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Impugnazione estratto di ruolo: la Cassazione decide

Una società di trasporti ha contestato un estratto di ruolo sostenendo di non aver mai ricevuto le relative cartelle di pagamento. La Corte di Cassazione, applicando una normativa sopravvenuta, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso originario. La decisione chiarisce che l’impugnazione dell’estratto di ruolo non è più uno strumento valido per far valere la mancata notifica degli atti presupposti, con effetti anche sui giudizi pendenti.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Impugnazione Estratto di Ruolo: Inammissibile per Legge Sopravvenuta

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia fiscale: l’impugnazione estratto di ruolo non è più consentita se finalizzata a contestare la mancata notifica delle cartelle di pagamento presupposte. Questa decisione, basata su una modifica legislativa applicata retroattivamente, segna un punto fermo per i contribuenti e i professionisti del settore, ridefinendo le strategie difensive contro le pretese dell’Ente Fiscale.

I Fatti di Causa: Dal Ricorso Iniziale alla Cassazione

Una società di autotrasporti aveva avviato una causa tributaria impugnando un estratto di ruolo. La società lamentava di non aver mai ricevuto la notifica delle cartelle di pagamento relative a imposte IRES, IRAP e IVA, che erano elencate nel documento. Inizialmente, la Commissione Tributaria Provinciale aveva dato ragione alla società. Tuttavia, l’Ente Fiscale aveva presentato appello e la Commissione Tributaria Regionale aveva ribaltato la decisione, ritenendo che le notifiche fossero state regolarmente eseguite.

Di fronte a questa sentenza sfavorevole, la società ha proposto ricorso per cassazione. Il caso è così giunto all’esame della Suprema Corte per una valutazione definitiva.

La Decisione della Corte: Cassazione Senza Rinvio

La Corte di Cassazione ha preso una decisione drastica: ha cassato la sentenza impugnata senza rinvio. Questo significa che ha annullato la decisione della Commissione Regionale e ha chiuso il caso definitivamente, dichiarando inammissibile il ricorso originario presentato dalla società.

La particolarità della decisione non risiede tanto nell’analisi delle notifiche, quanto nell’applicazione di una norma introdotta durante il corso del processo, che ha cambiato radicalmente le regole del gioco.

Le Motivazioni della Cassazione: L’Impatto della Nuova Normativa sull’Impugnazione Estratto di Ruolo

Il cuore della motivazione risiede nell’applicazione dell’art. 12, comma 4-bis, del d.P.R. n. 602/1973. Questa disposizione, introdotta nel 2021, stabilisce esplicitamente il divieto di impugnare l’estratto di ruolo per contestare la formazione o la notifica degli atti che lo precedono (come le cartelle di pagamento).

La Corte ha sottolineato che, secondo la giurisprudenza consolidata delle Sezioni Unite (sentenza n. 26283/2022), questa nuova norma si applica anche a tutti i processi che erano già in corso al momento della sua entrata in vigore. Di conseguenza, il ricorso originario della società, pur essendo stato presentato prima della modifica legislativa, è diventato inammissibile ex post.

In pratica, la legge sopravvenuta ha privato il contribuente dello strumento processuale che aveva utilizzato. Poiché il ricorso era basato proprio sulla contestazione delle notifiche attraverso l’impugnazione estratto di ruolo, la sua azione è risultata proceduralmente scorretta alla luce del nuovo quadro normativo. Per questo motivo, la Corte non ha nemmeno esaminato i motivi specifici del ricorso, fermandosi a questa valutazione preliminare di inammissibilità.

Conclusioni: Cosa Cambia per il Contribuente?

Questa ordinanza conferma un orientamento ormai consolidato e ha implicazioni pratiche significative per i contribuenti.

1. Fine dell’impugnazione ‘preventiva’: Non è più possibile utilizzare l’estratto di ruolo come un’occasione per ‘anticipare’ la difesa contro cartelle di pagamento che si presume non siano state notificate. Il contribuente deve attendere un atto successivo e concreto della riscossione (come un pignoramento o un’intimazione di pagamento) per poter sollevare l’eccezione di mancata notifica della cartella presupposta.
2. Applicazione retroattiva: La norma si applica a tutti i giudizi in corso, il che significa che molte cause pendenti basate su questo presupposto sono destinate a essere dichiarate inammissibili.
3. Compensazione delle spese: Dato che l’esito del giudizio è stato determinato da un cambiamento di legge imprevisto, la Corte ha deciso di compensare le spese legali tra le parti, riconoscendo che nessuna delle due poteva prevedere questo sviluppo al momento dell’inizio della causa.

È possibile impugnare un estratto di ruolo per contestare la mancata notifica delle cartelle di pagamento?
No, in base a una modifica normativa (art. 12, comma 4-bis, d.P.R. 602/1973), l’estratto di ruolo non può più essere impugnato autonomamente per far valere la mancata notifica degli atti presupposti, come le cartelle di pagamento.

La nuova legge che vieta l’impugnazione dell’estratto di ruolo si applica anche ai processi già in corso?
Sì, la Corte di Cassazione, richiamando una precedente sentenza a Sezioni Unite, ha confermato che la nuova norma si applica anche ai giudizi pendenti al momento della sua entrata in vigore, rendendo inammissibili i ricorsi basati su tale presupposto.

Cosa accade se un ricorso contro un estratto di ruolo viene dichiarato inammissibile a causa della nuova legge?
La sentenza impugnata viene cassata senza rinvio, il che significa che il processo si conclude definitivamente. Nel caso specifico, la Corte ha compensato le spese legali tra le parti, poiché l’esito è stato determinato da una disposizione di legge sopravvenuta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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