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Imposta unica scommesse: la Cassazione conferma tutto

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un centro scommesse e di un bookmaker estero, confermando la loro responsabilità solidale per il pagamento dell’Imposta unica sulle scommesse relativa all’anno 2014. La Suprema Corte ha stabilito che la normativa italiana è pienamente compatibile con il diritto dell’Unione Europea, non creando alcuna discriminazione, e che la responsabilità del centro scommesse è costituzionalmente legittima per i periodi d’imposta successivi al 2011.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Imposta Unica Scommesse: La Cassazione Conferma la Tassazione per Bookmaker Esteri e CTD

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato una questione centrale nel settore del gioco, quella relativa all’Imposta unica scommesse. La Suprema Corte ha confermato la piena legittimità dell’imposizione a carico dei bookmaker esteri che operano in Italia senza concessione, tramite i Centri Trasmissione Dati (CTD), stabilendo la responsabilità solidale di entrambi i soggetti. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale fondamentale per la fiscalità del comparto.

I Fatti del Caso: Una Controversia Fiscale nel Mondo del Gioco

Il caso trae origine da un avviso di accertamento emesso dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nei confronti di un Centro Trasmissione Dati (CTD), in qualità di obbligato principale, e di una società di scommesse con sede a Malta, quale coobbligata in solido. L’Agenzia contestava il mancato versamento dell’Imposta unica sulle scommesse per l’anno 2014.

I contribuenti avevano impugnato l’atto, ma i loro ricorsi erano stati respinti sia dalla Commissione Tributaria Provinciale sia da quella Regionale. Giunti dinanzi alla Corte di Cassazione, hanno sollevato diverse questioni, tra cui la presunta incompatibilità della normativa italiana con il diritto dell’Unione Europea e l’illegittimità della loro individuazione come soggetti passivi del tributo.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, confermando la validità dell’accertamento fiscale. I giudici hanno ritenuto infondate tutte le censure sollevate, fornendo un’analisi dettagliata dei presupposti soggettivi e territoriali dell’imposta, alla luce dei principi nazionali ed europei.

Le Motivazioni della Sentenza: Analisi dei Punti Chiave

La decisione della Corte si fonda su argomentazioni solide che chiariscono in modo definitivo la portata della normativa fiscale in materia di scommesse.

Imposta Unica Scommesse e Conformità con il Diritto Europeo

Uno dei punti centrali del ricorso riguardava la presunta violazione dei principi di libera prestazione dei servizi e di non discriminazione sanciti dal Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE). La Corte ha respinto questa tesi, richiamando la giurisprudenza della Corte di Giustizia UE (in particolare, la causa C-788/18). È stato chiarito che l’imposta si applica a tutti gli operatori che raccolgono scommesse sul territorio italiano, indipendentemente dal luogo in cui sono stabiliti. Pertanto, la normativa non è discriminatoria né crea ostacoli ingiustificati al mercato unico, in quanto mira a tutelare interessi generali come la protezione dei consumatori e l’ordine pubblico.

La Responsabilità Solidale tra CTD e Bookmaker Estero

La Corte ha confermato il meccanismo della responsabilità solidale. Il presupposto dell’imposta non è la singola giocata, ma la prestazione del servizio di gioco, che viene organizzato ed esercitato congiuntamente dal CTD e dal bookmaker. Il CTD, infatti, svolge un’attività di gestione essenziale: raccoglie le scommesse, incassa le somme, gestisce la trasmissione dei dati e paga le eventuali vincite. Il bookmaker, d’altro canto, è il soggetto che organizza l’attività e ne assume il rischio. Entrambi partecipano, sebbene con ruoli diversi, alla realizzazione del presupposto impositivo e sono quindi correttamente individuati come soggetti passivi solidalmente obbligati al versamento del tributo.

L’Efficacia della Legge per gli Anni Successivi al 2010

I ricorrenti facevano leva su una pronuncia della Corte Costituzionale (n. 27/2018) che aveva dichiarato l’illegittimità della norma per i periodi d’imposta antecedenti al 2011. La Cassazione ha però precisato la portata di quella decisione. L’incostituzionalità era stata dichiarata solo per il passato, poiché prima della legge interpretativa del 2010, i CTD non avevano la possibilità di rinegoziare i loro contratti con i bookmaker per trasferire su questi ultimi il carico fiscale. Per i periodi successivi, come il 2014 oggetto di causa, la situazione è diversa: essendo la norma chiara, le parti avevano piena consapevolezza dell’obbligo fiscale e potevano regolare i loro rapporti economici (ad esempio, le commissioni del CTD) tenendone conto. Di conseguenza, per gli anni dal 2011 in poi, la responsabilità del CTD è pienamente legittima.

Conclusioni: Implicazioni per gli Operatori del Settore

L’ordinanza in esame rappresenta un punto fermo per gli operatori del settore delle scommesse. Ribadisce che l’attività di raccolta di gioco sul territorio italiano, anche se effettuata per conto di un operatore estero privo di concessione, genera un obbligo tributario in Italia. La decisione consolida il principio della responsabilità solidale, costringendo i CTD e i bookmaker a definire chiaramente nei loro accordi contrattuali la ripartizione del carico fiscale. Per l’Amministrazione finanziaria, questa pronuncia rafforza gli strumenti di contrasto all’evasione fiscale nel settore, garantendo che l’imposta unica sulle scommesse sia applicata in modo uniforme a tutti i soggetti che operano sul mercato nazionale.

Un bookmaker estero che opera in Italia tramite un Centro Trasmissione Dati (CTD) è soggetto all’Imposta unica sulle scommesse?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che l’imposta si applica a chiunque gestisca scommesse raccolte sul territorio italiano, a prescindere dal luogo di stabilimento dell’operatore e dalla presenza di una concessione statale.

Il Centro Trasmissione Dati (CTD) è responsabile per il pagamento dell’imposta dovuta dal bookmaker estero?
Sì. Il CTD è considerato coobbligato in solido con il bookmaker. Questo perché entrambi partecipano all’attività di ‘organizzazione ed esercizio’ delle scommesse, che costituisce il presupposto del tributo. Il CTD è quindi responsabile per il versamento dell’imposta e delle relative sanzioni.

La normativa italiana sull’Imposta unica sulle scommesse è contraria al diritto dell’Unione Europea?
No. La Corte ha stabilito, in linea con la giurisprudenza della Corte di Giustizia UE, che la normativa non viola i principi di libera prestazione dei servizi e di non discriminazione, in quanto si applica indistintamente a tutti gli operatori che raccolgono scommesse in Italia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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