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Imposta sulla pubblicità: si paga per i carrelli spesa

Una società di gestione tributi ha citato in giudizio un’azienda della grande distribuzione per l’imposta sulla pubblicità relativa a messaggi promozionali sui carrelli della spesa. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’imposta sulla pubblicità è dovuta, poiché i carrelli, circolando anche nel parcheggio esterno, espongono i messaggi a un pubblico indeterminato, facendo venir meno i presupposti per l’esenzione prevista per la pubblicità interna ai locali commerciali.

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Pubblicato il 24 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Imposta sulla Pubblicità: la Cassazione fa chiarezza sui carrelli della spesa

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale per molte attività commerciali: l’applicazione dell’imposta sulla pubblicità ai messaggi promozionali veicolati tramite i carrelli della spesa. La Corte ha stabilito che se i carrelli circolano in aree esterne e aperte al pubblico, come i parcheggi, la pubblicità è soggetta a tassazione, restringendo di fatto il campo di applicazione delle esenzioni.

I Fatti di Causa: La Controversia sui Carrelli Pubblicitari

Il caso ha origine da un avviso di accertamento emesso da una società concessionaria per la riscossione dei tributi locali nei confronti di un’azienda della grande distribuzione. L’oggetto del contendere era il mancato pagamento dell’imposta comunale sulla pubblicità per l’anno 2015, relativa ai messaggi pubblicitari apposti sui pannelli dei carrelli della spesa.

Nei primi due gradi di giudizio, le commissioni tributarie avevano dato ragione all’azienda contribuente. In particolare, la Commissione Tributaria Regionale aveva ritenuto che il tragitto dei carrelli, sebbene avvenisse anche nel parcheggio esterno, si svolgeva in uno “spazio circoscritto e recintato”. Per questo motivo, il messaggio pubblicitario non era idoneo a raggiungere una massa indeterminata di persone e, di conseguenza, doveva essere esentato dall’imposta, assimilando di fatto il parcheggio a un’area interna al centro commerciale.

L’Analisi della Corte e i Motivi del Ricorso

La società di riscossione ha impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione, basando il proprio ricorso su due motivi principali. Il primo, di natura procedurale, è stato rigettato dalla Corte in nome del principio della ragionevole durata del processo. Il secondo motivo, invece, è entrato nel merito della questione.

L’Applicazione dell’Imposta sulla Pubblicità alle Aree Pertinenziali

Il cuore del ricorso riguardava la violazione e la falsa applicazione della normativa sull’imposta sulla pubblicità (in particolare l’art. 17 del D.Lgs. 507/1993). La società ricorrente ha sostenuto che la Commissione Tributaria Regionale avesse errato nel considerare il parcheggio esterno come un’area ‘interna’. L’esenzione, infatti, è prevista solo per la pubblicità effettuata all’interno dei locali di vendita. Poiché i carrelli circolavano anche nel parcheggio, un’area accessibile al pubblico e visibile dall’esterno, il messaggio pubblicitario perdeva il carattere di ‘internità’ e diventava un mezzo per raggiungere un pubblico vasto e indeterminato, presupposto fondamentale per l’applicazione del tributo.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha accolto il secondo motivo di ricorso, ribaltando le sentenze precedenti e affermando un principio di diritto molto chiaro. I giudici hanno specificato che, ai fini dell’applicazione dell’imposta, non è tanto la relazione funzionale tra il negozio e la sua pertinenza (il parcheggio) a essere determinante, quanto la caratteristica intrinseca di visibilità esterna dell’area.

Il parcheggio di un centro commerciale, pur essendo di pertinenza dello stesso, è un luogo aperto al passaggio, dove chiunque transita può essere raggiunto dal messaggio pubblicitario. Di conseguenza, non può essere considerato uno spazio ‘interno’ ai fini dell’esenzione fiscale. La Corte ha richiamato la propria giurisprudenza (Cass. n. 10095/2021), la quale stabilisce che l’esenzione opera solo al ricorrere della doppia condizione che sia l’attività pubblicizzata sia l’attività di pubblicizzazione avvengano all’interno dei locali adibiti alla vendita. Quando i messaggi pubblicitari, tramite i carrelli, escono dai locali e circolano in aree esterne come il parcheggio, sono in grado di raggiungere un “indistinto numero di potenziali acquirenti”, rendendo pienamente applicabile l’imposta.

Conclusioni

L’ordinanza in esame ha importanti implicazioni pratiche per tutte le imprese che utilizzano mezzi pubblicitari in aree pertinenziali aperte al pubblico. La Corte di Cassazione ha confermato un’interpretazione restrittiva delle norme sull’esenzione dall’imposta sulla pubblicità. Il principio chiave è che la visibilità del messaggio in un luogo accessibile a un pubblico indeterminato è il fattore scatenante del prelievo fiscale. Le aziende dovranno quindi valutare attentamente dove e come vengono esposti i loro messaggi promozionali, poiché considerare un parcheggio come una semplice estensione ‘privata’ del punto vendita è un errore che può portare a contestazioni fiscali. La sentenza cassa la decisione impugnata e rinvia la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Lombardia per un nuovo esame alla luce di questo principio.

La pubblicità sui carrelli della spesa è soggetta a imposta?
Sì, è soggetta all’imposta sulla pubblicità se i carrelli circolano in aree visibili a un pubblico indeterminato, come i parcheggi esterni dei supermercati, e non solo all’interno dei locali di vendita.

Un parcheggio di un supermercato è considerato un’area interna ai fini dell’imposta sulla pubblicità?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che un parcheggio, anche se di pertinenza del negozio, è uno spazio aperto e di passaggio. La visibilità dei messaggi pubblicitari in tale area fa sì che essa sia considerata esterna ai fini fiscali, rendendo dovuta l’imposta.

A quali condizioni si applica l’esenzione dall’imposta sulla pubblicità?
L’esenzione si applica solo alla pubblicità esposta esclusivamente all’interno dei locali commerciali dove avviene la vendita del bene o la prestazione del servizio pubblicizzato. Se il messaggio è visibile anche in aree esterne accessibili al pubblico, l’esenzione non è più applicabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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