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Imposta regionale concessioni: quando è dovuta?

Una società che gestisce concessioni demaniali marittime ha contestato un avviso di accertamento per l’imposta regionale concessioni. La Corte di Cassazione ha confermato che il tributo è dovuto anche se la concessione è rilasciata dall’Autorità Portuale. Tuttavia, ha annullato le sanzioni applicate, riconoscendo una situazione di oggettiva incertezza normativa che giustificava l’errore del contribuente.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Imposta Regionale su Concessioni Demaniali: La Cassazione Fa Chiarezza su Tributo e Sanzioni

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 3722 del 2024, è intervenuta su una questione cruciale per i titolari di concessioni su beni demaniali: l’applicazione dell’imposta regionale concessioni. La decisione chiarisce quando il tributo è dovuto, anche in presenza di concessioni rilasciate da Autorità Portuali, ma apre alla non applicabilità delle sanzioni in caso di incertezza normativa. Analizziamo insieme i punti salienti di questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

Una società operante nel settore portuale ha impugnato un avviso di accertamento emesso da una Regione per il mancato versamento dell’imposta regionale sulle concessioni statali per l’anno 2009. La società sosteneva che il tributo non fosse dovuto, poiché le concessioni erano state rilasciate dall’Autorità Portuale e non direttamente dallo Stato, e che il canone, base imponibile del tributo, era determinato discrezionalmente dall’Autorità stessa. I giudici di primo e secondo grado avevano respinto le ragioni della società, la quale ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

L’imposta regionale concessioni e i Dubbi Interpretativi

Il cuore della controversia ruotava attorno all’interpretazione della normativa statale e regionale in materia. La società ricorrente ha sollevato diversi motivi di ricorso, tra cui:

1. Violazione di legge: Sosteneva che l’imposizione regionale non potesse applicarsi alle concessioni marittime rilasciate da Autorità Portuali per finalità non turistico-ricreative, il cui canone non era predeterminato per legge ma frutto di una determinazione discrezionale.
2. Incertezza normativa: Ha evidenziato una situazione di obiettiva incertezza interpretativa, aggravata da circolari ministeriali che sembravano escludere tali concessioni dal campo di applicazione del tributo, chiedendo quindi l’annullamento delle sanzioni.
3. Mancanza di potere di accertamento della Regione: Affermava che la Regione non avesse il potere di accertare autonomamente l’omesso versamento, dato che la riscossione del tributo doveva avvenire contestualmente a quella del canone demaniale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha adottato una decisione articolata, distinguendo nettamente la questione della debenza del tributo da quella dell’applicazione delle sanzioni. Ha rigettato i motivi di ricorso relativi all’illegittimità dell’imposta, ma ha accolto quello concernente l’annullamento delle sanzioni.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha fondato la sua decisione su argomentazioni precise e consolidate.

Sulla Debenza del Tributo

La Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: il presupposto dell’imposta regionale è l’occupazione e l’uso di beni appartenenti al demanio o al patrimonio indisponibile dello Stato, situati nel territorio della Regione. Ciò che rileva è la natura statale del bene, non l’ente che materialmente rilascia la concessione (Stato, Regione o Autorità Portuale). L’attribuzione di funzioni amministrative alle Autorità Portuali non fa venire meno la natura statale del bene concesso e, di conseguenza, il presupposto impositivo.

Inoltre, la Corte ha specificato che il principio costituzionale della riserva di legge in materia tributaria (art. 23 Cost.) è rispettato. La legge statale (L. 281/1970) definisce chiaramente gli elementi essenziali del tributo: il presupposto, i soggetti passivi (i concessionari), la base imponibile (il canone di concessione) e l’aliquota massima. La normativa regionale si è limitata a dare attuazione a tale disciplina, rimanendo nei binari tracciati dal legislatore nazionale. Pertanto, l’imposta è legittimamente dovuta.

Sull’Annullamento delle Sanzioni

Sul punto delle sanzioni, invece, la Corte ha accolto le ragioni della società. I giudici hanno riconosciuto l’esistenza di una situazione di incertezza interpretativa oggettiva. Tale incertezza non derivava da una semplice difficoltà di interpretazione da parte del contribuente, ma era stata ingenerata da atti della stessa Amministrazione finanziaria. Per lungo tempo, diverse note ministeriali avevano espresso pareri nel senso di escludere dall’ambito applicativo dell’imposta le concessioni demaniali marittime rientranti nella competenza delle Autorità Portuali.

Questa situazione, sebbene non sufficiente a escludere la debenza del tributo, è stata considerata idonea a giustificare l’affidamento del contribuente e, di conseguenza, a rendere illegittima l’applicazione delle sanzioni. In base al principio di tutela dell’affidamento (art. 10, Statuto del contribuente), quando l’errore del contribuente è causato da indicazioni ambigue o fuorvianti fornite dalla stessa amministrazione, non possono essere irrogate sanzioni.

Conclusioni

La sentenza n. 3722/2024 della Corte di Cassazione offre due importanti indicazioni operative. In primo luogo, conferma che l’imposta regionale sulle concessioni statali si applica a tutte le concessioni che hanno per oggetto beni demaniali dello Stato, indipendentemente dall’autorità che le ha rilasciate. I concessionari, quindi, non possono sottrarsi al pagamento del tributo sulla base di questo argomento.

In secondo luogo, e con grande rilevanza pratica, stabilisce che la presenza di una consolidata prassi amministrativa che ha generato confusione e incertezza sulla portata della norma tributaria costituisce una causa di esclusione delle sanzioni. Questo principio tutela il contribuente in buona fede, bilanciando l’esigenza di riscossione dei tributi con il diritto alla certezza giuridica nei rapporti con il fisco.

L’imposta regionale sulle concessioni statali è dovuta anche se la concessione è rilasciata da un’Autorità Portuale e non direttamente dallo Stato?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che il presupposto impositivo è l’occupazione e l’uso di un bene del demanio statale, a prescindere da quale ente pubblico rilasci l’atto di concessione.

È possibile evitare di pagare le sanzioni per il mancato versamento di un’imposta se la normativa non è chiara?
Sì. La sentenza ha confermato che in caso di ‘oggettiva incertezza normativa’, specialmente se alimentata da pareri ufficiali della stessa amministrazione finanziaria che hanno indotto in errore il contribuente, le sanzioni non sono dovute, anche se l’imposta resta da versare.

Il canone di concessione determinato dall’Autorità Portuale può essere la base imponibile per l’imposta regionale?
Sì. La Corte ha ritenuto che la legge statale fornisca criteri sufficienti per la determinazione dei canoni, che costituiscono la base imponibile del tributo. Il fatto che l’Autorità Portuale determini l’importo specifico, nel rispetto dei limiti di legge, non viola il principio di legalità in materia tributaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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