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Imposta registro sentenza: la Cassazione ordina verifiche

La Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza interlocutoria in un caso riguardante l’imposta di registro su sentenza che accertava una donazione dissimulata. La Corte ha sospeso la decisione sul merito per acquisire il fascicolo e verificare una presunta violazione procedurale: il mancato svolgimento dell’udienza pubblica richiesta dai contribuenti durante l’emergenza Covid-19. I ricorrenti sostenevano anche l’esistenza di un giudicato favorevole ottenuto da un coerede, ma la Corte ha dato priorità alla verifica del corretto svolgimento del processo.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Imposta di Registro su Sentenza: La Cassazione Sospende il Giudizio per Verifiche Procedurali

L’applicazione dell’imposta di registro su sentenza è un tema complesso, specialmente quando il provvedimento giudiziario accerta situazioni giuridiche intricate come una donazione dissimulata da una compravendita. Con un’ordinanza interlocutoria, la Corte di Cassazione ha recentemente messo in pausa un caso di questo tipo, non per decidere sul merito della tassazione, ma per verificare un aspetto preliminare e fondamentale: il rispetto del diritto di difesa.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine da un avviso di liquidazione emesso dall’Agenzia delle Entrate per un importo di oltre 70.000 euro. L’imposta di registro era stata richiesta in relazione a una sentenza della Corte d’Appello che aveva stabilito che una compravendita immobiliare, in cui i contribuenti figuravano come venditori, nascondeva in realtà una donazione lesiva dei diritti di altri eredi.

Secondo l’Ufficio del Registro, la sentenza, accertando la donazione, aveva di fatto determinato un trasferimento di diritti reali immobiliari, giustificando così l’applicazione dell’imposta al 9%. I contribuenti si sono opposti, sostenendo che la sentenza non avesse prodotto alcun effetto traslativo. Tuttavia, sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano respinto i loro ricorsi, confermando la legittimità della pretesa fiscale.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Giunti dinanzi alla Corte di Cassazione, i contribuenti hanno basato il loro ricorso su due motivi principali:

1. Violazione delle norme procedurali sull’udienza: Il primo motivo, di carattere procedurale, denunciava la violazione delle norme speciali introdotte durante l’emergenza COVID-19 (art. 27 del D.L. 37/20). I ricorrenti avevano chiesto di discutere la causa in pubblica udienza, ma la Commissione Tributaria Regionale non avrebbe dato seguito a tale richiesta, né optando per un’udienza da remoto né per la trattazione scritta, omettendo di notificare loro qualsiasi opzione. Ciò, a loro dire, avrebbe leso il loro diritto di difesa.

2. Formazione del giudicato: Il secondo motivo sosteneva che sulla questione si fosse già formato un giudicato. Un altro coerede, infatti, aveva impugnato lo stesso avviso di liquidazione, ottenendo una sentenza favorevole che dichiarava non dovuta l’imposta. Secondo i ricorrenti, tale decisione, ormai definitiva, avrebbe dovuto estendere i suoi effetti anche a loro.

Le Motivazioni della Decisione Interlocutoria

La Corte di Cassazione, con la presente ordinanza interlocutoria, non entra nel merito della debenza dell’imposta di registro sulla sentenza di simulazione. Al contrario, si concentra interamente sul primo motivo di ricorso, ritenendolo pregiudiziale rispetto a ogni altra valutazione.

Il Collegio ha ritenuto indispensabile verificare la fondatezza della doglianza relativa alla mancata celebrazione dell’udienza. Il diritto a essere ascoltati e a discutere la propria causa è un principio cardine del giusto processo. La normativa emergenziale, pur introducendo modalità alternative come l’udienza da remoto o la trattazione scritta, non poteva sopprimere tale diritto. La Corte ha quindi stabilito la necessità di acquisire il fascicolo di merito per esaminare gli atti e accertare se la richiesta di udienza sia stata effettivamente presentata e illegittimamente ignorata. Solo dopo questa verifica, il caso potrà procedere.

Conclusioni

L’ordinanza dimostra come la correttezza procedurale sia un presupposto imprescindibile per una decisione giusta nel merito. Prima di stabilire se l’imposta fosse dovuta o se il giudicato esterno fosse applicabile, la Cassazione ha dato priorità alla tutela del diritto di difesa. La causa è stata quindi rinviata a nuovo ruolo, in attesa che la cancelleria acquisisca il fascicolo necessario per le verifiche. Questa decisione interlocutoria sospende di fatto il giudizio, sottolineando che le garanzie processuali non possono essere trascurate, neppure in contesti eccezionali come una pandemia.

Una sentenza è soggetta a imposta di registro anche se non è ancora definitiva?
Sì. Secondo quanto affermato dalla Commissione Tributaria Regionale nel provvedimento impugnato, gli atti giudiziari che definiscono un giudizio, anche solo parzialmente, sono soggetti a imposta di registro, salvo successivo conguaglio o rimborso qualora la sentenza venga modificata o annullata in un grado di giudizio successivo.

Cosa accade se un giudice non rispetta la richiesta di una parte di discutere la causa in udienza pubblica?
Secondo la tesi dei ricorrenti, ciò costituisce una violazione delle norme di diritto e del diritto di difesa. La Corte di Cassazione ha ritenuto questa doglianza sufficientemente seria da sospendere la decisione sul merito e ordinare l’acquisizione del fascicolo per verificare se la procedura sia stata rispettata.

Perché la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza interlocutoria invece di una sentenza definitiva?
La Corte ha emesso un’ordinanza interlocutoria perché ha ritenuto necessario risolvere una questione procedurale preliminare (la presunta violazione del diritto alla discussione in udienza) prima di poter esaminare le questioni di merito, come la correttezza della tassazione o l’applicabilità di un precedente giudicato. La decisione finale è quindi sospesa in attesa di questa verifica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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