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Imposta pubblicità frecce: si tassa il singolo messaggio

Una società concessionaria per la riscossione dei tributi ha impugnato la decisione dei giudici di merito che, in un caso riguardante l’imposta comunale sulla pubblicità per impianti a ‘frecce direzionali’, avevano stabilito che la base imponibile fosse l’intera superficie dell’impianto, anche se privo di messaggi. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, affermando un principio chiave: l’imposta pubblicità frecce direzionali si calcola sulla superficie del singolo messaggio pubblicitario e non sull’intera struttura portante. Il presupposto del tributo è la diffusione del messaggio, non la mera installazione del supporto.

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Pubblicato il 23 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Imposta Pubblicità Frecce Direzionali: la Cassazione chiarisce la Base Imponibile

L’applicazione dell’imposta comunale sulla pubblicità è spesso fonte di contenzioso tra Comuni (o i loro concessionari) e imprese. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale: come si calcola la base imponibile per l’imposta pubblicità frecce direzionali, ovvero quegli impianti che raggruppano più insegne indicanti diverse attività. La Corte ha stabilito che il tributo non si calcola sull’intera superficie della struttura, ma sulla dimensione di ogni singolo messaggio pubblicitario esposto.

I Fatti di Causa

Una società concessionaria per l’accertamento e la riscossione dei tributi per conto di un Comune del Nord Italia aveva emesso un avviso di accertamento nei confronti di un’azienda per il mancato pagamento dell’imposta sulla pubblicità relativa all’anno 2017. L’oggetto della controversia erano alcuni impianti pubblicitari composti da frecce direzionali e altri di categoria speciale. La società contribuente aveva impugnato l’atto, ottenendo ragione sia in primo grado che in appello.

La Decisione dei Giudici di Merito

I giudici delle commissioni tributarie provinciale e regionale avevano accolto la tesi della società contribuente. Secondo la loro interpretazione, il presupposto dell’imposta sorgeva con il semplice posizionamento della struttura (il cartello “vuoto”), indipendentemente dalla presenza del messaggio pubblicitario. Di conseguenza, la base imponibile doveva essere identificata con l’intera superficie dell’impianto nella sua completezza, e non con quella delle singole insegne inserite. La società concessionaria, ritenendo errata tale interpretazione, ha proposto ricorso per cassazione.

Calcolo Imposta Pubblicità Frecce Direzionali: l’Analisi della Cassazione

La Corte di Cassazione ha ribaltato le decisioni precedenti, accogliendo il ricorso della società concessionaria e affermando un principio di diritto fondamentale per il calcolo del tributo.

Il Principio del “Mezzo Pubblicitario”

La Corte ha richiamato l’articolo 7 del D.Lgs. 507/1993, che individua il presupposto impositivo nel “mezzo pubblicitario”. Quest’ultimo è inteso come qualsiasi forma di comunicazione volta a promuovere beni, servizi o l’immagine aziendale. Il collegamento tra il messaggio e la sua divulgazione è inscindibile.

La Tassazione del Singolo Messaggio

Basandosi su questo principio e su una giurisprudenza consolidata, la Cassazione ha chiarito che, nell’ipotesi di più messaggi pubblicitari di aziende diverse collocati su un unico pannello, il tributo deve essere determinato in base alla superficie espositiva utilizzata da ciascuna singola impresa. La dimensione totale dell’impianto cumulativo è irrilevante ai fini del calcolo.

Le Motivazioni

I giudici di legittimità hanno ritenuto errata la tesi dei giudici di merito, secondo cui l’imposta sorgerebbe con il posizionamento dello “strumento vuoto”. Il presupposto del tributo, come specificato dalla legge, non è l’installazione di una struttura, ma la diffusione di un messaggio pubblicitario. Pertanto, è la superficie occupata dal singolo messaggio a costituire la base imponibile. Considerare l’intera struttura, anche se priva di messaggi, equivarrebbe a tassare non la pubblicità effettuata, ma la mera potenzialità di effettuarla, snaturando la logica del tributo. La Corte ha sottolineato che nell’ipotesi di un pannello che ospita insegne di diverse aziende (come nel caso delle frecce direzionali), ogni insegna costituisce un autonomo mezzo pubblicitario e deve essere tassata singolarmente in base alla sua superficie.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado. L’implicazione pratica di questa decisione è chiara: per gli impianti pubblicitari che raccolgono più messaggi, come le frecce direzionali, l’imposta comunale sulla pubblicità deve essere calcolata separatamente per ogni singolo messaggio, in proporzione alla superficie che esso occupa. Questo principio garantisce una maggiore equità fiscale, legando il tributo all’effettiva pubblicità diffusa e non alla mera disponibilità di uno spazio espositivo.

Come si calcola l’imposta sulla pubblicità per impianti con più messaggi, come le frecce direzionali?
L’imposta si calcola sulla base della superficie espositiva utilizzata da ciascun singolo messaggio pubblicitario e non sulla dimensione totale della struttura di supporto.

L’imposta sulla pubblicità è dovuta anche se la struttura (il cartello) è vuota, senza messaggi?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il presupposto dell’imposta sorge con la diffusione del messaggio pubblicitario, non con il semplice posizionamento della struttura vuota.

Cosa si intende per ‘mezzo pubblicitario’ ai fini dell’imposta?
Il ‘mezzo pubblicitario’ è qualsiasi forma di comunicazione che ha lo scopo di promuovere la domanda di beni o servizi o di migliorare l’immagine aziendale. In caso di un pannello con più annunci, ogni singolo annuncio è considerato un mezzo pubblicitario a sé stante.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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