di costruzioni si era rivolta alla Commissione Tributaria Provinciale per contestare un estratto di ruolo rilasciato dall’Agente della Riscossione. La società sosteneva di non aver mai ricevuto la notifica della cartella di pagamento sottostante e di essere venuta a conoscenza del debito solo tramite l’estratto.

Il ricorso, tuttavia, veniva dichiarato inammissibile in primo grado. In appello, la Commissione Tributaria Regionale, pur riformando parzialmente la sentenza, rigettava il ricorso del contribuente per un presunto difetto di legittimazione passiva dell’Agente della Riscossione. La società, insoddisfatta, proponeva quindi ricorso in Cassazione, lamentando diversi vizi della sentenza di secondo grado. Durante il giudizio, la società aderiva anche alla cosiddetta “rottamazione-quater”, chiedendo la cessazione della materia del contendere.

Le Regole sull’Impugnazione Estratto di Ruolo

Il nodo centrale della questione è stato risolto dalla Corte di Cassazione non tanto esaminando i singoli motivi di ricorso, quanto applicando una nuova normativa (il cosiddetto jus superveniens) e un fondamentale orientamento delle Sezioni Unite.

La Natura dell’Estratto di Ruolo

Con l’introduzione dell’art. 12, comma 4-bis, del D.P.R. n. 602/1973, il legislatore ha stabilito un principio chiaro: «L’estratto di ruolo non è impugnabile». Le Sezioni Unite della Cassazione (sentenza n. 26283/2022) hanno confermato questa visione, definendo l’estratto un “mero elaborato informatico” che contiene gli elementi della cartella, ma che non ha in sé alcuna pretesa impositiva. L’atto che si impugna, in realtà, è il ruolo o la cartella di pagamento menzionati nell’estratto.

Le Eccezioni alla Regola Generale

La stessa norma, tuttavia, prevede delle eccezioni. È possibile un’azione diretta contro il ruolo e la cartella non notificati, ma solo se il contribuente dimostra che dall’iscrizione a ruolo possa derivargli un pregiudizio specifico e concreto. La legge elenca espressamente questi casi:

1. Il pregiudizio alla partecipazione a una procedura di appalto pubblico.
2. L’impossibilità di riscuotere somme dovute da soggetti pubblici.
3. La perdita di un beneficio nei rapporti con una pubblica amministrazione.

Al di fuori di queste ipotesi, l’azione non è ammessa.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha applicato questi principi al caso di specie. Ha rilevato che il contribuente aveva impugnato l’estratto di ruolo, un atto di per sé non contestabile. Inoltre, la società non aveva allegato né dimostrato la sussistenza di alcuna delle specifiche situazioni pregiudizievoli previste dalla legge come condizione per un’azione “diretta”.

Di conseguenza, la Corte ha concluso che il ricorso introduttivo del giudizio era inammissibile fin dall’origine per una “originaria carenza d’interesse” ad agire. La richiesta di adesione alla rottamazione, presentata in corso di causa, non poteva sanare questa inammissibilità iniziale.

Pertanto, la Cassazione ha cassato senza rinvio la sentenza d’appello e, decidendo nel merito, ha dichiarato inammissibile il ricorso originario del contribuente, compensando le spese di tutti i gradi di giudizio in virtù della normativa sopravvenuta.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Contribuenti

Questa ordinanza conferma un orientamento ormai consolidato: non si può intentare una causa contro il semplice estratto di ruolo. Il contribuente che scopre un debito tramite questo documento non può agire immediatamente, a meno che non si trovi in una delle specifiche situazioni eccezionali previste dalla legge (es. rischio di esclusione da un appalto). In tutti gli altri casi, dovrà attendere la notifica di un atto successivo e impugnabile, come un’intimazione di pagamento o un pignoramento, per far valere le proprie ragioni, inclusa la mancata notifica della cartella originaria.

È possibile impugnare un estratto di ruolo?
No, la regola generale, sancita dall’art. 12, comma 4-bis, del D.P.R. n. 602/73, è che l’estratto di ruolo non è un atto impugnabile in quanto è un mero elaborato informatico senza autonoma pretesa impositiva.

Cosa ha stabilito la Corte di Cassazione a Sezioni Unite sulla natura dell’estratto di ruolo?
Le Sezioni Unite (sent. n. 26283/2022) hanno precisato che l’estratto di ruolo è un documento ricognitivo degli elementi della cartella di pagamento e del ruolo. L’atto che si contesta non è l’estratto in sé, ma l’atto impositivo o riscossivo (ruolo o cartella) in esso menzionato.

In quali casi eccezionali si può agire in giudizio dopo aver ricevuto solo un estratto di ruolo?
È possibile impugnare direttamente il ruolo e la cartella non notificati solo se il contribuente dimostra che l’iscrizione a ruolo può causargli un pregiudizio concreto per la partecipazione ad appalti pubblici, per la riscossione di crediti da enti pubblici o per la perdita di benefici nei rapporti con la pubblica amministrazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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