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Imposta di registro diritto di superficie: No al 15%

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 27293/2024, ha stabilito che la costituzione di un diritto di superficie su un terreno agricolo per la realizzazione di un impianto fotovoltaico non è soggetta all’aliquota del 15%. La Corte chiarisce la distinzione tra “costituzione” e “trasferimento” di un diritto reale, escludendo l’applicabilità della norma sull’imposta di registro per il trasferimento di terreni agricoli. La decisione si basa su un’interpretazione letterale della legge, sottolineando che la creazione di un diritto di superficie non equivale a un trasferimento di proprietà. L’Agenzia delle Entrate è stata anche sanzionata per lite temeraria per aver insistito in un ricorso manifestamente infondato.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Imposta di Registro Diritto di Superficie: La Cassazione Fa Chiarezza

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha messo un punto fermo sulla corretta applicazione dell’imposta di registro diritto di superficie su terreni agricoli, una questione di grande rilevanza pratica, specialmente nel settore delle energie rinnovabili. Con la decisione in commento, la Suprema Corte ha chiarito che la costituzione di tale diritto non sconta l’aliquota maggiorata del 15% prevista per il trasferimento di terreni agricoli, confermando l’orientamento favorevole al contribuente.

I Fatti del Caso: un Diritto di Superficie per un Impianto Fotovoltaico

Due proprietari terrieri stipulavano un contratto con una società energetica per la costituzione di un diritto di superficie su alcuni loro terreni a destinazione agricola. Lo scopo era consentire alla società di costruire e gestire un grande impianto fotovoltaico. La durata del diritto era fissata in venticinque anni, con opzione di rinnovo.
Il notaio rogante, in sede di autoliquidazione, applicava all’atto l’imposta di registro con l’aliquota proporzionale dell’8%. Successivamente, l’Agenzia delle Entrate notificava ai proprietari un avviso di liquidazione, con cui recuperava la maggiore imposta, sostenendo che si dovesse applicare l’aliquota del 15%, prevista specificamente per gli atti traslativi di terreni agricoli.
I contribuenti impugnavano l’atto impositivo, ottenendo ragione sia in primo grado che in appello. L’Agenzia delle Entrate, non soddisfatta, ricorreva per la cassazione della sentenza.

La Questione Giuridica: Costituzione vs. Trasferimento

Il cuore della controversia risiedeva nell’interpretazione dell’articolo 1 della Tariffa, Parte Prima, allegata al Testo Unico sull’Imposta di Registro (d.P.R. 131/1986). L’Agenzia delle Entrate sosteneva che il termine “trasferimento”, utilizzato dalla norma per assoggettare i terreni agricoli all’aliquota del 15%, dovesse essere interpretato in senso ampio, includendo anche gli atti “costitutivi” di diritti reali di godimento, come il diritto di superficie. A sostegno della sua tesi, l’Amministrazione richiamava alcune proprie circolari interpretative.
Di contro, i contribuenti e i giudici di merito ritenevano che la norma dovesse essere interpretata letteralmente: la legge parla di “trasferimento”, un concetto giuridicamente distinto dalla “costituzione” di un diritto reale. Costituire un diritto di superficie, infatti, non significa trasferire la proprietà del suolo, che rimane in capo al concedente.

Imposta di Registro Diritto di Superficie: la Decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, confermando la decisione della Commissione Tributaria Regionale. Ha stabilito in modo inequivocabile che l’aliquota del 15% si applica solo agli atti di “trasferimento” di terreni agricoli e non a quelli di mera “costituzione” di un diritto di superficie.

Le Motivazioni: Perché “Costituire” non è “Trasferire”

La Corte ha fondato la sua decisione su una chiara distinzione dogmatica tra l’atto costitutivo e l’atto traslativo. Il Codice Civile, all’articolo 952, disciplina il diritto di superficie parlando esplicitamente di “costituzione”. Questo atto crea un nuovo diritto reale a favore di un terzo, ma non comporta alcun effetto estintivo della titolarità del diritto di proprietà in capo al concedente. La proprietà del suolo non viene trasferita, ma solo “compressa” dalla presenza del diritto altrui.
Il trasferimento, al contrario, implica il passaggio della titolarità di un diritto da un soggetto a un altro. La Corte ha sottolineato che il legislatore tributario, quando ha voluto equiparare gli atti costitutivi a quelli traslativi, lo ha fatto espressamente, come ad esempio in materia di imposte sui redditi (art. 9, comma 5, d.P.R. 917/1986). L’assenza di una simile previsione nella norma sull’imposta di registro per i terreni agricoli non può essere colmata da un’interpretazione estensiva, specialmente se basata su circolari amministrative che, come ribadito dalla Corte, non sono fonti del diritto e non possono vincolare il giudice.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche e Sanzione per Lite Temeraria

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale per la certezza del diritto nei rapporti tributari. Gli operatori del settore, in particolare nel campo delle energie rinnovabili, possono fare affidamento su un quadro fiscale più chiaro: la costituzione di diritti di superficie su terreni agricoli per installare impianti fotovoltaici sconta l’aliquota ordinaria dell’imposta di registro e non quella penalizzante del 15%. La decisione distingue nettamente tra la creazione di un diritto (costituzione) e il suo passaggio ad altri (trasferimento), valorizzando il tenore letterale della norma fiscale. È un’importante vittoria per i contribuenti, che vedono tutelato il principio di legalità e di stretta interpretazione delle norme impositive.
Infine, la Corte ha sanzionato l’Agenzia delle Entrate per lite temeraria ai sensi dell’art. 96 c.p.c., condannandola al pagamento di una somma aggiuntiva in favore dei contribuenti e di una sanzione pecuniaria alla cassa delle ammende. Questo perché l’Agenzia ha insistito nel ricorso nonostante una proposta di definizione accelerata del giudizio basata sulla manifesta infondatezza del motivo, contribuendo così a dissipare la “risorsa giustizia”.

Quale aliquota dell’imposta di registro si applica alla costituzione di un diritto di superficie su un terreno agricolo?
Secondo la Corte di Cassazione, si applica l’aliquota ordinaria (all’epoca dei fatti, l’8%) e non quella maggiorata del 15% prevista per il trasferimento di terreni agricoli. L’aliquota del 15% è riservata esclusivamente agli atti che trasferiscono la proprietà dei terreni.

Perché la “costituzione” di un diritto di superficie è fiscalmente diversa dal “trasferimento” di un immobile?
La costituzione crea un nuovo diritto reale di godimento su un bene di proprietà altrui, senza trasferire la proprietà del bene stesso. Il proprietario del suolo rimane tale, pur vedendo compresso il suo diritto. Il trasferimento, invece, comporta il passaggio della titolarità del diritto di proprietà da un soggetto a un altro. La legge fiscale distingue nettamente i due concetti, tassandoli in modo differente.

Le circolari dell’Agenzia delle Entrate sono vincolanti per il contribuente o per il giudice?
No. La Corte di Cassazione ha ribadito un principio consolidato: le circolari amministrative esprimono unicamente un parere dell’Amministrazione finanziaria, non costituiscono fonte del diritto e non sono vincolanti né per i contribuenti né, tantomeno, per i giudici, che devono applicare unicamente la legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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