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Immobili storici ente previdenziale: la Cassazione

Un ente previdenziale chiedeva il rimborso di imposte versate in eccesso, sostenendo di dover applicare una tassazione agevolata (c.d. “rendita figurativa”) per i redditi derivanti dalla locazione di suoi immobili storici. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che la natura dell’ente è istituzionalmente non commerciale. Di conseguenza, i proventi delle locazioni sono qualificati come redditi fondiari e non redditi d’impresa, dando diritto all’applicazione del regime fiscale speciale per gli immobili storici di un ente previdenziale. L’onere di provare un’eventuale natura commerciale dell’attività spettava all’Amministrazione finanziaria, che non ha fornito tale prova.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Immobili storici ente previdenziale: la Cassazione definisce il regime fiscale

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un chiarimento cruciale sul regime fiscale applicabile ai redditi derivanti dalla locazione di immobili storici di un ente previdenziale. La decisione stabilisce che, data la natura istituzionalmente non commerciale di tali enti, i canoni di locazione devono essere considerati redditi fondiari, beneficiando così di un regime fiscale agevolato, e non redditi d’impresa.

I Fatti del Caso

Un importante ente di previdenza obbligatoria presentava un’istanza di rimborso per le imposte relative all’anno 2005. L’ente sosteneva di aver erroneamente dichiarato il corrispettivo effettivo delle locazioni dei propri immobili storici, ammontante a oltre un milione di euro, anziché la minor somma derivante dall’applicazione della cosiddetta “rendita figurativa”, prevista dalla legge per questa tipologia di immobili, pari a circa 42.000 euro. Le commissioni tributarie di primo e secondo grado avevano respinto le ragioni dell’ente, ritenendo che la locazione degli immobili costituisse un’attività d’impresa, escludendo così l’applicazione del regime agevolato. L’ente ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ribaltato le sentenze precedenti, accogliendo il ricorso dell’ente. Il fulcro della decisione risiede nella qualificazione giuridica dell’ente e, di conseguenza, della natura dei redditi percepiti. La Corte ha affermato che un ente di previdenza obbligatoria, la cui missione istituzionale è gestire ed erogare prestazioni previdenziali, non può essere automaticamente considerato un soggetto commerciale solo perché gestisce un patrimonio immobiliare.

L’Onere della Prova e la natura dei redditi per un immobile storico ente previdenziale

Uno dei principi cardine affermati dalla Corte è quello relativo all’onere della prova. Non spetta all’ente previdenziale dimostrare la propria natura non commerciale; al contrario, è l’Amministrazione Finanziaria che, se intende applicare il regime fiscale d’impresa, deve provare che l’attività di gestione immobiliare sia svolta con modalità prettamente imprenditoriali. In assenza di tale prova, prevale la natura istituzionale dell’ente. Di conseguenza, i redditi derivanti dalla locazione degli immobili, anche se storici, devono essere qualificati come redditi fondiari e non come ricavi d’impresa. Questo permette l’applicazione dell’art. 11 della L. n. 413/1991, che prevede un calcolo forfettario e più vantaggioso per gli immobili di interesse storico e artistico.

Differenza tra Ente Previdenziale e Fondazione Bancaria

La Corte ha inoltre tracciato una netta distinzione tra gli enti previdenziali e le fondazioni bancarie. Mentre per queste ultime vige una presunzione di esercizio di impresa, data la loro origine e funzione di controllo di partecipazioni bancarie, per gli enti previdenziali, che sono succeduti a enti pubblici non economici, non vale la stessa logica. La loro attività è vincolata per legge a finalità assistenziali e previdenziali, non al profitto.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sulla distinzione tra attività di mero godimento di un bene e attività d’impresa. La locazione di immobili, per un ente la cui finalità non è commerciale, rientra nella prima categoria. I canoni percepiti non sono “ricavi” contrapposti a “costi” deducibili, ma redditi fondiari. Il regime agevolato per gli immobili storici trova la sua giustificazione nei maggiori oneri di manutenzione che gravano su tali beni, una logica che si applica perfettamente ai redditi fondiari ma che non avrebbe senso per i redditi d’impresa, dove tutti i costi sono già deducibili. Poiché l’ente previdenziale è istituzionalmente non commerciale e l’Amministrazione non ha provato il contrario, la sua attività di locazione genera redditi fondiari, soggetti alla disciplina agevolatrice invocata.

Le Conclusioni

In conclusione, la Cassazione ha stabilito il seguente principio di diritto: la natura imprenditoriale dell’attività di gestione e locazione di immobili da parte di un ente di previdenza obbligatoria deve essere oggetto di prova da parte dell’amministrazione finanziaria. In difetto di tale prova, i relativi proventi costituiscono redditi di natura fondiaria. Pertanto, se gli immobili sono di interesse storico o artistico, essi rientrano pienamente nel campo di applicazione della disciplina agevolatrice della “rendita figurativa”. Questa sentenza rappresenta un punto fermo per tutti gli enti non commerciali che possiedono un patrimonio immobiliare storico, garantendo certezza giuridica e un corretto inquadramento fiscale dei loro proventi.

I redditi derivanti dalla locazione di immobili storici da parte di un ente previdenziale sono considerati redditi d’impresa?
No. Secondo la Corte di Cassazione, tali proventi sono qualificati come redditi fondiari, a meno che l’Amministrazione finanziaria non dimostri che l’attività di gestione sia svolta con criteri imprenditoriali.

A chi spetta l’onere di provare la natura commerciale dell’attività di locazione immobiliare di un ente previdenziale?
L’onere della prova spetta all’Amministrazione finanziaria. In assenza di una prova concreta che l’attività sia condotta come un’impresa, prevale la natura istituzionalmente non commerciale dell’ente.

Il regime fiscale agevolato della “rendita figurativa” si applica agli immobili storici locati da un ente previdenziale?
Sì. Poiché i redditi derivanti dalla locazione sono considerati fondiari e non d’impresa, l’ente ha il diritto di applicare la disciplina agevolatrice prevista per gli immobili di interesse storico e artistico, che si basa su una rendita figurativa anziché sul canone di locazione effettivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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