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Impugnazione estratto di ruolo: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 33456/2024, si è pronunciata sul tema dell’impugnazione dell’estratto di ruolo. Un contribuente, venuto a conoscenza di un debito fiscale solo tramite un estratto di ruolo, aveva impugnato l’atto sostenendo di non aver mai ricevuto le relative cartelle di pagamento. I giudici di merito avevano dichiarato il ricorso inammissibile. La Cassazione ha rigettato il ricorso del contribuente, confermando l’inammissibilità. La Corte ha basato la sua decisione su una recente normativa (art. 12, comma 4-bis, d.P.R. 602/1973) che limita fortemente i casi in cui è possibile l’impugnazione dell’estratto di ruolo, richiedendo la prova di un concreto e attuale ‘interesse ad agire’ che, nel caso di specie, non è stato dimostrato.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Impugnazione Estratto di Ruolo: Quando è Ammessa? La Cassazione Chiarisce

L’impugnazione dell’estratto di ruolo rappresenta una delle questioni più dibattute nel contenzioso tributario. Molti contribuenti scoprono l’esistenza di un debito fiscale solo richiedendo questo documento informativo, senza aver mai ricevuto la notifica della cartella di pagamento. Ma è sufficiente questa scoperta per agire in giudizio? La Corte di Cassazione, con la recente ordinanza n. 33456 del 2024, è tornata sul tema, fornendo chiarimenti cruciali alla luce delle recenti riforme legislative che hanno limitato tale possibilità.

I Fatti di Causa

Il caso esaminato ha origine da avvisi di accertamento per IVA non versata, notificati a un’associazione non riconosciuta per gli anni 2002 e 2003. L’Agenzia delle Entrate notificava gli atti anche al legale rappresentante dell’associazione, ritenuto solidalmente responsabile. Quest’ultimo, sostenendo di essere venuto a conoscenza del debito solo nel 2015 a seguito della richiesta di un estratto di ruolo, impugnava l’atto e le cartelle di pagamento sottostanti, deducendo la decadenza del potere impositivo dell’amministrazione per omessa notifica delle cartelle.

Le Decisioni dei Giudici di Merito

Sia la Commissione Tributaria Provinciale (CTP) che la Commissione Tributaria Regionale (CTR) avevano dichiarato i ricorsi inammissibili. In particolare, la CTR aveva confermato la decisione di primo grado, pur con una motivazione parzialmente diversa. Secondo i giudici d’appello, l’estratto di ruolo non è un atto autonomamente impugnabile. Inoltre, avevano erroneamente sostenuto che il contribuente, una volta venuto a conoscenza del debito, avrebbe dovuto prima stimolare l’Amministrazione con un’istanza di annullamento e solo successivamente, in caso di rifiuto esplicito o tacito, agire in giudizio. Sostanzialmente, per i giudici di merito, il ricorso era stato presentato tardivamente e contro un atto non impugnabile.

La Decisione della Cassazione sull’Impugnazione Estratto di Ruolo

La Corte di Cassazione, pur riconoscendo l’erroneità di una parte della motivazione della CTR (quella relativa all’onere di presentare un’istanza preventiva, non previsto da alcuna norma), ha rigettato il ricorso del contribuente. La decisione si fonda sull’interpretazione del nuovo quadro normativo, in particolare dell’art. 12, comma 4-bis, del d.P.R. n. 602/1973, introdotto nel 2021.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha chiarito che il legislatore ha inteso limitare drasticamente le ipotesi di impugnazione dell’estratto di ruolo. La norma citata ha selezionato casi specifici in cui l’invalida notificazione della cartella di pagamento può generare di per sé il bisogno di una tutela giurisdizionale. Al di fuori di queste ipotesi, il semplice fatto di venire a conoscenza del debito tramite l’estratto non è sufficiente a fondare l’interesse ad agire del contribuente.

Richiamando una precedente e fondamentale sentenza delle Sezioni Unite (n. 26283/2022), la Corte ha ribadito che l’interesse ad agire deve essere concreto e attuale. Non basta la mera affermazione di non aver ricevuto la notifica; il contribuente deve dimostrare di subire un pregiudizio effettivo dall’iscrizione a ruolo, come ad esempio l’avvio di un’azione esecutiva o cautelare. Nel caso di specie, il ricorrente si era limitato a impugnare l’estratto di ruolo ottenuto su sua richiesta, senza allegare l’esistenza di un simile pregiudizio. Questa carenza ha determinato il ‘difetto di interesse’ e, di conseguenza, l’inammissibilità originaria dell’azione, che si estende a tutti i motivi del ricorso.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento consolida un orientamento giurisprudenziale restrittivo. L’impugnazione dell’estratto di ruolo non è più una via percorribile per contestare genericamente un debito di cui non si è ricevuta notifica. Il contribuente deve attendere la notifica di un atto successivo e direttamente pregiudizievole (come un’intimazione di pagamento o un pignoramento) per far valere il vizio di notifica della cartella originaria. In alternativa, deve dimostrare che la sola iscrizione a ruolo gli stia causando un danno concreto e immediato, integrando così quell’interesse ad agire che la legge ora richiede come condizione imprescindibile per l’accesso alla tutela giurisdizionale.

È sempre possibile impugnare un estratto di ruolo se non ho ricevuto la cartella di pagamento?
No. Secondo la Cassazione, a seguito delle recenti modifiche normative (art. 12, comma 4-bis, d.P.R. 602/1973), l’impugnazione è possibile solo in casi specifici in cui la mancata notifica della cartella genera un concreto e attuale bisogno di tutela giurisdizionale, che il contribuente deve dimostrare.

Cosa significa ‘difetto di interesse ad agire’ in questo contesto?
Significa che il contribuente, pur avendo scoperto un debito, non ha dimostrato di subire un pregiudizio immediato e concreto che giustifichi un’azione legale. L’aver semplicemente richiesto e ottenuto un estratto di ruolo, senza che sia stato avviato un pignoramento o un’altra azione esecutiva, non è sufficiente a fondare l’interesse ad agire.

Devo prima chiedere l’annullamento in autotutela all’Agenzia prima di fare ricorso al giudice?
No. La Cassazione ha corretto la sentenza di secondo grado su questo punto, chiarendo che nessuna norma, né sostanziale né processuale, obbliga il contribuente a presentare preventivamente un’istanza di autotutela per poter impugnare l’estratto di ruolo (nei limitati casi in cui ciò sia consentito).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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