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Impugnazione estratto di ruolo: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, affronta un caso di impugnazione di estratti di ruolo da parte di una società. L’Agente della Riscossione sostiene l’inammissibilità del ricorso alla luce delle nuove norme che limitano l’impugnazione dell’estratto di ruolo solo in presenza di un concreto pregiudizio. La Corte, non potendo verificare dagli atti se la contestazione iniziale riguardasse le cartelle sulla base degli estratti, ha disposto l’acquisizione del fascicolo d’ufficio per poter decidere nel merito, rinviando la trattazione.

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Pubblicato il 25 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Impugnazione Estratto di Ruolo: Quando la Cassazione Ferma Tutto e Chiede gli Atti

L’impugnazione dell’estratto di ruolo è da anni un terreno di scontro tra contribuenti e Fisco. Recentemente, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza interlocutoria che mette in pausa un giudizio per fare chiarezza su un punto fondamentale: è necessario acquisire il fascicolo processuale per verificare se sussiste l’interesse ad agire del contribuente. Analizziamo questa decisione per capire le sue implicazioni pratiche.

Il Fatto: Tredici Cartelle e un Ricorso Basato sull’Estratto di Ruolo

Una società a responsabilità limitata aveva impugnato tredici estratti di ruolo, lamentando l’omessa notifica delle relative cartelle di pagamento e la prescrizione del credito. Sia in primo che in secondo grado, i giudici tributari avevano dato ragione alla società, annullando gli atti. La Corte di secondo grado, in particolare, aveva ritenuto inesistenti le notifiche effettuate tramite un servizio postale privato e nulle quelle eseguite senza le dovute ricerche sulla reperibilità del destinatario.

L’Agente della Riscossione, non soddisfatto della decisione, ha presentato ricorso in Cassazione, basando la sua difesa su un’importante novità legislativa. Secondo l’ente, la recente normativa limita drasticamente la possibilità di un’impugnazione dell’estratto di ruolo, ammettendola solo se il contribuente dimostra di subire un pregiudizio concreto, come un fermo amministrativo o un’ipoteca.

La Nuova Disciplina sull’Impugnazione Estratto di Ruolo

Il punto centrale della difesa dell’Agente della Riscossione è l’art. 12, comma 4-bis, del d.P.R. 602/1973, introdotto nel 2021. Questa norma, come interpretata dalle Sezioni Unite della Cassazione (sentenza n. 26283/2022), stabilisce che l’estratto di ruolo non può essere impugnato autonomamente. Il contribuente può agire in giudizio solo se dimostra che dall’iscrizione a ruolo deriva un danno attuale e concreto alla sua sfera giuridica.

Questa disposizione si applica anche ai processi già in corso al momento della sua entrata in vigore, modellando la nozione di “interesse ad agire” e richiedendo una prova specifica del pregiudizio.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, nell’analizzare il ricorso, si è trovata di fronte a un problema: dagli atti a sua disposizione non era possibile stabilire con certezza se l’azione iniziale della società fosse effettivamente un’impugnazione dell’estratto di ruolo o se, invece, riguardasse direttamente le cartelle di pagamento (delle quali il contribuente era venuto a conoscenza tramite l’estratto). Questa distinzione è cruciale.

Se l’oggetto dell’impugnazione fossero state le cartelle, la questione sull’ammissibilità legata al pregiudizio non si porrebbe negli stessi termini. Se invece, come sostenuto dall’Agente della Riscossione, l’oggetto fosse stato proprio l’estratto, allora la nuova normativa sarebbe pienamente applicabile.

La sentenza di secondo grado, pur confermando l’accoglimento del ricorso del contribuente, non aveva approfondito questo aspetto, concentrandosi solo sui vizi di notifica. Di fronte a questa incertezza, e riconoscendo l’indispensabilità di questo accertamento per decidere il caso, la Corte ha emesso un’ordinanza interlocutoria.

Le Conclusioni: Acquisizione del Fascicolo e Rinvio

La Corte di Cassazione ha concluso che, per valutare correttamente la sussistenza dell’interesse ad agire della società ai sensi della nuova normativa, è indispensabile esaminare gli atti del primo grado di giudizio. Pertanto, ha disposto l’acquisizione del fascicolo d’ufficio.

Questa decisione, seppur non definitiva, è significativa. Sottolinea come, nei casi di impugnazione estratto di ruolo, il giudice di legittimità debba basarsi su prove concrete per applicare i nuovi e più stringenti criteri di ammissibilità. La trattazione del ricorso è stata rinviata a nuovo ruolo, in attesa che l’acquisizione del fascicolo consenta alla Corte di avere un quadro completo e di poter finalmente decidere sulla fondatezza del ricorso dell’Agente della Riscossione.

È sempre possibile impugnare un estratto di ruolo?
No. Secondo la normativa più recente, interpretata dalle Sezioni Unite della Cassazione, l’impugnazione dell’estratto di ruolo è ammessa solo se il contribuente dimostra che da esso deriva un pregiudizio specifico e concreto, non essendo sufficiente la sola potenziale aggressione del patrimonio.

La nuova normativa restrittiva sull’impugnazione dell’estratto di ruolo si applica anche ai processi già in corso?
Sì. La Corte di Cassazione, richiamando la sentenza delle Sezioni Unite n. 26283/2022, conferma che le nuove disposizioni sull’interesse ad agire si applicano anche ai giudizi pendenti al momento della loro entrata in vigore.

Cosa decide la Corte di Cassazione se non è chiaro dagli atti se il ricorso originario riguardava l’estratto di ruolo o le cartelle non notificate?
In questo caso, la Corte ritiene indispensabile acquisire il fascicolo d’ufficio dei gradi di merito per verificare l’effettivo oggetto dell’impugnazione originaria. Pertanto, emette un’ordinanza interlocutoria, sospende la decisione e rinvia la causa a una nuova udienza dopo aver esaminato gli atti richiesti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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