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Imposta unica scommesse: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9961/2024, si è pronunciata sulla responsabilità per l’imposta unica scommesse in un caso riguardante un bookmaker estero e una ricevitoria italiana per le annualità 2010 e 2011. La Corte ha confermato la responsabilità solidale di entrambi i soggetti per l’imposta dovuta dal 2011 in poi, seguendo un precedente della Corte Costituzionale. Tuttavia, ha accolto il ricorso della società limitatamente alle sanzioni per l’anno 2010, annullandole a causa della condizione di ‘obiettiva incertezza normativa’ preesistente alla legge interpretativa del 2010.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Imposta Unica Scommesse: Chi Paga il Conto tra Bookmaker e Ricevitoria?

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a fare chiarezza su un tema complesso e dibattuto: la responsabilità per il pagamento dell’imposta unica scommesse. La decisione analizza in dettaglio la ripartizione degli oneri fiscali tra i bookmaker esteri privi di concessione italiana e i centri di trasmissione dati (le cosiddette ‘ricevitorie’) che operano sul territorio nazionale per loro conto. Questa pronuncia offre spunti fondamentali per comprendere l’evoluzione normativa e le sue conseguenze pratiche.

I Fatti del Caso: Una Controversia Fiscale nel Mondo delle Scommesse

Una società estera operante nel settore delle scommesse, agendo tramite una rete di ricevitorie in Italia, si è vista notificare un avviso di accertamento da parte dell’Amministrazione Finanziaria. L’atto contestava il mancato pagamento dell’imposta unica, oltre a sanzioni e interessi, per le annualità fiscali 2010 e 2011. Secondo l’Amministrazione, sia la società estera (il bookmaker) sia la ricevitoria locale erano da considerarsi ‘coobbligati in solido’, ovvero entrambi responsabili per l’intero importo del tributo. La società ha impugnato l’atto, dando inizio a un contenzioso che, dopo due gradi di giudizio sfavorevoli, è giunto fino alla Suprema Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte ha deciso la controversia rigettando la maggior parte dei motivi di ricorso della società, ma accogliendone uno di fondamentale importanza. In sintesi, la Cassazione ha stabilito che:

1. La responsabilità solidale tra bookmaker e ricevitoria è legittima a partire dall’annualità 2011.
2. Per l’annualità 2010, le sanzioni non sono dovute a causa di una ‘obiettiva incertezza normativa’ esistente prima di un intervento legislativo chiarificatore.
3. Gli altri motivi di ricorso, relativi a presunte violazioni del contraddittorio, del principio di territorialità e delle norme europee, sono stati ritenuti infondati.

Di conseguenza, la sentenza di secondo grado è stata cassata limitatamente al profilo delle sanzioni per il 2010, che sono state annullate, mentre l’obbligo di versare l’imposta è stato confermato.

Le Motivazioni: Analisi dell’Imposta Unica Scommesse e Responsabilità

La Corte ha basato la sua decisione su un’attenta ricostruzione del quadro normativo e giurisprudenziale, con particolare riferimento a una fondamentale sentenza della Corte Costituzionale (n. 27/2018).

La responsabilità sull’imposta unica scommesse dal 2011

Il punto cruciale della controversia riguarda gli effetti della Legge n. 220/2010. Questa norma ha stabilito in modo esplicito che l’imposta unica è dovuta anche da chi raccoglie scommesse senza concessione e che, in caso di attività svolta per conto di terzi (come nel rapporto tra ricevitoria e bookmaker estero), entrambi sono obbligati in solido. La Corte Costituzionale aveva già chiarito che questa solidarietà non è legittima per i periodi d’imposta precedenti al 2011. Il motivo è che le ricevitorie, con contratti già in essere, non avrebbero avuto la possibilità di rinegoziare le proprie commissioni per ‘traslare’ (cioè trasferire) il nuovo carico fiscale sul bookmaker. A partire dal 2011, invece, le parti avevano la possibilità e il dovere di adeguare i propri accordi commerciali alla nuova realtà normativa. La Cassazione, allineandosi a questo principio, ha quindi confermato la piena responsabilità della ricevitoria per l’annualità 2011.

L’Annullamento delle Sanzioni per il 2010

Il motivo di ricorso accolto riguarda l’inapplicabilità delle sanzioni per il 2010. La Corte ha riconosciuto che, prima dell’entrata in vigore della Legge n. 220/2010, esisteva una condizione di ‘obiettiva incertezza normativa’ sulla figura del soggetto passivo dell’imposta per gli operatori esteri senza concessione. Questa incertezza, secondo il D.Lgs. 472/1997, costituisce una causa di non punibilità. Pertanto, sebbene l’imposta per il 2010 rimanga dovuta (dal solo bookmaker, secondo l’interpretazione costituzionale), le sanzioni per il suo omesso versamento non possono essere applicate.

Reiezione degli Altri Motivi di Ricorso

La Cassazione ha rapidamente liquidato le altre doglianze. Ha ribadito che l’obbligo del contraddittorio preventivo non è generalizzato per i tributi ‘non armonizzati’ come quello in esame. Ha inoltre chiarito che il presupposto territoriale dell’imposta è soddisfatto, poiché l’attività di organizzazione e raccolta delle scommesse avviene in Italia. Infine, richiamando la giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea, ha escluso qualsiasi discriminazione a danno degli operatori esteri, in quanto l’imposta si applica a chiunque raccolga scommesse sul territorio italiano.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza per il settore dei giochi e delle scommesse. Le implicazioni pratiche sono significative:

* Per gli operatori del settore: Viene confermata la piena responsabilità solidale dei centri di trasmissione dati per le obbligazioni fiscali maturate a partire dal 2011. Questo sottolinea la necessità per le ricevitorie di definire contratti chiari con i bookmaker per cui operano, che tengano conto della ripartizione del carico tributario.
* Per l’Amministrazione Finanziaria: La sentenza legittima l’azione di accertamento nei confronti di entrambi i soggetti della filiera, ma impone cautela nell’applicazione delle sanzioni per i periodi antecedenti alla normativa del 2010, riconoscendo il principio di tutela del contribuente in caso di incertezza normativa.
* Per il sistema giuridico: La decisione riafferma l’importanza delle sentenze della Corte Costituzionale come guida interpretativa e il bilanciamento tra le esigenze erariali e i diritti del contribuente, come il principio di capacità contributiva e di legittimo affidamento.

La ricevitoria che raccoglie scommesse per un bookmaker estero senza concessione è responsabile per l’imposta unica scommesse?
Sì, ma solo per le annualità a partire dal 2011. Per i periodi precedenti, la Corte Costituzionale ha escluso la sua responsabilità, in quanto non poteva rinegoziare i contratti per trasferire l’onere fiscale sul bookmaker. Dal 2011 in poi, invece, è considerata obbligata in solido con il bookmaker.

Perché sono state annullate le sanzioni per l’anno 2010?
Le sanzioni per il 2010 sono state annullate perché, prima dell’entrata in vigore della norma interpretativa (L. 220/2010), esisteva una ‘condizione di obiettiva incertezza normativa’ riguardo a chi fosse il soggetto tenuto al pagamento dell’imposta in questi specifici casi. Tale incertezza giustifica la non applicazione delle sanzioni.

La normativa italiana sull’imposta unica scommesse è discriminatoria nei confronti degli operatori esteri?
No. Secondo la Corte di Cassazione, che richiama la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, la normativa non è discriminatoria. L’imposta si applica a tutti gli operatori che gestiscono scommesse raccolte sul territorio italiano, senza alcuna distinzione basata sul luogo in cui sono stabiliti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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