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Imposta sostitutiva buoni sconto: la Cassazione chiarisce

Una società della grande distribuzione ha richiesto il rimborso dell’imposta sostitutiva versata su operazioni a premio con buoni sconto, ritenendole esenti. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 770/2024, ha stabilito che tali operazioni sono soggette a tassazione se antecedenti al 21 agosto 2014. La Corte ha chiarito che la specifica esenzione per l’imposta sostitutiva buoni sconto, introdotta nel 2014, non ha efficacia retroattiva, riformando la decisione dei giudici di merito che avevano erroneamente concesso il rimborso.

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Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Imposta Sostitutiva sui Buoni Sconto: la Cassazione fissa un paletto temporale

Le operazioni a premio, come le raccolte punti che danno diritto a buoni sconto, sono da sempre uno strumento di marketing molto diffuso. Ma qual è il loro corretto trattamento fiscale? In particolare, quando si applica l’imposta sostitutiva buoni sconto? Con la recente ordinanza n. 770 del 9 gennaio 2024, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento decisivo, stabilendo una netta linea di demarcazione temporale per l’applicazione di un’importante esenzione fiscale.

I Fatti del Caso

Una società operante nella grande distribuzione organizzata aveva avviato tre diverse operazioni a premio negli anni 2013 e 2014. I clienti, attraverso una raccolta punti legata ai loro acquisti, ottenevano buoni sconto del valore di 5 o 10 euro, utilizzabili per la spesa successiva. La società, pur ritenendo di aver diritto a un’esenzione, aveva versato in via cautelativa l’imposta sostitutiva del 20% prevista per le manifestazioni a premio. Successivamente, aveva richiesto il rimborso di tali somme all’Agenzia delle Entrate, che però lo aveva negato.

La questione è approdata davanti alla Commissione Tributaria Regionale, che ha dato ragione all’azienda. Secondo i giudici regionali, le operazioni in questione, non avendo un carattere di aleatorietà (cioè di casualità, tipico dei concorsi a premi), dovevano essere considerate semplici offerte promozionali e quindi esenti dall’imposta. L’Amministrazione finanziaria ha quindi proposto ricorso in Cassazione contro questa decisione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ribaltando la sentenza precedente. I giudici di legittimità hanno stabilito un principio di diritto fondamentale: la distinzione tra “concorsi a premio” (aleatori) e “operazioni a premio” (non aleatorie) è irrilevante ai fini dell’applicazione generale dell’imposta sostitutiva. Entrambe le tipologie di manifestazioni sono, in linea di principio, soggette alla tassazione del 20%, a meno che non ricorrano specifiche e tassative ipotesi di esclusione previste dalla legge.

L’applicazione dell’imposta sostitutiva buoni sconto

Il punto cruciale della decisione riguarda l’individuazione della corretta norma di esenzione. La Corte ha analizzato le due principali eccezioni previste dal d.P.R. n. 430/2001:

1. L’esenzione “storica” (art. 6, comma 1, lett. c): Esclude dall’imposta gli sconti su acquisti successivi dello stesso bene o di un bene diverso, purché non promozionato. Le operazioni della società non rientravano in questa categoria, poiché i buoni sconto potevano essere usati per l’acquisto di qualsiasi prodotto in vendita.
2. La nuova esenzione (art. 6, comma 1, lett. c-bis): Introdotta con il d.l. n. 91 del 2014, esclude esplicitamente le manifestazioni in cui i premi consistono in buoni da utilizzare per una spesa successiva. Questa norma avrebbe reso esente l’operazione della società.

Il problema, tuttavia, è di natura temporale. La nuova esenzione è entrata in vigore il 21 agosto 2014, mentre le operazioni contestate si riferivano agli anni 2013 e 2014, quindi in gran parte antecedenti a tale data.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che la Commissione Tributaria Regionale aveva commesso un errore nel ritenere esenti tutte le operazioni a premio non aleatorie. La normativa generale (d.P.R. n. 430/2001) assoggetta all’imposta sostitutiva tutte le manifestazioni a premio, siano esse concorsi o operazioni, a meno che non rientrino in una delle eccezioni espressamente elencate dall’art. 6 del medesimo decreto.

I giudici hanno poi affrontato la questione centrale: l’efficacia temporale della nuova esenzione per i buoni sconto. Hanno stabilito in modo inequivocabile che la norma introdotta nel 2014 (art. 22-bis del d.l. n. 91/2014) non ha carattere retroattivo né di interpretazione autentica. Si tratta di una nuova fattispecie di esenzione che produce i suoi effetti solo per il futuro, ovvero dal 21 agosto 2014 in poi. Di conseguenza, per le operazioni a premio svoltesi prima di tale data, l’erogazione di buoni sconto non poteva beneficiare di alcuna esenzione e rimaneva soggetta all’imposta sostitutiva del 20%.

Conclusioni

La sentenza della Cassazione stabilisce un principio chiaro e di grande impatto pratico per le aziende che utilizzano le operazioni a premio come leva di marketing. Le operazioni a premio che prevedono l’erogazione di buoni sconto sono soggette all’imposta sostitutiva del 20% se sono state effettuate prima del 21 agosto 2014. Solo a partire da tale data, grazie a una modifica normativa non retroattiva, tali manifestazioni sono diventate fiscalmente esenti. Questa decisione pone fine all’incertezza giuridica, definendo con precisione il perimetro temporale delle norme fiscali applicabili alle promozioni con buoni sconto.

Le operazioni a premio basate sulla raccolta punti sono soggette a imposta sostitutiva?
Sì, la Corte di Cassazione ha chiarito che l’imposta sostitutiva del 20% si applica in via generale a tutte le manifestazioni a premio, incluse le operazioni basate sulla raccolta punti, a meno che non rientrino in una delle specifiche eccezioni previste dalla legge.

I buoni sconto erogati tramite raccolta punti sono sempre esenti da imposta sostitutiva?
No. Sono esenti solo le operazioni effettuate a partire dal 21 agosto 2014, data di entrata in vigore della norma (art. 22-bis del d.l. n. 91/2014) che ha introdotto una specifica esenzione per i buoni sconto. La sentenza ha stabilito che questa norma non ha efficacia retroattiva.

Qual è la differenza tra concorsi a premio e operazioni a premio ai fini dell’imposta sostitutiva?
Secondo la sentenza, ai fini dell’applicazione generale dell’imposta sostitutiva, non c’è una distinzione fondamentale. Entrambe le tipologie di manifestazioni a premio sono soggette all’imposta, salvo specifiche e tassative esenzioni. L’errore della Commissione tributaria regionale è stato proprio nel basare l’esenzione sulla distinzione tra operazioni aleatorie (concorsi) e non aleatorie (operazioni).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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