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Impugnazione estratto di ruolo: le nuove regole

Una società, cancellata dal registro imprese e successivamente dichiarata fallita, ha contestato degli avvisi di pagamento tramite l’impugnazione dell’estratto di ruolo. Le corti di merito hanno dichiarato l’appello inammissibile. La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha rinviato il caso a una pubblica udienza. L’obiettivo è approfondire la portata della nuova normativa (d.lgs. 110/2024), che amplia le possibilità di impugnazione dell’estratto di ruolo, e stabilire se sia applicabile ai giudizi già in corso.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Impugnazione estratto di ruolo: la Cassazione fa il punto sulle nuove norme

L’impugnazione dell’estratto di ruolo è da sempre un tema complesso nel diritto tributario, specialmente quando a muoversi è un soggetto dalla capacità giuridica incerta, come una società cancellata e poi fallita. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ha deciso di non decidere, ma di rinviare la questione a una pubblica udienza per fare chiarezza sull’applicazione di una nuova, importante, normativa.

I Fatti del Caso: Una Società tra Cancellazione e Fallimento

La vicenda riguarda una società a responsabilità limitata che, dopo essere stata cancellata dal registro delle imprese, è stata dichiarata fallita su istanza dell’agente della riscossione. Il fallimento era basato su un debito tributario significativo, risultante da cartelle di pagamento che la società sosteneva non le fossero mai state notificate.

Venuta a conoscenza del debito solo tramite l’estratto di ruolo, la società (rappresentata dal suo ex liquidatore e dagli ex soci) ha avviato un contenzioso per chiedere l’annullamento delle cartelle. La Commissione Tributaria Provinciale ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo che fosse stato proposto da un soggetto giuridicamente ‘inesistente’ a seguito della cancellazione. Anche in appello, la Commissione Tributaria Regionale ha confermato l’inammissibilità, seppur per ragioni diverse, legate al fallimento intervenuto nel frattempo.

La questione dell’interesse ad agire e l’impugnazione estratto di ruolo

Il cuore del problema legale risiede nel cosiddetto ‘interesse ad agire’. Per poter avviare una causa, una parte deve avere un interesse concreto e attuale a ottenere una certa decisione dal giudice. Nel caso di una società cancellata e fallita, quale interesse può avere a contestare un debito che, apparentemente, non può più intaccare un patrimonio ormai gestito dalla procedura fallimentare? I ricorrenti hanno sostenuto che l’interesse era più che concreto: annullare o ridurre il debito tributario avrebbe potuto evitare la dichiarazione di fallimento e consentire l’accesso a meccanismi di definizione agevolata dei debiti (‘rottamazione’).

La Decisione della Corte: Rinvio a Pubblica Udienza

Di fronte a questo complesso scenario, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza interlocutoria. Invece di decidere il caso, ha ritenuto che la questione meritasse un approfondimento in una pubblica udienza. Questa scelta è motivata dalla necessità di esaminare a fondo l’impatto di una nuova legge, il Decreto Legislativo n. 110/2024, che ha modificato proprio le regole sull’impugnazione dell’estratto di ruolo.

Le Motivazioni: L’Impatto della Nuova Normativa

Le motivazioni della Corte si concentrano interamente sulla recente riforma. In passato, la possibilità di impugnare direttamente un estratto di ruolo per cartelle non notificate era stata oggetto di un lungo dibattito giurisprudenziale. Il legislatore era intervenuto per limitare questa possibilità, ammettendola solo in casi specifici in cui il contribuente potesse dimostrare un pregiudizio concreto (ad esempio, l’impossibilità di partecipare a un appalto pubblico).

Il D.Lgs. 110/2024 e l’Ampliamento dei Casi di Impugnabilità

Il nuovo art. 12 del D.Lgs. 110/2024 ha riscritto le regole. Ora, l’impugnazione diretta del ruolo e della cartella non notificata è consentita in un numero maggiore di casi. Tra questi, assume particolare rilievo la situazione in cui il contribuente dimostri che l’iscrizione a ruolo possa causargli un pregiudizio nell’ambito delle procedure previste dal codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza. Si tratta esattamente della situazione lamentata dai ricorrenti: il debito fiscale è stato la causa scatenante del loro fallimento.

La Questione Nomofilattica: l’Applicazione ai Giudizi Pendenti

La Corte ha identificato una questione di ‘rilievo nomofilattico’, ovvero un punto di diritto cruciale per assicurare un’interpretazione uniforme della legge. Il quesito è: questa nuova e più favorevole normativa si applica anche ai processi che erano già in corso al momento della sua entrata in vigore? La risposta a questa domanda è fondamentale per risolvere non solo questo caso, ma molti altri simili. Per questo motivo, si è reso necessario un rinvio a pubblica udienza, dove la questione potrà essere discussa in modo più approfondito.

Conclusioni: Quali Implicazioni per i Contribuenti?

L’ordinanza della Cassazione, pur non essendo una decisione finale, apre uno scenario di grande interesse. Se la Corte dovesse stabilire che la nuova legge si applica anche ai giudizi pendenti, si aprirebbero nuove possibilità di difesa per molti contribuenti che si trovano in situazioni analoghe. In particolare, verrebbe rafforzata la tutela per le imprese che rischiano procedure di insolvenza a causa di debiti fiscali basati su atti mai correttamente notificati. La futura sentenza a seguito della pubblica udienza sarà quindi un punto di riferimento essenziale per comprendere i nuovi confini dell’impugnazione dell’estratto di ruolo nel contesto della crisi d’impresa.

Una società cancellata dal registro imprese e poi fallita può ancora impugnare un estratto di ruolo?
La questione è complessa. Secondo i ricorrenti, l’interesse sussiste se l’annullamento del debito tributare avrebbe potuto evitare la dichiarazione di fallimento. La Corte di Cassazione ha ritenuto la questione meritevole di approfondimento in pubblica udienza proprio per valutarne la fondatezza alla luce delle nuove norme.

Cosa cambia con il nuovo D.Lgs. 110/2024 in materia di impugnazione dell’estratto di ruolo?
Il D.Lgs. 110/2024 ha ampliato le ipotesi in cui un contribuente può impugnare direttamente il ruolo o la cartella di pagamento che presume non notificata. Tra i nuovi casi, è stato introdotto quello in cui l’iscrizione a ruolo possa causare un pregiudizio nell’ambito delle procedure di crisi d’impresa e insolvenza.

Perché la Corte di Cassazione ha rinviato la decisione a una pubblica udienza?
La Corte ha rinviato il caso perché ritiene necessario approfondire una questione di ‘rilievo nomofilattico’, ossia di fondamentale importanza per l’interpretazione uniforme della legge. Nello specifico, deve essere stabilito quale sia l’ambito di applicazione del nuovo D.Lgs. 110/2024 e, in particolare, se le sue disposizioni più favorevoli si applichino anche ai giudizi che erano già pendenti al momento della sua entrata in vigore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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