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Imposta di registro fideiussione: quando proporzionale?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 14807/2025, ha stabilito che il decreto ingiuntivo ottenuto dal garante (fideiussore) contro il debitore per il recupero delle somme versate è soggetto a imposta di registro proporzionale, non fissa. La Corte ha chiarito che l’azione di rivalsa è un’operazione giuridica autonoma e distinta dall’originario rapporto garantito. Di conseguenza, non si applica il principio di alternatività IVA/Registro, anche se l’obbligazione principale era soggetta a IVA. L’imposta di registro fideiussione, in questo contesto, colpisce il trasferimento di ricchezza generato dal recupero del credito.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Imposta di Registro Fideiussione: la Cassazione chiarisce la tassazione della rivalsa

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale per le società che prestano garanzie: qual è la corretta imposta di registro fideiussione da applicare quando il garante, dopo aver pagato il creditore, agisce in rivalsa contro il debitore principale? La questione ruota attorno alla scelta tra un’imposta in misura fissa o proporzionale. La Corte ha fornito una risposta netta, distinguendo l’autonomia del rapporto di rivalsa rispetto all’obbligazione originaria garantita.

I Fatti del Caso: La controversia sull’imposta di registro

Una compagnia di assicurazioni aveva prestato una polizza fideiussoria per garantire un’obbligazione soggetta a IVA. A seguito dell’inadempimento del debitore principale, la compagnia era stata chiamata a pagare il creditore. Successivamente, la stessa compagnia aveva ottenuto dei decreti ingiuntivi nei confronti del debitore per ottenere il rimborso delle somme versate.

Al momento della registrazione di tali decreti, l’Agenzia delle Entrate aveva applicato l’imposta di registro in misura proporzionale. La compagnia di assicurazioni, ritenendo che dovesse applicarsi l’imposta in misura fissa in virtù del principio di alternatività tra IVA e Registro, aveva chiesto il rimborso delle maggiori somme pagate.

Le commissioni tributarie di primo e secondo grado avevano dato ragione alla società, sostenendo che l’ingiunzione di pagamento, essendo legata a una polizza fideiussoria per un’obbligazione soggetta a IVA, dovesse scontare l’imposta di registro fissa. L’Agenzia delle Entrate ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte e l’imposta di registro fideiussione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ribaltando le decisioni dei giudici di merito. Ha affermato che il decreto ingiuntivo ottenuto dal fideiussore in rivalsa contro il debitore inadempiente è soggetto a imposta di registro proporzionale.

Il fulcro della decisione risiede nella distinzione fondamentale tra il diritto civile e il diritto tributario. Mentre nel diritto civile la fideiussione è un contratto accessorio all’obbligazione principale, nel diritto tributario vige il principio dell’autonomia dei singoli negozi giuridici. Ogni atto che manifesta una capacità contributiva autonoma deve essere tassato di conseguenza.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base dei seguenti punti chiave:
1. Autonomia dell’Azione di Rivalsa: L’azione di rivalsa esercitata dal garante non è una prestazione di servizi soggetta a IVA. Si tratta, invece, di un’azione di rimborso per recuperare quanto versato. Questo atto produce un effetto giuridico proprio: il trasferimento di ricchezza dal debitore al garante. Questo trasferimento è la manifestazione di capacità contributiva che viene colpita dall’imposta di registro proporzionale.
2. Inapplicabilità del Principio di Alternatività: Il principio di alternatività IVA/Registro (art. 40 del D.P.R. 131/1986) si applica all’operazione originaria garantita, se imponibile IVA. Tuttavia, non si estende al successivo e distinto rapporto giuridico che si instaura tra il garante e il debitore a seguito del pagamento. L’ingiunzione di pagamento non riguarda l’operazione originaria, ma il diritto di regresso del fideiussore.
3. Principio dell’Autonomia dei Negozi in Ambito Tributario: Ai sensi dell’art. 22 del D.P.R. 131/1986, l’imposta di registro colpisce le singole manifestazioni di ricchezza. La condanna al pagamento ottenuta in rivalsa rappresenta una di queste manifestazioni, autonoma e distinta rispetto al contratto di garanzia e all’obbligazione principale.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’imposta di registro per un decreto ingiuntivo di rivalsa non può beneficiare del trattamento fiscale (imposta fissa) previsto per l’atto originario garantito. L’azione di recupero del garante è un negozio giuridico a sé stante che realizza un trasferimento di ricchezza e, come tale, deve essere assoggettato a imposta di registro in misura proporzionale al valore della condanna. Questa pronuncia consolida un orientamento giurisprudenziale importante, offrendo un chiaro riferimento per la corretta tassazione degli atti giudiziari in materia di fideiussione.

Quando un garante ottiene un decreto ingiuntivo contro il debitore principale per recuperare le somme pagate, l’imposta di registro è fissa o proporzionale?
Risposta: Secondo la Corte di Cassazione, l’imposta di registro da applicare è quella proporzionale. L’azione di rivalsa del garante è considerata un’operazione giuridica autonoma, non soggetta a IVA, e quindi non può beneficiare del principio di alternatività che porterebbe all’applicazione dell’imposta in misura fissa.

Il principio di alternatività tra IVA e Imposta di Registro si applica all’azione di rivalsa del fideiussore?
Risposta: No. La sentenza chiarisce che il principio di alternatività si applica all’atto originario garantito (se soggetto a IVA), ma non alla successiva azione di recupero del credito da parte del garante. Quest’ultima costituisce un distinto trasferimento di ricchezza che non rientra nel campo di applicazione dell’IVA.

Perché la natura accessoria del contratto di fideiussione nel diritto civile non si applica allo stesso modo nel diritto tributario ai fini dell’imposta di registro?
Risposta: Nel diritto tributario, e specificamente per l’imposta di registro, vige il principio dell’autonomia dei singoli negozi giuridici (art. 22 del D.P.R. 131/1986). Ogni atto che manifesta capacità contributiva, come l’azione di rivalsa che realizza un trasferimento di ricchezza, viene tassato autonomamente, a differenza del diritto civile dove la garanzia è considerata accessoria all’obbligazione principale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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