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Impugnabilità estratto di ruolo: la Cassazione decide

Un contribuente, venuto a conoscenza di un debito tributario del defunto di cui era erede solo tramite un estratto di ruolo, aveva impugnato la relativa cartella di pagamento sostenendo la mancata notifica. Sebbene i giudici di merito gli avessero dato ragione, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate. Applicando una recente normativa, la Corte ha stabilito che l’impugnabilità dell’estratto di ruolo è limitata a casi tassativi in cui il contribuente dimostri un pregiudizio specifico e concreto (es. esclusione da appalti pubblici). In assenza di tale prova, il ricorso originario è stato dichiarato inammissibile.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Impugnabilità Estratto di Ruolo: Nuovi Limiti dalla Cassazione

Un tema da sempre al centro del contenzioso tributario è quello relativo alla possibilità per il contribuente di difendersi da una pretesa fiscale di cui viene a conoscenza non tramite la notifica di un atto, ma attraverso un semplice estratto di ruolo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito la stretta normativa introdotta nel 2021, limitando drasticamente l’impugnabilità dell’estratto di ruolo e definendo con precisione i confini della tutela del contribuente.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dal ricorso di un contribuente, erede di una persona deceduta, che si opponeva a una cartella di pagamento per Irap, Irpef e Iva relative a un’annualità pregressa. Il ricorrente sosteneva di non aver mai ricevuto una valida notifica della cartella e di aver appreso dell’esistenza del debito solo tramite la richiesta di un estratto di ruolo all’Agente della Riscossione. Sulla base di ciò, eccepiva la prescrizione del credito.
Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale accoglievano le ragioni del contribuente, annullando l’atto impositivo. L’Agenzia delle Entrate, tuttavia, non si arrendeva e proponeva ricorso per Cassazione, lamentando la violazione di una specifica e recente norma di legge.

La Svolta Normativa sulla Impugnabilità dell’Estratto di Ruolo

Per anni, la giurisprudenza, consolidatasi con la celebre sentenza delle Sezioni Unite n. 19704/2015, ammetteva che il contribuente potesse impugnare la cartella di pagamento non notificata nel momento in cui ne veniva a conoscenza attraverso l’estratto di ruolo. Questo orientamento garantiva un’ampia tutela, consentendo di far valere vizi della pretesa tributaria prima che questa sfociasse in atti esecutivi.

Tuttavia, con il D.L. n. 146 del 2021, il legislatore ha cambiato le carte in tavola, introducendo il comma 4-bis all’art. 12 del d.P.R. n. 602/1973. Questa norma stabilisce una regola chiara: “L’estratto di ruolo non è impugnabile”. La stessa norma prevede che il ruolo e la cartella non notificata possano essere oggetto di impugnazione diretta solo in casi tassativi, ovvero quando il debitore dimostri che dall’iscrizione a ruolo possa derivargli un pregiudizio specifico, quale:

1. La partecipazione a una procedura di appalto pubblico.
2. La riscossione di somme dovute da soggetti pubblici.
3. La perdita di un beneficio nei rapporti con la pubblica amministrazione.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ha applicato rigorosamente la nuova disciplina. Citando una precedente pronuncia delle Sezioni Unite (n. 26283/2022), ha confermato che questa norma più restrittiva si applica anche ai giudizi pendenti al momento della sua entrata in vigore.

Il cuore della motivazione risiede nella nozione di “interesse ad agire”. Secondo la Corte, al di fuori delle ipotesi tassativamente elencate dalla legge, il contribuente non ha un interesse concreto e attuale a impugnare un atto che, di per sé, non è ancora esecutivo e non gli causa un danno immediato. L’estratto di ruolo è un atto interno, non lesivo, e la mera esistenza di un’iscrizione a ruolo non è sufficiente a giustificare un’azione legale.

Nel caso di specie, il contribuente non aveva allegato né dimostrato di subire uno dei pregiudizi specifici previsti dalla norma. Di conseguenza, il suo ricorso originario è stato ritenuto inammissibile, in quanto privo di una delle condizioni fondamentali dell’azione.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione consolida un cambiamento radicale nella tutela del contribuente. L’impugnazione di una cartella di pagamento conosciuta solo tramite estratto di ruolo non è più un diritto generalizzato, ma un’eccezione vincolata a prove precise. Il contribuente che intende agire in giudizio deve ora dimostrare, fin dal principio, di trovarsi in una delle situazioni pregiudizievoli elencate dalla legge. In caso contrario, il suo ricorso sarà dichiarato inammissibile, senza neanche entrare nel merito delle questioni sollevate (come la prescrizione o i vizi di notifica). Questa pronuncia impone un’attenta valutazione strategica prima di intraprendere un contenzioso basato sulla sola conoscenza dell’estratto di ruolo.

È sempre possibile impugnare un estratto di ruolo per contestare una cartella di pagamento non notificata?
No. A seguito della riforma del 2021, l’estratto di ruolo non è di per sé impugnabile. L’impugnazione diretta della cartella non notificata, di cui si è venuti a conoscenza tramite l’estratto, è ammessa solo in casi eccezionali.

In quali casi specifici si può contestare una cartella non notificata conosciuta tramite estratto di ruolo?
L’azione è ammessa solo se il contribuente dimostra che l’iscrizione a ruolo gli sta causando un pregiudizio concreto e attuale, come il rischio di non poter partecipare ad appalti pubblici, di non poter riscuotere crediti da enti pubblici, o di perdere benefici nei rapporti con la Pubblica Amministrazione.

La nuova normativa più restrittiva si applica anche ai processi già in corso?
Sì. La Corte di Cassazione, richiamando una precedente decisione delle Sezioni Unite, ha confermato che le nuove e più restrittive regole sull’impugnabilità si applicano anche ai giudizi che erano già pendenti al momento della loro entrata in vigore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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