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Imposta sulla pubblicità: le cabine foto non sono esenti

La Corte di Cassazione ha stabilito che le scritte presenti sulle cabine fotografiche automatiche non godono dell’esenzione prevista per le insegne di esercizio. Secondo la Corte, queste scritte non identificano la sede dell’attività, bensì hanno una funzione puramente pubblicitaria dei servizi offerti. Di conseguenza, sono soggette al pagamento dell’imposta sulla pubblicità. Il caso riguardava il ricorso di una società concessionaria della riscossione contro una società proprietaria di cabine foto, che aveva ottenuto l’esenzione nei primi due gradi di giudizio.

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Pubblicato il 25 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Le scritte su una cabina fotografica automatica sono considerate ‘insegna di esercizio’?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che non sono riconducibili alla nozione di ‘insegna di esercizio’ in quanto non identificano la sede dell’impresa, ma pubblicizzano i servizi e i prodotti offerti.

Perché la cabina fotografica non è considerata ‘sede’ dell’attività?
Perché la ‘sede’ di un’impresa, specialmente di una società di capitali, è il luogo dove si svolgono concretamente le attività di amministrazione e direzione. Le cabine, dislocate sul territorio, sono singoli beni che compongono l’azienda, ma non costituiscono la sede.

L’esenzione dall’imposta sulla pubblicità per le insegne di esercizio si applica in questi casi?
No. L’esenzione, prevista dall’art. 17 del D.Lgs. 507/1993, si applica solo alle insegne che contraddistinguono la sede fisica dove si svolge l’attività. Poiché le cabine fotografiche non sono la sede, le scritte su di esse non beneficiano dell’esenzione e sono soggette a imposta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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