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Imposta di registro usucapione: chi paga il conto?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5895/2025, ha stabilito un principio fondamentale in materia di imposta di registro per usucapione. Il caso riguardava un contribuente, parte di un giudizio conclusosi con l’accertamento dell’usucapione di un terreno, che aveva ricevuto un avviso di liquidazione per l’intera imposta. La Corte ha chiarito che l’obbligazione tributaria grava solidalmente su tutte le parti del processo originario, indipendentemente da chi abbia effettivamente acquisito la proprietà del bene. L’Amministrazione Finanziaria può quindi richiedere il pagamento a uno qualsiasi dei coobbligati, lasciando che le questioni sulla ripartizione interna della spesa vengano risolte successivamente tra le parti stesse attraverso un’azione di regresso.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Imposta di Registro Usucapione: La Cassazione Conferma la Solidarietà tra le Parti

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto luce su una questione tanto tecnica quanto rilevante: chi è tenuto a pagare l’imposta di registro usucapione? La risposta fornita dai giudici supremi è netta e si fonda sul principio della solidarietà passiva, con importanti conseguenze per tutti i soggetti coinvolti in un giudizio di questo tipo. L’ordinanza analizza la distinzione tra il rapporto esterno con il Fisco e i rapporti interni tra le parti del processo.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dall’impugnazione di un avviso di liquidazione per imposte di registro e ipocatastali, notificato a un contribuente. L’atto impositivo era scaturito dalla registrazione di una sentenza del Tribunale che aveva accertato l’usucapione di alcuni lotti di terreno a favore di tutte le parti processuali, incluso il contribuente stesso. Quest’ultimo, ritenendo di non dover sostenere l’onere tributario, aveva presentato ricorso.

Mentre la Commissione Tributaria Provinciale (CTP) aveva respinto il ricorso, la Commissione Tributaria Regionale (CTR) aveva accolto l’appello del contribuente. Secondo la CTR, l’obbligazione tributaria doveva gravare esclusivamente sul soggetto che aveva beneficiato dell’acquisto della proprietà per usucapione, in quanto l’imposta era sorta nel suo esclusivo interesse. L’Amministrazione Finanziaria, non condividendo questa interpretazione, ha proposto ricorso per cassazione.

La Questione Giuridica: Imposta di Registro Usucapione e Solidarietà

Il quesito al centro del dibattito era se il criterio di ripartizione della solidarietà, valido per i rapporti interni tra condebitori, potesse essere applicato anche al rapporto tributario esterno con l’Erario. In altre parole, l’Amministrazione Finanziaria può richiedere il pagamento dell’intera imposta a una qualsiasi delle parti del giudizio di usucapione, o deve rivolgersi unicamente a colui che ha usucapito il bene?

La normativa di riferimento è l’art. 57 del d.P.R. n. 131/1986, il quale stabilisce che le parti in causa sono solidalmente obbligate al pagamento dell’imposta di registro. La difesa del contribuente si basava invece sull’art. 1298 c.c., che nei rapporti interni divide l’obbligazione tra i debitori, facendola gravare interamente su colui nel cui esclusivo interesse è sorta.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, affermando che il ragionamento della CTR era errato. I giudici hanno chiarito che la normativa tributaria stabilisce un principio di solidarietà che opera nel rapporto esterno tra i contribuenti e l’Amministrazione Finanziaria. L’art. 57 del d.P.R. n. 131/1986 è una norma speciale che non ammette deroghe basate sulla disciplina civilistica dei rapporti interni tra condebitori (art. 1298 c.c.).

La Corte ha specificato che tutte le parti che hanno partecipato al giudizio conclusosi con la sentenza di usucapione sono coobbligate in solido verso il Fisco. Questo perché la loro partecipazione al processo è un presupposto indispensabile per la formazione del titolo soggetto a registrazione. L’Amministrazione Finanziaria ha quindi il diritto di richiedere l’intero importo a uno qualsiasi dei soggetti coinvolti, senza dover indagare su chi abbia tratto l’effettivo vantaggio patrimoniale dalla sentenza.

La questione di chi debba sopportare in via definitiva il carico economico dell’imposta riguarda esclusivamente i rapporti interni tra le parti. La parte che ha pagato l’intero importo, pur non essendo l’unica beneficiaria (o non essendolo affatto), potrà successivamente agire in regresso contro gli altri coobbligati per recuperare la quota di loro competenza.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche. Chiunque sia parte di un giudizio volto ad accertare l’usucapione deve essere consapevole che, in caso di registrazione della sentenza, potrebbe essere chiamato a pagare l’intera imposta di registro, indipendentemente dall’esito a lui favorevole o sfavorevole. Il principio di solidarietà tributaria prevale sulle dinamiche interne tra le parti. Sarà onere del soggetto che ha pagato attivarsi per recuperare le somme dagli altri condebitori, secondo le regole del codice civile. Questa pronuncia ribadisce la netta separazione tra il rapporto giuridico d’imposta, che lega i contribuenti al Fisco, e i rapporti civilistici che intercorrono tra i privati.

Chi è obbligato a pagare l’imposta di registro su una sentenza di usucapione?
Tutte le parti che hanno partecipato al giudizio sono solidalmente obbligate al pagamento dell’imposta nei confronti dell’Amministrazione Finanziaria, come previsto dall’art. 57 del d.P.R. n. 131/1986.

La parte che ha subito l’usucapione (usucapito) deve comunque pagare l’imposta di registro?
Sì. Ai fini del rapporto con il Fisco, anche la parte che ha ‘perso’ la proprietà è considerata un debitore solidale e può essere chiamata a pagare l’intera imposta, fatta salva la sua possibilità di rivalersi successivamente (azione di regresso) sulla parte che ha acquisito il bene.

Cosa può fare la parte che ha pagato l’intera imposta pur non essendo l’unica obbligata nei rapporti interni?
Può esercitare l’azione di regresso nei confronti degli altri coobbligati (in particolare, la parte che ha beneficiato dell’usucapione) per farsi rimborsare la quota di loro competenza, secondo quanto stabilito dall’art. 1298 del codice civile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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