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Imposta unica scommesse: no incertezza dopo il 2010

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22905/2025, ha stabilito che i gestori di centri scommesse (CTD) che operano per conto di bookmaker esteri sono responsabili per l’imposta unica scommesse e per le relative sanzioni per le annualità successive al 2010. La Corte ha chiarito che la legge 220/2010 ha eliminato ogni incertezza normativa, rendendo inapplicabile l’esimente che in precedenza poteva giustificare l’annullamento delle sole sanzioni.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Imposta Unica Scommesse: la Cassazione esclude l’incertezza normativa dopo il 2010

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato la delicata questione della responsabilità fiscale dei Centri Trasmissione Dati (CTD) che operano per conto di bookmaker esteri. La decisione chiarisce definitivamente l’ambito di applicazione dell’imposta unica scommesse e delle relative sanzioni per le annualità successive all’entrata in vigore della Legge 220/2010, escludendo la possibilità di invocare l’incertezza normativa per evitare le sanzioni.

I fatti di causa

Il caso trae origine da un avviso di accertamento notificato a un operatore di un CTD per maggiori importi dovuti a titolo di imposta unica sulle scommesse per l’annualità 2011. Il contribuente aveva impugnato l’atto, e la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado aveva parzialmente accolto l’appello. I giudici di merito avevano infatti confermato la debenza dell’imposta, ma avevano annullato le sanzioni irrogate, ritenendo sussistente una condizione di incertezza legislativa e giurisprudenziale sulla materia.

L’Amministrazione Finanziaria ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che la corte territoriale avesse errato nel ritenere applicabile l’esimente dell’incertezza normativa anche per il periodo successivo all’intervento chiarificatore della Legge 220/2010.

La decisione della Corte di Cassazione e l’imposta unica scommesse

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’Agenzia, cassando la sentenza impugnata e, decidendo nel merito, ha rigettato integralmente il ricorso originario del contribuente. Di conseguenza, ha confermato la piena legittimità sia dell’imposta che delle sanzioni per l’annualità 2011.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione su un percorso argomentativo solido, richiamando precedenti pronunce sia della Corte Costituzionale (sent. n. 27/2018) sia della Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

Il punto centrale della motivazione risiede nel ruolo della Legge n. 220 del 2010. Questa norma, secondo gli Ermellini, ha fornito un’interpretazione autentica che ha dissipato ogni dubbio sulla soggettività passiva dei CTD. In particolare, ha stabilito che l’imposta è dovuta anche nel caso di scommesse raccolte al di fuori del sistema concessorio, configurando una responsabilità solidale paritetica tra il CTD (ricevitoria) e il bookmaker estero per cui opera.

La Corte Costituzionale aveva già dichiarato l’illegittimità della norma solo per le annualità precedenti al 2011, poiché in quel periodo i CTD non avevano la concreta possibilità di rinegoziare i loro accordi economici con i bookmaker per trasferire su di essi il carico fiscale. Tuttavia, per i rapporti sorti o protrattisi dopo l’entrata in vigore della legge del 2010, tale possibilità era pienamente sussistente. La nuova normativa costituiva un chiaro parametro di riferimento per definire l’assetto degli interessi tra le parti.

Di conseguenza, per l’annualità 2011 non poteva più parlarsi di “incertezza normativa” oggettiva. Il quadro legale era chiaro e non giustificava alcuna esimente dall’applicazione delle sanzioni. I giudici di secondo grado avevano quindi agito in modo contraddittorio, riconoscendo la debenza dell’imposta sulla base della normativa vigente ma, allo stesso tempo, negando la debenza delle sanzioni invocando un’incertezza che la stessa normativa aveva eliminato.

Le conclusioni

L’ordinanza in commento consolida un orientamento giurisprudenziale ormai granitico. Per i periodi d’imposta dal 2011 in poi, i gestori di CTD che intermediano scommesse per bookmaker esteri privi di concessione italiana sono considerati soggetti passivi dell’imposta unica, in solido con il bookmaker stesso. La chiarezza introdotta dalla Legge 220/2010 esclude la possibilità di beneficiare dell’esimente per incertezza normativa, rendendo pienamente dovute anche le sanzioni in caso di omesso versamento. Questa decisione ribadisce la volontà del legislatore di contrastare i fenomeni di elusione ed evasione fiscale nel settore del gioco, assicurando parità di trattamento tra operatori nazionali e internazionali che raccolgono scommesse sul territorio italiano.

L’operatore di un centro scommesse (CTD) è tenuto a pagare le sanzioni sull’imposta unica per l’annualità 2011?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, per l’annualità 2011 il gestore del CTD è tenuto al pagamento sia dell’imposta unica sulle scommesse sia delle relative sanzioni, in quanto non sussistono le condizioni di incertezza normativa che potrebbero giustificarne l’annullamento.

Perché la Corte ha ritenuto non applicabile l’esimente per incertezza normativa per il 2011?
Perché l’entrata in vigore della Legge n. 220 del 2010 ha fornito una norma di interpretazione autentica che ha chiarito in modo inequivocabile la soggettività passiva dei CTD e la loro responsabilità solidale con i bookmaker esteri. Per i periodi successivi, quindi, non era più configurabile alcuna incertezza oggettiva sulla norma da applicare.

Qual è la differenza di trattamento fiscale per i CTD prima e dopo la legge 220/2010?
Prima della Legge 220/2010 (e della sentenza della Corte Costituzionale n. 27/2018), la norma che assoggettava i CTD all’imposta è stata dichiarata incostituzionale perché non permetteva loro di rivalersi sui bookmaker. Per i periodi successivi al 2010, la legge ha chiarito la loro posizione di soggetti passivi, dando loro la possibilità di rinegoziare i contratti e rendendo quindi pienamente esigibili sia l’imposta che le sanzioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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