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Improcedibilità del ricorso: l’onere di depositare la sentenza

Una società cooperativa ha impugnato un avviso di accertamento fiscale. Dopo aver perso nei primi due gradi di giudizio, ha presentato ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato l’improcedibilità del ricorso non per il merito della questione, ma per un vizio formale decisivo: la mancata allegazione della sentenza impugnata, un requisito che ha impedito alla Corte di esaminare il caso.

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Pubblicato il 26 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Improcedibilità del Ricorso: L’Importanza di Allegare la Sentenza Impugnata

Nel complesso mondo del diritto processuale, i requisiti formali non sono semplici tecnicismi, ma pilastri che garantiscono il corretto svolgimento del giudizio. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda quanto possa essere fatale trascurarli, focalizzandosi sul concetto di improcedibilità del ricorso. Questo principio sancisce che, in assenza di determinati adempimenti, il giudice non può nemmeno entrare nel merito della questione. Il caso in esame dimostra come la mancata produzione della sentenza impugnata possa portare al rigetto del ricorso e a pesanti conseguenze economiche.

I Fatti del Caso: Un Contenzioso Fiscale Complesso

La vicenda ha origine da un avviso di accertamento emesso dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di una società cooperativa per maggiori imposte (IRES, IRAP e IVA) relative all’anno 2017. L’amministrazione finanziaria contestava l’indetraibilità dell’IVA su un acquisto immobiliare e l’indeducibilità di alcuni costi ritenuti non certi.

La società ha impugnato l’atto, ma il suo ricorso è stato rigettato in primo grado. Successivamente, la Commissione Tributaria Regionale ha dichiarato inammissibile l’appello. La ragione? Un vizio originario nel mandato alle liti: la procura era stata conferita da un soggetto privo del potere di rappresentanza legale della società, un difetto che, secondo i giudici di secondo grado, inficiava la validità del ricorso sin dall’inizio.

L’Appello in Cassazione e l’improcedibilità del ricorso

Nonostante le due decisioni sfavorevoli, la società ha deciso di portare la questione davanti alla Corte di Cassazione, affidando il ricorso a due motivi. Il primo motivo contestava la decisione della CTR, sostenendo che il difetto di procura fosse stato sanato con il rilascio di un nuovo mandato da parte del nuovo amministratore, con efficacia retroattiva. Il secondo motivo, invece, criticava la condanna al pagamento delle spese processuali.

Tuttavia, la Suprema Corte non ha mai avuto modo di analizzare nel dettaglio questi motivi. La sua attenzione si è fermata su un ostacolo preliminare e insormontabile: la società ricorrente non aveva depositato, insieme al ricorso, una copia della sentenza della Commissione Tributaria Regionale che intendeva impugnare.

La Regola Fondamentale dell’Art. 369 c.p.c.

L’articolo 369, secondo comma, n. 2, del codice di procedura civile stabilisce chiaramente che, a pena di improcedibilità, il ricorrente deve depositare una copia autentica della sentenza o della decisione impugnata. Questo adempimento non è una mera formalità, ma è essenziale per consentire alla Corte di Cassazione di svolgere il proprio ruolo.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha ribadito un principio consolidato nella sua giurisprudenza: l’omessa produzione della sentenza impugnata comporta l’improcedibilità del ricorso. Questa mancanza impedisce al giudice di legittimità di compiere verifiche fondamentali, quali:
1. L’esistenza stessa del provvedimento impugnato: senza il documento, la Corte non può essere certa che esista una decisione da revisionare.
2. La tempestività dell’impugnazione: la verifica dei termini per ricorrere in Cassazione si basa sulla data di pubblicazione della sentenza, un dato contenuto nel documento stesso.
3. L’oggetto della controversia: è impossibile valutare la fondatezza dei motivi di ricorso senza poter leggere le ragioni della decisione che si contesta.

I giudici hanno specificato che neppure il deposito da parte dell’Agenzia delle Entrate (il controricorrente) avrebbe potuto sanare la situazione, in quanto anche l’Agenzia non aveva prodotto il documento. Se lo avesse fatto, l’adempimento della controparte avrebbe potuto salvare il ricorso dalla sanzione dell’improcedibilità. Di conseguenza, la Corte ha dichiarato il ricorso improcedibile, confermando la proposta di definizione accelerata del giudizio.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Decisione

La decisione finale è stata drastica per la società ricorrente. Oltre a vedere il proprio ricorso respinto senza un esame nel merito, è stata condannata al pagamento di ingenti somme. La condanna ha incluso le spese processuali a favore dell’Agenzia delle Entrate (liquidate in € 13.800,00), un ulteriore importo di € 7.000,00 per responsabilità processuale aggravata ai sensi dell’art. 96 c.p.c., e un versamento di € 2.000,00 alla Cassa delle Ammende. Infine, è stato dato atto della sussistenza dei presupposti per il raddoppio del contributo unificato, un’ulteriore spesa a carico della parte soccombente.

Questo caso offre una lezione cruciale: nel giudizio di Cassazione, la precisione e il rispetto delle norme procedurali sono di massima importanza. L’omissione di un adempimento apparentemente semplice, come il deposito della sentenza impugnata, può precludere ogni possibilità di ottenere giustizia e trasformarsi in un onere economico molto pesante.

Cosa succede se non si allega la sentenza impugnata al ricorso per cassazione?
Il ricorso viene dichiarato improcedibile. Ciò significa che la Corte di Cassazione non esaminerà i motivi dell’impugnazione, ma si limiterà a rigettare il ricorso per una violazione formale.

L’improcedibilità del ricorso può essere sanata se la controparte deposita la sentenza?
Sì. La Corte chiarisce che se la parte resistente (controricorrente) deposita una copia della sentenza impugnata, questo adempimento sana il difetto del ricorrente e permette alla Corte di procedere con l’esame del ricorso.

Quali sono le conseguenze economiche della dichiarazione di improcedibilità del ricorso?
La parte il cui ricorso è dichiarato improcedibile è condannata a pagare le spese legali della controparte. Inoltre, come in questo caso, può essere condannata al pagamento di ulteriori somme a titolo di sanzione e deve versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, se dovuto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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