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Impugnabilità estratto di ruolo: quando è possibile?

Una società ha impugnato due cartelle di pagamento dopo averne avuto conoscenza tramite un estratto di ruolo. La Cassazione, applicando una nuova normativa, ha dichiarato il ricorso inammissibile. L’impugnabilità dell’estratto di ruolo è ora limitata ai soli casi in cui il contribuente dimostri un pregiudizio concreto e specifico, come previsto dalla legge.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Impugnabilità estratto di ruolo: la Cassazione fissa i paletti

L’impugnabilità dell’estratto di ruolo è da tempo un tema dibattuto nel contenzioso tributario. Per anni i contribuenti hanno utilizzato questo strumento per venire a conoscenza di cartelle di pagamento mai notificate e contestarle. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, applicando una normativa sopravvenuta, ha ribadito i nuovi e più stringenti limiti a questa pratica, chiarendo che l’interesse ad agire del contribuente deve essere concreto e provato.

I fatti del caso: la contestazione di cartelle non notificate

Una società commerciale s.r.l. impugnava dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale due cartelle di pagamento di cui affermava di essere venuta a conoscenza solo a seguito della richiesta di un estratto di ruolo. La società lamentava la mancata notifica degli atti e, in subordine, la nullità della stessa perché avvenuta via PEC con un formato non conforme. L’Agente della Riscossione si difendeva sostenendo che una delle due cartelle era già stata oggetto di un precedente ricorso e quindi era nota alla società.
Sia la Commissione di primo grado che quella regionale d’appello respingevano le ragioni della società, confermando la regolarità delle notifiche. La contribuente decideva quindi di presentare ricorso per cassazione.

La nuova disciplina sulla contestazione dell’estratto di ruolo

Il punto cruciale della decisione non risiede nell’analisi dei motivi di ricorso della società, ma nell’applicazione di una norma introdotta successivamente all’inizio della causa: l’art. 3-bis del D.L. n. 146/2021. Questa disposizione ha modificato l’art. 12 del d.P.R. n. 602/1973, stabilendo un principio fondamentale: l’estratto di ruolo non è un atto impugnabile.
La norma prevede che il ruolo e la cartella di pagamento non notificati o invalidamente notificati possano essere impugnati solo se il debitore dimostra che dall’iscrizione a ruolo può derivargli un pregiudizio concreto e attuale. La legge elenca specificamente questi pregiudizi, che includono, ad esempio, l’impossibilità di partecipare a gare d’appalto, la difficoltà nell’ottenere finanziamenti o la perdita di benefici nei rapporti con la pubblica amministrazione.

La decisione della Corte di Cassazione: la prova del pregiudizio come condizione per l’azione

La Corte di Cassazione ha applicato questo nuovo principio al caso di specie. Ha osservato che la nuova legge, secondo l’interpretazione delle Sezioni Unite, si applica anche ai processi già in corso al momento della sua entrata in vigore. Questo perché la norma non modifica il diritto sostanziale, ma definisce le condizioni dell’azione, ovvero l’interesse ad agire del contribuente.

Le motivazioni

I giudici hanno rilevato che la società ricorrente non aveva allegato né tantomeno provato l’esistenza di uno dei pregiudizi specifici richiesti dalla nuova normativa. L’impugnazione era basata unicamente sulla presunta mancata notifica delle cartelle, senza però collegare questa circostanza a un danno concreto che giustificasse l’intervento del giudice. In assenza della dimostrazione di un interesse ad agire qualificato, l’azione giudiziaria non può essere ammessa. Pertanto, il ricorso originario è stato dichiarato inammissibile.

Le conclusioni

La Corte ha cassato la sentenza d’appello senza rinvio, dichiarando inammissibile il ricorso introduttivo del giudizio. Questa decisione conferma un orientamento ormai consolidato: non è più sufficiente lamentare la mancata conoscenza di una cartella di pagamento per poterla impugnare tramite l’estratto di ruolo. È indispensabile che il contribuente dimostri attivamente di subire un danno effettivo e attuale a causa di quella iscrizione a ruolo. In mancanza di tale prova, il ricorso sarà dichiarato inammissibile, con conseguente definitività del debito tributario.

È sempre possibile impugnare un estratto di ruolo?
No. Secondo la nuova normativa, l’estratto di ruolo di per sé non è impugnabile. È possibile contestare il ruolo e la cartella di pagamento non notificata solo se si dimostra di subire un pregiudizio concreto e specifico a causa dell’iscrizione a ruolo.

Quali sono i pregiudizi che giustificano l’impugnazione del ruolo e della cartella non notificata?
La legge elenca specifici pregiudizi, tra cui: impedimenti nella partecipazione a contratti pubblici, problemi nella riscossione di crediti da soggetti pubblici, perdita di benefici nei rapporti con la pubblica amministrazione, ostacoli in procedure di crisi d’impresa o in operazioni di finanziamento e cessione d’azienda.

La nuova legge sull’impugnabilità dell’estratto di ruolo si applica anche ai processi già in corso?
Sì. La Corte di Cassazione, seguendo l’orientamento delle Sezioni Unite, ha stabilito che la norma si applica anche ai processi pendenti, poiché incide sull’interesse ad agire, una condizione dell’azione che deve sussistere al momento della decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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