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Impugnazione estratto di ruolo: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 21007/2024, ha accolto il ricorso dell’Ente di Riscossione contro un contribuente. Applicando una nuova normativa (jus superveniens), la Corte ha stabilito che per l’impugnazione estratto di ruolo non basta affermare la mancata notifica della cartella di pagamento, ma è necessario dimostrare un concreto e attuale interesse ad agire, ovvero un pregiudizio effettivo. Poiché il contribuente non ha fornito tale prova, il suo ricorso originario è stato dichiarato inammissibile.

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Pubblicato il 8 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Impugnazione Estratto di Ruolo: Quando è Ammissibile? La Cassazione Chiarisce

L’impugnazione estratto di ruolo rappresenta da tempo un terreno di scontro tra contribuenti ed Ente di Riscossione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 21007 del 26 luglio 2024, interviene su questo tema con principi destinati a incidere profondamente sui processi in corso e futuri. La decisione si fonda sull’applicazione di una normativa sopravvenuta (jus superveniens) che ridefinisce i confini dell'”interesse ad agire” del contribuente, stabilendo che la semplice affermazione di non aver ricevuto la cartella di pagamento non è più sufficiente per contestare l’estratto.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dal ricorso di un contribuente che aveva impugnato alcuni estratti di ruolo, lamentando la mancata notifica delle relative cartelle di pagamento e, in un caso, l’avvenuta prescrizione del credito. La Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione al contribuente, accogliendo le sue istanze. L’Ente di Riscossione, non condividendo la decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, basandolo su diversi motivi, tra cui la presunta erronea interpretazione delle norme sulla prescrizione e sulla notifica degli atti.

L’Impugnazione Estratto di Ruolo e l’Impatto della Nuova Legge

Il punto cruciale della controversia risiede nell’intervento normativo dell’art. 12, comma 4-bis, del d.P.R. n. 602 del 1973. Questa disposizione, introdotta successivamente all’inizio della causa, ha specificato i casi in cui la mancata notifica della cartella di pagamento genera di per sé il bisogno di tutela giurisdizionale, plasmando così il concetto di “interesse ad agire”. La Corte di Cassazione ha affermato che questa nuova norma, in quanto disciplina una condizione dell’azione, deve essere applicata anche ai processi già pendenti.

Di conseguenza, per procedere con l’impugnazione estratto di ruolo, il contribuente non può più limitarsi a denunciare un vizio di notifica, ma deve dimostrare di subire un pregiudizio concreto e attuale da tale situazione. Questo interesse specifico deve essere provato, ad esempio, documentando che l’iscrizione a ruolo gli impedisce di partecipare a una gara d’appalto o che è stato avviato un procedimento di esecuzione forzata a suo carico.

Le Motivazioni della Corte

La Corte Suprema ha accolto il ricorso principale dell’Ente di Riscossione proprio sulla base di questi principi. I giudici hanno osservato che, nel corso del giudizio di legittimità, il contribuente non aveva fornito alcuna prova del suo specifico interesse ad agire secondo i dettami della nuova legge. Né una tale prova era emersa nei gradi di merito.

La Cassazione ha inoltre chiarito un altro aspetto importante: l’argomento del contribuente relativo alla formazione di un “giudicato interno” sull’ammissibilità del suo ricorso originario è stato respinto. Secondo la Corte, l’impugnazione dell’Ente di Riscossione, anche se focalizzata su aspetti diversi, riapre la cognizione sull’intera questione dell’ammissibilità, permettendo al giudice di riconsiderarla alla luce di tutti i suoi presupposti, inclusa la sopravvenuta normativa.

Il principio di diritto espresso dalle Sezioni Unite, e qui ribadito, è che l’interesse ad agire è una condizione dinamica, che può essere influenzata da una norma sopravvenuta fino al momento della decisione finale. Pertanto, l’onere di dimostrare tale interesse permane in capo al contribuente anche nei processi in corso.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata. Non essendo necessari ulteriori accertamenti di fatto, ha deciso la causa nel merito, dichiarando inammissibile il ricorso originario del contribuente per mancata dimostrazione dell’interesse ad agire. La Corte ha inoltre dichiarato estinto il ricorso incidentale proposto dal contribuente e ha compensato le spese di giudizio tra le parti, data la particolarità della decisione basata su una legge sopravvenuta (jus superveniens). Questa ordinanza segna un punto fermo: l’impugnazione estratto di ruolo è ammessa solo se il contribuente dimostra un pregiudizio concreto, non essendo più sufficiente la sola allegazione della mancata notifica della cartella.

È sempre possibile contestare un estratto di ruolo se non ho ricevuto la cartella di pagamento?
No. Secondo la nuova normativa applicata dalla Cassazione, non è più sufficiente affermare di non aver ricevuto la cartella. È necessario dimostrare un concreto e attuale “interesse ad agire”, cioè un pregiudizio specifico derivante da quella mancata notifica (es. l’avvio di un’azione esecutiva).

La nuova legge sull’impugnazione dell’estratto di ruolo si applica anche ai processi già in corso?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che la nuova norma, definendo una condizione dell’azione come l’interesse ad agire, si applica anche ai processi pendenti al momento della sua entrata in vigore (jus superveniens), fino al momento della decisione finale.

Cosa si intende per prova di un ‘concreto interesse ad agire’ per impugnare l’estratto di ruolo?
Significa che il contribuente deve fornire la prova documentale di un danno effettivo e attuale causato dall’iscrizione a ruolo. Ad esempio, deve dimostrare che a causa di quel debito gli è stato notificato un atto di pignoramento, un’iscrizione ipotecaria, o che gli è stata negata la possibilità di partecipare a una procedura pubblica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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